Dalla difesa di Bin Laden a star dei salotti televisivi

Dalla difesa di Bin Laden a star dei salotti televisivi CHI E'. SEMPRE AL CENTRO DI POLEMICHE, SFILO' PER GLI ITALIANI RAPITI IN IRAQ Dalla difesa di Bin Laden a star dei salotti televisivi personaggio LODOVICO POLETTO i mTORINO ' Sono andati a prelevarlo a casa, nel cuore dalla notte. Erano da poco passate la quattro. NeU'ap- parlamento all'ultimo piano del palazzo Anni'60, alla periferia ovest della città, un tempo zona di fabbriche oggi demolita par far posto a nuova costruzioni, la fami- gba Bouchta dormiva. Al citofono, parò, ha risposto lui, Bouriqui Bouchta, 40 anni, l'uomo che si era proclamato imam e che, per qualche tempo, ha sognato di essere la gtiiJa rebgiosa di tutti i musulmani torinesi, e adesso con decreto del Ministro Pisanu è stato espulso dal Paese: «Par grave turbamento dell'ordine pubbbeo e pericolo per la sicurez- za debo Stato». Il provvedimento è una grossa mazzata per l'uomo che, nel 2001, poche settimane dopo l'attentato aUe Torri Gemei- le, e appena iniziato l'attacco in Afghanistan, durante una manife- stazione in piazza a Torino, a Porta Palazzo cuore cittadino del- l'immigrazione disse: «Bin Laden non è un terrorista» e ancora: «E' innocente, non c'entra nube con quello che è capitato a New York...». Frasi,smentite, che gb m^mmm^ì^óné xmhWca da star della tv. Comparsate ai tabe show di prima serata e tante, tantissime polemiche. Ma anche la partecipazione aba manifestazio- ne di Roma in cui si chiedeva la liberazione di tre ostaggi itabani rapiti in Iraq: Stefio, Cupertino e Agbana. E lui, figbo di contadini, nato nel paesino di Essauira, ere- soluto a Kouribga, città povarissi- ma del Marocco occidentale, sbar- cato nel 1986 a Torino a cercare fortuna, diventato macebaio e au- toprocalamatosi imam, cavalcò senza problemi e senza alcuna timidezza l'onda deUa notorietà. Quattro anni dopo Bouriqui Bouchta è un'altra persona. Ha mantenuto, è vero, la stessa barba nera, e quella magrezza allampana- ta che lo caratterizzava. Ma i toni che adopera se parla in pubbbco, oppure se commenta vicende rela- tive al Medio Oriente, non sono più óuelb. E allora, quando abe 4 immMe piovosafe l'uscio ar casa ai pobziotti della Digos che ben conosce, e a queUi dell'Ufficio immigrazione, resta stupito. In casa non è da solo. C'è sua mogbe,Halima, ci sono tre dai suoi quattro figli. Uno è in Marocco, dal frataUo, a Kouribga dove tutta la sua famigba è appena stata per un periodo di vacanze. Gb mostrano l'ordine di espulsione: lui legge e in un attimo capisca che per cbissà quanto tempo non potrà più toma re a casa qjì ordinano di prendere passaporto e poche altre cose. Bouchta ubbidisce, ma non dice nulla di ciò che gb sta per accade re( né alla mogbe, né ai figb: «Tomo presto, devo andare con loro per risolvere un problema...», Sette ore dopo è già a Casablan ca, zona arrivi intemazionab del l'aeroporto. E' b da uomo libero, come un cittadino qualunque. Con tro di lui il Govemo del Marocco non ha ragione di muovere accuse, Da tempo non ha più cariche rebgiose, con la «sua» moschea di via CoUegno non c'entra più nube: ha lasciato ogni incarico pubbbco. Diceva: «Voglio soltanto lavora re». NeUa sua casa di via Orvieto, invece, la mogbe Halima è dispera- ta. Al telefono dice di non sapere nuba, che suo marito è stato porta- to via, che forse è ancora negb uffici deUa Questura, in via Grattoni. E' sconvolta quando gb raccontano che non tomerà a casa né nel pomeriggio né domani. Né mai. Forse. Il ceUulare di suo marito è rimasto b, su una mensola della cucina: suona in continuazione. Lei risponde a monosibabi. Parole spezzettate di chi ha appena rice¬ vuto una notizia che non si aspettava: «Espulso». Via da Torino, dall'Itaba, dalle sue attività, daba comunità marocchina. Lei può rimanere, se vuole, e così pure i figb. Ma per lui non c'è più futuro. A Porta Palazzo, alla maceberia «Al Imam», la prima attività daba chiacchiaratissima ex guida rebgiosa, la vita va avanti come sem¬ pre: la gente entra ad asce, dal negozio, scambia qualche parola con l'inserviente al bancone, pochi si stupiscono di non vedere lui al lavoro. Soltanto abe 16 è tutto chiaro. E subito si sprecano i commenti, a favore deU'espulsione quabi deUa Lega e di An. La portavoce deba Islamic Anti-Defamation League, Halima Barra, dice: «Prelevare qualcuno nel cuore deUa notte, sulla base del nuba, deportare un cittadino contribuente: lo si faceva durante i rastrabamenti notturni di ebrei neba Roma del ventennio fascista». E annuncia: «La ladl ha assunto la difesa del diritto di Bouriqi Bouchta aba libera espressione». E qualcuno tenta parebeli con Abdel Qadir Fab Mamour, U senegalese imam deb'inesistente moschea di Carmagnola, espulso quasi due anni fa. Bouchta e Fab Mamour non andarono mai d'accordo. Ma il giorno in cui venne accompagnato in aeroporto Bouchta si presentò a casa del «rivale», e si offrì di dare astistenza aba mogbe e ai figb. Era il 18 ottobre del 2003. Una vita fa. a. ji rnoniìp hi Hpthn M Idi i lUylIt; I la UfcrLLU «^r«n nrpcfo «lUIIIU [JieblU \Ì^r\r\rnr\n\\^n^r\i\ VdUU LUI I Ljll dLjt:l RI ^nr r\cf\\\inrn M"' llbUIVcltr i in nrnhlprna^ UN [JiUUIciild» Bouriqui Bouchta aveva scelto da un anno la strada del silenzio, dopo un lungo periodo di notorietà successivo all'11 settembre