Mubarak stravince: tra accuse di brogli e ricorsi giudiziari di Ibrahim Refat

Mubarak stravince: tra accuse di brogli e ricorsi giudiziari EGITTO DATI UFFICIOSI INDICANO IL720Zo DI PREFERENZE, CON UN'ASTENSIONE DELL'82% Mubarak stravince: tra accuse di brogli e ricorsi giudiziari Il principale avversario: il voto è da ripetere Il Comitato elettorale: nessuna irregolarità Ibrahim Refat IL CAIRO Trionfo scontato per il presidente Hosni Mubarak nella battaglia elettorale contro i nove candidati «nani». Nessuno infatti dubitava della riconferma del settantasettenne «Raiss» per un quinto mandato fino al 2011. L'interrogativo semmai riguardava la percentuali dei voti da lui racimolati in questa prima competizione elettorale con più candidati nella Storia dell'Egitto. Le indiscrezioni finora trapelate dalla Commissione elettorale governativa parlano del 72 per cento dei suffragi a favore di Mubarak. La rimanenza dei voti sarebbe andato ai due avversari più tenaci: il giornalista e avvocato Ayman Nur, 41 anni, leader del partito al-Ghad, e il giurista Numan Gomma, 71, leader del partito al-Wafd. Ma i maligni azzardano l'ipotesi che il regime non concederà mai a Nur l'onore del secondo posto pur di non dare la sensazione che la competizione era soltanto fra lui e il presidente. Dopo queste prime indiscrezioni sul voto, Nur, l'enfant terribile della politica egiziana, al quale va comunque il merito di aver vivacizzato ima campagna elettorale scialba e dall'esito scontato, si è ribellato. Ha presentato ricorso Commissione elettorale (respinto) chiedendo la ripetizione del voto a causa delle tante irregolarità. Adesso minaccia di ricorre in tribunale. Eppure l'altro ieri prima della chiusura delle urne, aveva pronosticato per se stesso un consenso del 45: 55 per cento. Intendiamoci, le irregolarità sono state e molte stando ai rappresentanti delle oragnizzazioni non governative egiziane. Voti comprati e venduti; intimidazioni e ricatti; uso dei mezzi di traspor¬ to di proprietà del governo per trasportare gli elettori; seggi sprovvisti di cabine elettorali; gente senza scheda elettorale che ha potuto votare mentre altri non hanno potuto farlo perché il loro nomi erano stati cancellati dalle liste; cacciata dei rappresentati dei candidati e dagli osservatori dai seggi, l'elenco delle denunce fatte dalle organizzazioni per i diritti umani è lungo. Adesso il capogruppo parlamentare del partito dell'opposizione al-Wafd, Fakri Abdel Nur, dice di sentirsi depresso dopo aver assistito a tutte queste irre golarità. Il movimento dissidente «Kefaya» («basta»), che boicottava le elezioni, ha annunciato nuove manifestazioni per protestare contro i brogli elettorali. Ma il portavoce della Commissione elettorale Usama Al-Karabawi ribatte dicendo che si tratta di inezie e che i membri del Consiglio nazionale per i diritti dell'uomo (governativo) hanno pututo constatare casi rari di irregolarità. Da parte sua Hafez Abu Saad presidente dell'Organizzazione dei diritti umani egiziana (indipendente) è del parere che questi violazioni non invalidano comunque le elezioni. Se i dati sul trionfo del Raiss sono quasi ufficiosi, mistero in- vece circonda ancora la percentuale dei votanti. Dalla Commissione elettorale ieri è trapelata la cifra del 30 per cento degli aventi diritto. Non è ancora ufficiale, ma l'ong parlano del 25 Der cento. Ancor più bassa quela fornita dal più credibile «Ibn Khaldoun Center», diretto dal sociologo dissidente Saadeddin Ibrahim, che ha inviato 2200 osservatori per monitorare il voto in numerosi governatorati. Secondo loro soltanto il 18 per cento dei 32 milioni di egiziani si è recato alle urne. Questa apatia non è dovuta certamente alla campagna per il boicottaggio fatta dal partito nasseriano, dalla sinistra e dagli islamici, quanto agli errori commessi del Pnd al potere in questi ultimi 24 anni. Ora da più parti si invita questa formazione guidata dal presidente Mubarak a rinnovarsi altrimenti sarà condannata all'oblio con grave conseguenze per la stabilità dell'Egitto. La prova potrà venire alle prossime elezioni parlamentare a novembre e dall'attuazione dell'ambizioso programma elettorale del presidente Mubarak. Il quale ha promesso di ridurre il preoccupante tasso di disoccupazione (il 200Zo ma per 0 governo del 1007o) creando quattro milioni di posti di lavoro nei prossimi sei anni e si è impegnato a elevare il tenore di vita dei cittadini raddoppiando salari e pensioni. Sarà un lungo cammino quello delle riforme promesso dal Raiss. Ma sia l'amministrazione Bush sia l'Unione europea hanno «benedetto» questo primo passo avviato, seppure timidamente, verso il plurahsmo. Ayman Nur, sfidante di Mubarak I sostenitori del presidente in carica Hosni Mubarak festeggiano la presunta vittoria nelle strade del Cairo

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