Il Ris a caccia dell'erede sospetto

Il Ris a caccia dell'erede sospetto FORLÌ DAVIDE VALPIANI ERA GIÀ STATO INDAGATO PER LA MORTE DEI GENITORI Il Ris a caccia dell'erede sospetto Secondo il pm l'uomo potrebbe essere coinvolto nell'omicidio del cognato titolare di una polizza vita FORLÌ . Pareva il solito delitto di provincia. Un uomo con un proiettile nella nuca, sparato da vicino, come un'esecuzione. Pareva il solito delitto perché il corpo di Vincenzo Di Rosa, 36 anni, era spuntato nella notte del 5 agosto vicino alle saline di Cervia, in una strada dove i clienti portano le prostitute che caricano per poche decine di euro sull'Adriatica, nella zona a luci rosse tra Rimini e Ravenna. Pareva. Finché il pm Gianluca Chiapponi, procura di Ravenna, non si è chiesto qualche perché. Perché giustiziare un operaio incensurato che vive ancora con mamma e papà? Perché la sua auto, una vecchia Audi 80, non era accan¬ to al cadavere ma a chilometri di distanza, e a portarla lì non era stata certo la vittima, considerata la posizione del sedile, quanto una persona minuta, decisamente più bassa? Perché due settimane prima di morire Di Rosa aveva stipulato una polizza sulla vita da 450 mila euro, e pochi mesi prima ne aveva firmata un'altra da 350 mila, entrambe a favore della sorella, che ora ne erediterà 800 mila? Alla fine è venuto fuori un nome: Davide Valpiani, che della sorella dell'operaio ucciso è il fidanzato, anche se non è precisamente il tipo da presentatare ai genitori. A chi non vive tra Forlì e Ravenna - o non è vorace di cronaca nera il nome non dice granché. Per gli altri Davide Valpiani, 41 anni, l'ex rappresentante dìformag^i col pallino di giocare in Borsa (e di perdere), il nullafacente milionario per eredità, che prima portava i capelli corti e castani e poi se li è fatti crescere e li ha tinti di biondo, il tizio che va al funerale del quasi-cognato con jeans e stivali da cowboy, e che del cowboy indossa anche l'atteggiamento, è uno da prima pagina. Nel '99 è stato accusato di avere ammazzato la madre, Marisa Donati, a bastonate e di averne carbonizzato il corpo dentro la vasca da bagno della loro ricca casa di Forlì: Villa Davide, così chiamata in onore di quel figlio unico che tanto amava. Nel 2004 è stato condannato in appello per l'omicidio del padre, Giovanni, perché quando gli investigatori hanno fatto riesumare la salma i periti hanno trovato tracce di Fentamyl, un farmaco ospedaliero che uccide lentamente: che avvelena. Valpiani se l'è cavata con una condanna a 5 anni e 3 mesi per omicidio colposo. Per i giudici, non aveva avvelenato il padre. Soltanto, non gli aveva impedito di assumere quella medicina. Nel frattempo Valpiani era in carcere. Scontava 620 giorni per una faccenda di assegni non coperti, che per l'accusa erano la ragione dell'assassinio dei genitori, da cui Valpiani ha ereditato un bel po' di soldi per appianare i debiti, e senza contare la sua storia pregressa, non proprio edificante. Collezionava piccole condanne dall'88. Per aggressione. Per aver incendiato l'auto di una fidanzata. Per omissione di soccorso, minaccia, truffa, coltivazione di cannabis. Era pure riuscito a rubare un chilo di coca a un clan di albanesi. Ora, sebbene la vicenda che l'ha visto assolto per l'omicidio della madre e condannato per quello del padre non sia ancora finita (il 21 dicembre si aprirà a Bologna un nuovo processo in secondo grado), Valpiani è di nuovo iscritto nel registro degli indagati. Di nuovo accusato di un omicidio per eredità. «E' soltanto un'equazione investigativa, non ci sono prove», assicura il suo legale, Carlo Alberto Zaina. Ma intanto altri sospettati, per la morte del quasi-cognato, non ci sono. Valpiani, a proposito della notte dell'oroicidio, spiega di aver cenato da solo, a Rimini, in un locale dove vanno di solito polizia e carabinieri a mangiare la pizza. Peccato che nessuno l'abbia visto. Dice che, mentre mangiava, ha ricevuto la telefonata della fidanzata, angosciata perché non riusciva più a rintracciare il fratello, e così Valpiani si è scaraventato lungo l'Adriatica (dove infatti è stato visto) a cercarlo. Giura che non c'entra niente, ma intanto gli hanno trovato in casa ima pistola giocattolo modificata, e ora il Ris di Parma dovrà stabilire se potrebbe essere un'arma in grado di sparare. Non solo. Gli esperti del Ris stanno anche per fare l'esame dello Stub (quello che accerta la presenza di polvere da sparo) sui campioni prelevati dalle due auto di Valpiani, una Bmw e ima Honda. Sul nastro da pacchi che aveva in casa, su cui è stato trovato un pelo di barba. Sulle due foderine delle automobili. Sul vomito trovato accanto alla vittima. E alla fine i tabulati del cellulare, che stabiliranno se Davide Valpiani ha detto la verità. [an.sar.] Davide Valpiani, sospettato del delitto