Salta la fusione del laser tra Fidia e Prima Industrie di Luigi Grassia
Salta la fusione del laser tra Fidia e Prima Industrie TECNOLOGIA «Ci SONO PROBLEMI DI REDDITIVITÀ» Salta la fusione del laser tra Fidia e Prima Industrie Luigi Grassia Con un voto a sorpresa il consiglio di amministrazione di Prima Industrie ha fatto saltare all'ultimo momento la fusione con Fidia, altra società torinese produttrice (al pari di Prima) di macchine utensili ad alto contenuto tecnologico. L'ultima parola spetterà alla prossima assemblea dei soci; ma sarebbe un colpo di scena ancora più grosso se gli azionisti sconfessassero l'avviso dei consiglieri. Anche l'aritmetica è contro l'ipotesi, visto che il flottante può a stento capovolgere il verdetto dei grandi soci rappresentati nel cda. Peraltro, lo stesso consiglio di Prima Industrie afferma che della fusione si potrà riparlare. Ma adesso no. Perché no? Appena pochi giorni or sono le due società depositavano presso la Consob (l'autorità di Borsa) il prospetto dell'operazione. Era il 26 agosto. Una settimana fa la prospettiva era quella di creare il secondo gruppo italiano del settore (e uno dei più forti in Europa) mettendo insieme i sistemi laser di Prima Industrie e le macchine a controllo numerico e per fresatura di Fidia. Invece Prima ha stabihto di non procedere «tenuto conto dell'impatto sulla redditività di Prima Industrie dei risultati negativi del secondo trimestre di Fidia (pubblicati il 24 agosto, nda) e del conseguente pregiudizio che deriverebbe alla politica di distribuzione dei dividendi da parte di Prima Industria». L'amministratore delegato di Prima, Gianfranco Carbona- to, dice al telefono che «le motivazioni di tipo strategico rimangono valide nel lungo termine, ma una situazione nuova, che non era prevista, ha modificato le prospettive a breve». E questa situazione nuova è individuata in un «risultato peggiore dell'atteso, un calo di fatturato dovuto a un mercato di riferimento che non attraversa un buon momento». Con tutta la dovuta considerazione per il problema dei conti di Fidia fra aprile e giugno, è un po' singolare che una fusione di valore strategico, caldeggiata come tale fino a una settimana fa e chh avrà impatto per gli anni e i decenni futuri venga bloccata sulla base di una trimestrale negativa; come minimo viene il dubbio che le motivazioni di partenza fossero deboli. O no? «In effetti - risponde Carbonato - operazioni come questa non dovrebbero essere condizionate da notìzie che si riferiscono a un arco di pochi mesi. Può darsi che nello specifico la fusione sia stata decisa un po' in fretta ma confermo che lo stop vale solo per adesso, la logica industriale dietro l'operazione è sohda». In effetti le due imprese si conoscono bene, sono complementari e non concorrenti e hanno una lunga consuetudine anche a livello societario grazie a passate presenze incrociate dei top manager nei rispettivi cda. Fonti finanziarie affermano che in realtà le difficoltà di Fidia non dipendono tanto da una crisi generale del mercato quanto da debolezze specifiche (ancorché, si spera, momentanee) della società; inoltre il management di Prima Industrie tiene molto a proseguire la politica dei dividendi degli ultimissimi anni perché per un certo numero di esercizi Prima e i suoi azionisti avevano stretto la cinghia, ristrutturando.e investendo in vista di tempi migliori, e adesso che i tempi migliori sono arrivati i soci hanno poca voglia di intraprendere subito un nuovo percorso difficile. Megbo tirare il fiato. L'ad Carbonato: le cifre negative del trimestre pregiudicherebbero il dividendo, ma l'idea resta valida per il futuro L'ad di Prima Industrie, G. Carbonato
Persone citate: Carbonato, Gianfranco Carbona
Luoghi citati: Europa
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