Yulia: la rivoluzione sono io

Yulia: la rivoluzione sono io LE AVVENTURE DELLA PASIONARIA UCRAINA, DAI MEGA AFFARI CON IL GAS RUSSO ALL'INTERVISTA DA PRIMADONNA A PLAYBOY Yulia: la rivoluzione sono io Timoshenko al contrattacco: stanno rovinando il sogno arancione personaggio FRANCESCA SFORZA corrispondente da MOSCA Un po' come quella volta che si è sciolta i capelli durante un dibattito parlamentare per rispondere alle insinuazioni di due deputati sull'autenticità della sua treccia, Yulia Timoshenko si è presentata ieri sera davanti alle telecamere con una gran voglia di mostrare a tutti di che pasta è fatta. ((Andrò alle elezioni parlamentari da sola ha detto dopo essersi fatta attendere per oltre tre ore - ma non passo all'opposizione. Ci dovrebbero andare quelli che hanno tradito lo spirito della rivoluzione arancione, io vi sono rimasta fedele». Torturando di tanto in tanto con le dita ima rosa di lamé viola appuntata stilla scollatura di Una giacca chiara, si è detta convinta che la destituzione del suo govemo è stata programmata in anticipo dagli uomini vicini al presidente, «non da lui personalmente», ma così facendo Yushenko ((ha praticamente rovinato la nostra unità, il nostro futuro, il futuro del Paese». E ha concluso lapidaria: «Non è stata una decisione giusta». Sembravano molto lontani, ieri sera, i tempi in cui Yulia infiammava le piazze di Kiev avvolta nella pashmina arancione gridando alla folla, dopo una sola notte di assenza dalla veglia rivoluzionaria: «Ieri sera non ero con voi, ed è stata una giornata buttata!». Ma c'è chi giura chb tutto è già pronto per «Yulia numero tre». I tempi sono scanditi dalle acconciature: castana e liscia quando era a capo di uno dei maggiori gruppi energetici del Paese e alternava il tornaconto personale alle imprese ad effetto - si dice che ima volta piombò con il suo jet personale in una sperduta regione per consegnare di persona gli stipendi ai lavoratori in sciopero. Poi bionda e con la treccia tradizionale forse per far dimenticare il passato rampante e riallacciarsi agh umori dell'Ucraina profonda. Da adesso è atteso un nuovo colpo di scena: «E se decidesse di tingersi i capelli color carota per riconquistare il primato della rivoluzione perduta?», si chiedono i blogger di Kiev. Viktor Yuschenko ha dichiarato che si occuperà personalmente delle inchieste sulla presunta corruzione dei suoi uomini «per sgombrare il campo da qualsiasi ombra», ma l'ombra più pericolosa è nroprio quella di Yulia, che ha portato nell'asfittica pohtica di Kiev fascino e intemperanze, grinta e populismo, e che oggi scalda i muscoli per le prossime elezioni parlamentari di primavera. Quando le chiesero che fine avrebbe dovuto fare il presidente spodestato Leonid Kuchma, rispose serrando i pugni: «Bisognerebbe colpirlo con tutte e due le mani». Ed è andata fino in fondo: tra le decisioni prese dal suo govemo c'è l'abolizione di qualsiasi privilegio per l'ex reggente, che oggi non percepisce più la pensione, ha perso la dacia, gli autisti, e la macchina di Stato. «Non vogbo fare nulla per portare il caos nel Paese - ha detto ancora Timoshenko ieri sera - ma a questo punto ognuno deve seguire la sua strada». Vendicativa e femminile, come quando fece sobbalzare l'ineffabile premier francese Dominique de Vilìepin presentandosi a Palazzo Matignon strizzata in un tailleur a pois firmato Yves Saint-Laurent o quando dichiarò che «Il sogno di ogni vera d' ja non può che essere quello di apparire sulla copertina di Playboy». L'edizione polacca del mensile l'aveva nominata «donna del mese» nel giugno scorso, promettendo ai lettori un servizio fotografico interamente dedicato