MORIRE PER NIENTE di Francesco La Licata

MORIRE PER NIENTE MORIRE PER NIENTE Francesco La Licata NON è facile dimenticare quel torrido pomeriggio d'agosto, sul molo Vittorio Veneto del porto di Palermo. Non c'è assuefazione, non c'è abitudine di mestiere, non c'è cinismo professionale che riesca ad averla vinta sulla pietà per il dolore di uomini, donne e bambini colpiti così duramente. Grazia era livida, bagnata come un pulcino, tremava sotto la coperta dentro cui l'aveva avvolta una volontaria. Era scalza, dimostrava meno dei suoi pochi anni, aveva visto la morte. Eppure il suo unico pensiero era rivolto al padre, Gaetano, che non si trovava. Grazia tormentava la madre chiedendole: «Dov'è papà?». E tutti, sul molo Vittorio Veneto, soccorritori, forze dell'ordine, giornalisti, semplici cittadini accorsi sulla scia dei lampeggiatori delle ambulanze ci chiedevamo: «Perché?». Alcuni ci siamo lasciati andare al gioco crudele della memoria, intrecciando le storie di quei sedici morti, uccisi dall'«aereo delle vacanze» che non raggiunse mai le spiagge dorate di Djerba, con quelle delle vittime ingoiate dallo stesso mare palermitano molti anni prima. Anche allora, era la vigilia di Natale del 1978, un aereo si spezzò in acqua. Errore umano, si certificò: il pilota aveva scambiato il luccichio delle onde per l'asfalto della pista. Errore umano, ma l'aeroporto non aveva le luci «giuste» che sarebbero state montate in seguito. Già, ma il sei di agosto era giorno, c'era bel tempo e la visibihtà era perfetta. E allora, perché? La stessa domanda si ponevano i sopravvissuti e i loro parenti, raccolti dentro la stanza «37» dell'ospedale di Villa Sofia. Lo stesso sgomento trasmisero al ministro Lunardi, giunto per incontrarli: «Perché?». Oggi abbiamo una risposta che, invece di consolarci, aumenta il nostro sgomento. Perché sappiamo che 16 persone sono morte su un aereo rimasto senza carburante. Incredibilmente, l'Atr montava un indicatore del livello del kerosene adatto ad un altro modello. Cioè il pilota volava senza sapere che stava per restare a secco. E sappiamo che il «737» cipriota precipitato in Grecia (121 morti) è andato in depressurizzazione per una manopola malmessa. Chi avrà il coraggio di spiegare a Grazia e a suo padre che 137 persone sono morte «per niente»? Per una distrazione, per sciatteria. SERVIZI DI Abbate, Attino, Beccaria e Grignetti A PAG. 5

Persone citate: Attino, Beccaria, Grignetti, Lunardi

Luoghi citati: Grecia, Palermo, Vittorio Veneto