L'imam espulso: condannato dalla Lega, tradito da Pisanu di Francesca Paci

L'imam espulso: condannato dalla Lega, tradito da Pisanu RIIORMO A KHOURIBGA RILASCIATO DOPO UN INTERROGATORIO FIUME DELLA POLIZIA MAROCCHINA L'imam espulso: condannato dalla Lega, tradito da Pisanu Bouchta: «Mi ero anche dato da fare per la liberazione di ostaggi in Iraq» intervista Francesca Paci Lodovico Poletto KHOURIBGA Dieci ore di interrogatorio a Casablanca, prima con gli uomini del «réinsegnement generaux», appena sbarcato all'aeroporto. Poi con la polizia, infine con quelli del Dst, la Digos marocchina. Era mezzanotte passata di mercoledì quando un ufficiale ha amiunciato a Bouriqui Bouchta, l'imam di Torino espulso, che poteva tornarsene a casa. A Khouribgha, dove vive suo fratello, Abdellatif, nella bella villa della famiglia: pianterreno e piano rialzato, giardino, balconi. Dovevano accompagnarlo dei poliziotti, ma alla fine è andato in auto con Abdellatif: «E mi hanno raccomandato di non fermarmi mai lungo la strada. Anche loro avevano paura che qualche servizio segreto mi prelevasse. La Cia piuttosto che il Mossad: tutto è possibile». Dodici ore dopo la lunga corsa in auto è ancora lì con jeans e maglietta indossati l'altra notte in fretta e furia, circondato dai parenti, dagli amici. Che piangono, lo abbracciano, gli stringono la mano. Prima di tutto come sta? Che cosa voleva da lei la polizia marocchina ? «Sto bene. Mi hanno portato negli uffici e mi hanno interrogato. Hanno passato la mia vita al setaccio, hanno voluto sapere tutto. Ma mi hanno trattato benissimo. Mi hanno dato acqua, caffè, dolci. E anche un tappetino sul quale pregare». E la famiglia, a Torino, l'ha già sentita? «Ho sentito mio fratello e mia moglie. Sono sconvolti da ciò che è accaduto. Ma io spero di poter tornare da loro presto. Lo spero per me, ma anche per i miei figli che sono nati in Italia; e che oggi inizieranno la scuola. E io non sarò lì. Se ci penso mi viene da piangere». Si è fatto un'idea del perché l'hanno espulsa? «E certo che ce l'ho. E' colpa della Lega, di Calderoli in prima battuta. E poi il ministro Pisanu mi ha tradito». In che senso tradito? «Quando, a marzo, a Roma, ci fu la manifestazione per liberare gli ostaggi italiani rapiti a Baghdad, Agliana, Cupertino e Stefio, io ero lì in piazza. E mi sono dato molto da fare. Qualche tempo dopo Pisanu mi mandò qualcuno a dirmi grazie per ciò che avevo fatto. Grazie, capisce. E poi firma il decreto di espulsione contro di me. Ecco, da lui mi sento tradito. Da lui non mi sarei mai aspettato una cosa così». Con Calderoli che è capitato? «Il 27 luglio lui aveva detto che l'Islam non era civiltà. Tutti i giornali lo scrissero, ed io allora gli spedii una lettera di tre pagine: gli davo uno schiaffo morale. Gli ricordavo che l'Islam è una civiltà millenaria, che il mondo arabo ha portato tante cose all'occidente. Gli chiedevo di fare retromarcia sulle sue parole. E lui ha reagito chiedendo la mia espulsione». Lei, però, è sempre stato molto chiacchierato: non si aspettava davvero nulla? «Nulla di nulla. Io ho detto solo che non si poteva condannare Osama Bin Laden senza prove certe. E lo penso ancora. Io non sono un terrorista. Sono un uomo sincero, senza doppi fini, che lavorava sodo e si faceva in quattro per favorire l'integrazio- Non crede di aver fatto dichiarazioni troppo forti in certi casi? «Mai. E io non mi rimangio nulla di ciò che ho detto. Se qualcuno deve pentirsi di ciò che mi è accaduto, è chi ha travisato le mie parole». Dicono che avesse contatti con reclutatori di Al Quae- da. Che alcuni frequentassero la sua moschea. Che da lì sono partiti combattenti. È vero? «In moschea non abbiamo mai fatto nulla di contrario alla legge. E' vero, che uno di loro è venuto da me a pregare. Ma andava anche da altre parti. Portino testimonianze che io lavoravo per il terrorismo. Non menzogne». H - - Ma la polizia la controllava. Lo sapeva? «Ho trovato l'auto aperta tante volte, c'erano microftìni, ne'son'o certo. E anche nella mia macelleria. Ma io non avevo nulla da nascondere e non ho mai protestato. Mai. Queste sono le leggi». Lo sa che il Ministero sta per espellere èlitre persone dall'Italia? «Me lo hanno detto. Ma questa è una caccia alle streghe che non porta a nulla. A nulla. Se non vogliono qualcuno gli dicano di andarsene: gli diano il tempo di vendere la sua casa, i suoi beni. Ma come hanno fatto con me è disumano. E poi vorrei dire ancora una cosa». Cioè? «Che il ministro Scajola era più coraggioso di Pisanu. Che si era opposto alla mia e ad altre ipote- .sLdi.espulsione»....,. - ^ ...r. a. ^adesso cosataf à? «Tutto ciò che è possibile per rientrare a Torino. Abbiamo contatti con diversi avvocati, decideremmo come agire». Ce l'ha una casa, un posto dove stare? Sto qui con mio fratello e la mia figlia più piccola che dopo le vacanze era rimasta con loro. Io una casa mia ce l'ho in Marocco, ma al mare. E' bellissima. Questa, invece, è la casa dei miei genitori, morti anni fa». Ci saranno anche due manifestazioni a suo favore. E' contento? «Vuol dire che per la gente io non sono quel pericoloso terrorista che mi crede Calderoli. E spero ci vadano in tanti. Spero che ci vadano anche Agliana, Cupertino e Stefio. Io per loro mi sono dato da fare». Gli amici torinesi «Un redutatore di guerriglieri è venuto a pregare Ma andava anche in altre moschee» Le dichiarazioni «Ho detto che Bin Laden è innocente fino a prova contraria E non mi rimangio una sola frase» Bouriqi Bouchta, ha 41 anni: sposato con quattro figli, vive in Italia dall 986 ed è titolare di due macellerie nella zona di Porta Palazzo, la più multietnica della città