a lei. «Non c'è niente di male ad affermare la propria femminilità», disse in quell'occasione la Timoshenko. I siti Internet ucraini si passano foto, leggende, aneddoti e fantasie a luci rosse. «Sognando Julia», s'intitola uno, «Da quando è al govemo faccio sogni mighori», risponde un altro. La fragile frontiera dell'erotismo è stata spezzata da Alexei Mitrofanov, regista e deputato della Duma russa che imbeccato probabilmente dal Cremlino - ha lanciato sul mercato un filmetto pomografico su una presunta love story tra Yulia e il leader georgiano Mikhail Saakashvili, guadagnandosi tra l'altro un pestaggio notturno ad opera di anonimi georgiani. Le donne ucraine però non la amano: «Si comporta come un uomo - dice Natalia Karbovska, presidente della Women's Fund di Kiev - Avevamo molte speranze quando è stata nominata premier, in genere le donne si comportano con maggiore flessibilità degli uomini. Ma Yidia no». Nei mesi del maggiore rincaro dei prezzi del petrolio, ha messo in atto un duro blocco dei prezzi che ha rischiato di mettere in ginocchio la già fragile economia ucraina, costringendo il presidente Yuschenko a revocarlo. Con la stessa determinazione aveva chiesto la revisione della nazionalizzazione di Smila imprese, avvenuta a suo avviso in modo irregolare, e aveva vinto la battaglia per la spartizione dello stabihmento Nikopol, mettendo all'angolo il suo principale avversario Petro Poroshenko. Nonostante l'aspetto Yulia ha le spalle larghe: prima di entrare nei dossier delle magistrature ucraina e russa per aver rivenduto gas all' estero trafugando dalla sua società circa 450 milioni di dollari, era già passata per il commercio di videocassette pirata e dell'abbigliamento a basso costo. Nel frattempo ci sono stati due mariti e una figlia, Evgenia, 25 anni, che in questo momento è impegnata in una tempestosa relazione con il cantante inglese Sean Carr. «Se ne è andata al massimo della popolarità - ha detto uno dei consiglieri di Yuschenko Boris Nemzov - e per il momento la gente non si è resa conto che lei ha portato 0 Paese alla crisi». Ma è proprio questo il punto: Yulia non se n'è andata affatto, sta solo preparandosi al prossimo cambio di scena. La vittima del regime. E' l'aprile 2001 e l'indomabile Yulla Timoshenko tiene una conferenza stampa nell'ospedale dove è stata trasferita dalla prigione di Kiev. Magra, pallida, con i lividi dalle iniezioni endovenose sulle braccia, l'ex vicepremier passata all'opposizioneal presidente Kuchma e stata accusata di corruzione, ma si è proclamata perseguitata dal regime. Malata di ulcera, la Timoshenko non è più tornata dietro le sbarre, anche perché Kiev si era riempita di manifestanti che brandivano cartelli con la foto di Yulla dietro le sbarre e lo slogan «lo non mi sono arresa. E tu?» L'eroina della piazza. Novembre 2004, la rivoluzione arancione è in piena esplosione nelle strade di KieveYulia ne è l'animatrice principale. Il look da business lady è stato abbandonato, ora una treccia bionda le corona la testa come alle contadine di un tempo e i vestiti sono elaboratissimi e vagamente ottocenteschi. Ma la grinta è quella di sempre e la Timoshenko è alla testa di ogni corteo e la star di ogni palco. In uno dei momenti più tesi del braccio di ferro con il presidente uscente Leonid Kuchma Yulia guida la folla dei suoi fan contro la residenza del presidente e affronta II possente schieramento di polizia con solo un fiore in mano. I poliziotti non osano infierire sulla fragile donna e le fanno scavalcare lo sbarramento. 1 mm Yulia Timoshenko esce dalla sede del governo giovedì scorso dopo il licenziamento

Luoghi citati: Kiev, Mosca, Ucraina