Il ritorno dell'Olanda E' già «spareggio» per Francia e Spagna

Il ritorno dell'Olanda E' già «spareggio» per Francia e Spagna ELIMINATORIE MONDIALI SI ENTRA NELLA FASE DEGLI ULTIMI VERDETTI Il ritorno dell'Olanda E' già «spareggio» per Francia e Spagna I et Van Basten a un passo dal traguardo Zizou in Irlanda, Raul con i serbi: che rischi analisi ROBERTO BECCANTINI All'ultima edizione dei Mondiali, l'Europa schierò la seguente formazione: Belgio, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Irlanda, Polonia, Portogallo, Russia, Slovenia, Spagna, Svezia, Turchia. Quindici squadre in tutto. Al prossimo giro, ce ne sarà una in meno. Rispetto al contingente nippo-coreano - tedeschi a parte, ammessi di diritto Belgio, Danimarca e Slovenia sono virtualmente fuori. La novità assoluta riguarda l'Ucraina di Blochin e Shevchenko: le mancava un timbro, se l'è preso sabato, in Georgia, complice il 2-2 fra Turchia e Danimarca. Scrivi Ucraina e leggi Dinamo Kiev, il sofisticato laboratorio di Valéry Lobanowsky. Anni Ottanta, l'Ajax dell'Est. Calcio robotico e tagliente. Shevchenko, che fu suo allievo e pupillo, gli ha dedicato l'impresa. La Dinamo era, in pratica, la Nazionale dell'Unione Sovietica, quando l'Ucraina necostituiva una irriverente costola. È un Paese che vanta la bellezza di tre palloni d'oro: Blochin, Belanov, Sheva. Possibile che, nascosto dietro a una nuvola, il colonnello si sia asciugalo una lacrimr-. Per viaggia, e in prima classe privilegio che scongiura l'incubo spareggi - i croati devono guardarsi dalla Svezia di Ibrahimovic: al di là del punto di vantaggio, che non è poco, li hanno già battuti a Stoccolma e h ospiteranno, con tutti gli onori, a ottobre. I destini della Francia passano per le forche caudine di Dublino. Il gruppo 4 è il più ingarbugliato, come documenta la classifica: Svizzera, Irlanda e Francia 13, Israele 12. Mercoledì ne sapremo di più. La situazione si era talmente deteriorata che il et Domenech ha precettato d'urgenza la vecchia guardia: Zidane, Thuram, Makelele. Un indizio, chiaro e allarmante, di travaglio generazionale. Con Zizou, i galletti hanno rialzato la cresta: 3-0 alla Costa d'Avorio, 3-0 alle Faroer. Piccoli morsi di ritrovata vitalità. La Francia si gioca tutto in trasferta, fra Irlanda e Svizzera: clienti che, a loro volta, dovranno darsele di santa ragione. Sempre dopodomani, a Madrid, è in programma un altro «spareggio»; riguarda Spagna e Serbia Montenegro. Avrebbe dovuto dirigerlo Collina. Le improvvise dimissioni del nostro arbitro l'hanno consegnato all'inglese Poli. Curiosamente, i serbi sono gli unici a non aver ancora incassato gol (la Francia, uno; noi. tanto per rendere l'idea, sei). Le furie rosse, che a Belgrado raccolsero un avventuroso 0-0, sono con le spalle al muro. D calendario non offre molti appigh. L'Inghilterra non è in una botte di ferro, ma quasi. Lo scarto di due lunghezze che la divide dalla Polonia si spiega con il bilancio degli incontri, uno in meno. Non è f stattffatìle donfiure il Galles. Eriksson dispòiie di uh centrocampo sontuoso (Beckham, Gerrard, Lampard) e di attaccanti voraci (Rooney, Owen). La critica lo marca stretto: troppi esperimenti. Con i polacchi, già battuti all'andata, se la vedrà a Manchester: sprecasse mai un'opportunità del genere, i tabloid lo sbranerebbero. Il problema rimane il portiere: meglio Robinson di James, che discorsi, ma non è detto che un bel tuffo faccia primavera. Il Portogallo ha staccato la Slovacchia, insidiata dai russi. I vice-cam¬ pioni d'Europa - a differenza dei campioni greci, tenuti sotto scacco dai turchi - non devono che presentarsi all'imbarco. La trasferta a Mosca, altro non sarà che una tappa dalla quale spremere il massimo con il minimo. È la Russia che si gioca le mutande, non Scolari. I Mondiali tedeschi si accingono a celebrare il ritomo dell'Olainda, quarta nel 1998, eliminata nel 2002. Van Basten ha lavorato bene e l'ultima spinta, sabato, gliel'ha data Mutu, stendendo con una doppietta la Repubblica Ceca. Nella migliore delle ipotesi, la Romania salirà a 25, l'attuale quota dei baiavi. I eechi, ammesso e non concesso che superino la capolista a Praga, sono ormai «condannati» al secondo posto. Al contrario di Domenech, capace di sedurre Zidane, il et Bruckner non è riuscito ad abbindolare Nedved. L'assenza del trascinatore juventino pesa come un macigno. L'Olanda è la cicala delle favole. Abbaglia e, sul più bello, si brucia. Eppure ha cuccioli di talento (Robben, Van der Vaart, Van Persie) e un lupo perennemente affamato, Van Nisteirooy. In Armenia, ha deciso lui. Fra i pali, resiste impavido Van derSar. Nessuno è perfetto. E nessuna Nazionale sembra in grado di sgranare il gruppo. Questo è un compito che, di solito, spetta al Brasile. L'Europa avanza compatta. Nulla di nuovo sul piano tattico. I materassi si apprestano a uscire di scena. Lussemburgo, Kazakhistan e San Marino hanno sempre perso, Faroer e Malta hanno racimolato un punto, il Galles di Giggs non esiste più (due pareggi, come l'Azerbaigian). Il Liechtenstein si è tolto lo sfizio di bloccare sul 2-2 il Portogallo. A volte, nel calcio moderno, capita anche ai principi azzurri di smarrire un i acarpa. Ma solo una. E pernon più di una sera. Con un'altra Cenerentola pronta a restituirgliela al ballo successivo. Zinedine Zidane ha rianimato la Francia. È tornato a giocare per la Nazionale, ha ripreso la fascia da capitano e riportato in squadra Thuram e Makelele