Un «Codice da Vinci» nel cuore di Gerusalemme

Un «Codice da Vinci» nel cuore di Gerusalemme mKmBBB SCOPERTE ARCHEOLOGI TROVANO UN SIGILLO CHE LEGHEREBBE MASSONI E TEMPLARI Un «Codice da Vinci» nel cuore di Gerusalemme AldoBaquis TEL AVIV J Un medaglione di piccole dimensioni, capitato rocambolescamente nelle mani di due archeologi israeliani a Gerusalemme, potrebbe riaprire il dibattito mai concluso davvero sulla possibilità che le radici della massoneria (o almeno di una parte di essa) affondino in qualche modo nell'ordine dei templari. La tesi - evocata da Dan Brown nel «Codice da Vinci» - è stata Menzionata ieri anche dal quotidiano Haaretz di Tel Aviv, in genere piuttosto restio a tuffarsi in argomenti dove è difficile separare la realtà storica dalla mitologia. Eppure per l'occasione ha deciso di fare uno strappo alla regola e dedicare una pagina intera all'insolita vicenda. Come nel romanzo di Brown, anche la ricostruzione di Haaretz è ricca di elementi che scatenano la fantasia. Fra gli ingredienti: la moschea al-Aqsa di Gerusalemme, le vicine stalle di Salomone e simboli di difficile interpretazione impressi su medaglione del XIX'' secolo tornato alla luce solo di recente. In questa storia intricata interviene anche, dalla Gran Bretagna, un autorità assoluta nel campo della massoneria e della simbologia: il ricercatore Andrew Prescott. Proprio la moschea al-Aqsa di Gerusalemme è un punto di riferimento obbligato nella storia dei cavalieri templari: unità di elite delle forze crociate, nel 1099 i suoi membri trasformarono quel santuario nel loro comando centrale. Un vasto vano sotterraneo, noto con il nome di Stalle di Salomone, fu da loro adibito a scuderia. Col passare dei secoli, sui cavalieri templari si sono accavallate leggende riguardanti la possibilità che a Gerusalemme - scavando nelle viscere del Monte del Tempio - fossero riusciti ad impossessarsi deh'Arca dell'Alleanza ebraica: lo scrigno dai poteri soprannaturali che conteneva le Tavole della Legge ricevute da Mosè sul Sinai. Altre leggende ipotizzavano che avessero scoperto il Graal: ossia il calice (o vaso) utilizzato da Gesù durante l'ultima cena, dove sarebbe stata conservata qualche goccia del suo sangue versato sulla croce. Nel Codice da Vinci Brown ipotizza (sulla base anche dell'assonanza fra San Graal e sangue reale in francese) che il vaso simbolizzi il ventre di Maria Maddalena, «sposa di Gesù». La storia di Haaretz prende le mosse appunto dalle Stalle di Salomone, che due anni fa è stato adibito a moschea dalle autorità islamiche della Spianata delle Moschee. Per realizzare il progetto, ingenti quantità di terriccio sono state asportate da quell'area e scaricate nella vicina vallata di Qidron, all'ingresso del deserto di Giudea. Diversi archeologi israehani si sono indignati per il comporta- mento dei dirigenti islamici e un'equipe ha deciso di setacciare sistematicamente quei detriti, nella speranza di trovarvi reperti di interesse storico prima che si perdessero nel deserto. Al giornale di Tel Aviv due dei ricercatori, Gaby Barkai e Zahi Zweig, hanno mostrato oggetti di fattura pregevole recuperati neh immondezzaio. Fra questi, un curioso medaglione di bronzo a forma di croce, di un centimetro quadrato. Barkai ha stimato che risalga al XIX" secolo: potrebbe essere appartenuto al celebre archeologo Charles Warren, noto massone, oppure a uno suo compagno nella spedizione che nel 1867 lo portò nelle viscere della terra, sotto alla Spianata delle Moschee. Su un lato del medaglione Barkai e Zweig hanno notato simboli che sembrano appartenere a una loggia massonica: un martello, una tenaglia, alcuni chiodi. La sorpresa è giunta quando hanno esaminato il lato opposto su cui compaiono un sole risplendente e un altare. Al centro di questo lato ha attirato la loro attenzione un calice, sorretto da una corona di spine. Potrebbe essere un riferimento alle origini «templari» di una corrente massonica, di cui quel medaglione sarebbe espressione. Come nei romanzi di Brown, l'ultima parola spetta allo studioso ognisciente, possibilmente inglese. Ma a differenza dei bestseller, in questo caso lo studioso, Prescott, non è stato in grado di fare luce, di svelare il mistero secolare, di lasciare tutti sbigottiti e a bocca aperta. Sulla base di fotografie inotrategli da Gerusalemme, ha risposto questa settimana che quei simboli hanno effettivamente un sapore massonico. Ma nel loro insieme non possono essere apparentati ad alcuna Loggia nota. Resta per ora solo una curiosità in più, per la feheità di queUe guide turistiche che anche a Gerusalemme si sono specializzate negh ultimi mesi in escursioni turistiche «sulle orme del Codice da Vinci». Dagli scavi nelle Stalle di Salomone riemerge un medaglione con martello e tenaglia I medaglione al centro del mistero