Far West&Zaffiri

Far West&Zaffiri L'ILLUSIONE NELL'AFRICA DEI DISEREDATI CHE INSEGUONO IL MIRAGGIO DELL'ELDORADO Far West&Zaffiri E in Madagascar rultimo Eldorado: tra sbronze e risse di avventurieri in cerca del colpo della vita reportage ROBERT BELLERET Al di là del folklore western, qui si trova la realtà miserabile e violenta di una fungaia velenosa. La nazionale 7 malgascia, che coUega Tananarive à Tuléar, corre lungo le spiagge ma è più la strada dell'avventura che quella deUe vacanze. A 700 km dalla capitale si piomba brutalmente in una piana semideserta, disseminata dì palme vagamente hollywoodiane. Qui, in mezzo al nulla, si trova questa specie dì città che evoca irresistibilmente il Far West della corsa all'oro. Il suo nome è Qakaka. La sua ragione di esistere è la ricerca disperata dello zaffiro blu. Per arrivarci bisogna attraversare l'interminabile altipiano di Horombe con le sue alte erbe bionde che ondeggiano sotto un cielo percorso da nubi. Costeggiare i canyon selvaggi dell'Isalo dove si incrocia solo qualche camion sovraccarico, enormi autocarri Tata e immense mandrie dì zebù. I cow-boy locah sono i pastori Baras. Poncho sulle spalle (il lamba) e cappello a larghe tese sul capo, i pastori sono spesso preda dei ladri dì bestiame che hanno scambiato la colt con il kalashnikov. Tutto ha inizio nel 1998, quando un vasaba - uno straniero - trova alcuni zaffiri vicino al fiume. Da allora tutto succede molto in fretta. La voce corre. In meno dì un anno gh 85 abitanti originari delle capanne d'argilla vedono arrivare 100 mila cercatori avidi. Attualmente la popolazione si è stabilizzata attorno alle 60 mila persone. Lungo l'unica strada dì Ilakaka, a fianco dei pochi edifici in mattoni delle compagnie straniere, pullulano ì commercianti di pietre. I loro negozi si riconoscono più per le facciate vivaci deUe case, rosa indiano, verde mela o turchese, che per le insegne tutte simih: Zaffiri Barabory, Zaffiri Remly, Sahara Zaffiri, Zaffiri Vara, Voalavo, ecc. Tra questi prosperano anche botteghe dove si trova di tutto: legumi e frutta d'importazione, tagh di carne ricoperti di mosche, elettrodomestici, hi-fi, biciclette, persino auto d'occasione. Avanzi, per lo più. Siamo in un Paese dove circolano ancora Citroen 2 cavalli adibite a taxi e risciò trainati a forza dì braccia. A Ilakaka i trasporti pubblici sono garantiti da una Renault 4 carica d'anni dove si stipano fino a 10 persone. Ma, oltrepassate la facciata civile del bazar il sorriso si spegne. Si rivela il volto.nascosto dì Ilakaka ed è sordido. È terribile inoltrarsi nell'ammasso di baracche, capanne e miserevoli tende. Un lezzo insopportabile dì urina e dì escrementi si leva dal suolo, che ne è saturo. Le prime capanne sono di assi ma ben presto non si trovano che ripari dì fortuna messi insieme con rottami e pezzi dì plastica. Nel cuore dì questa corte dei miracoli senza miracolo, si trovano anche un noleggio di dvd, un parrucchiere e un hotel: lutto in latta su terra battuta. I rari spazi lìberi sono occupati da collinette dì terra ocra che circondano buchi dì varia grandezza. In questo caos, incuranti del sole a picco, uomini di ogni età lavorano dì pala e scavano come termiti le viscere dì una terra che senz'altro ha già rivelato tutti i suoi tesori. Ognuno ha il suo metodo. In fondo alle fosse alcuni ricavano dei tunnel, che dì rado sono puntellali. Si fanno luce con delle candele e si calano dentro dei sacchi. «Con questi sistemi le frane sono all'ordine del giorno, soprattutto nella stagione delle piogge», testimonia Arsene, 45 anni, che ha lasciato il suo posto dì funzionario a Tana per tentare l'avventura. «Ne muoiono almeno una mezza dozzina ah'anno». C'è chi sì è raggruppato per razionalizzare questa fatica dì Sisifo. In una grande cavità una dozzina dì compagni si passa da una postazione all'altra, grandi palate di terra che,portate in superficie, saranno passate al setaccio o lavate nel fiume. Sono quasi certamente degh schiavi che hanno venduto le loro braccia a un padrone che li paga a percentuale. Inutile domandare [oro se la pesca è fruttuosa. A Ilakaka, per il curioso dì passaggio, lo zaffiro è come l'araba fenice. Sì dice che il valore deUe gemme trovate in una giornata sì, superi ì 150 mila euro. Ma noi non riusciamo nemmeno a intravedere una sola pietra. In teoria i cercatori dovrebbero far registrare ì loro ritrovamenti al capannone del servìzio deUe miniere, dove sono valutati, certificati e messi al sicuro. In realtà, a rischio dì farsi fregare, preferiscono vendere i loro tesori sottobanco, passandoli dì mano in mano avvolti in un pezzo di stoffa. In genere sono i malgasci a fare da intermediari fra minatori e acquirenti. Trattenendo una percentuale del IC/o si assicura- no un margine di profitto dì tutto rispetto. Ma chi di sicuro fa fortuna sono ì commercianti, tranquihamente seduti nelle loro botteghe ma arrivati da lontanò, Sono cingalesi, thailandesi, india- ni e pakistani, che sanno stimare a occhio il valore deUe pietre. Le più belle saranno trattate in Asia prima dì essere rivendute in Euro- pa o negh Stati Uniti. A meno che non siano commercializzate in Sri Lanka o in Thailandia. Lo sforzo titanico dì questi forzati non sì fonda su una chimera. A Ilakaka le pietre preziose abbon- dano e se al 9507o sono zaffiri blu, violetti, rosa o purpurei, nella zona si trovano anche tormaline, topazi, granati, acquamarine, ametiste e alessandriti i cui rifles- si verdi virano al rosso con la luce. «È un giacimento enorme -conferma Alain, un geologo - e le pietre, depositate negh strati allu- vìonali, sono ancora facilmente ShS* e spesso ^ ottima Chi arriva qui con il taxi della brousse o sul pianale di un ca- speranza: vedere, almeno una volta, lo splendore degh zaffiri. con un po' dì fortuna, se scamperanno alle malattìe, agh incidenti e alle buche aperte, ì più accorti torneranno a casa con i soldi sufficienti a comprarsi una caset- ta o qualche zebù. Ma quanti altri lasciano a Ilakaka le loro illusioni, lajoro salute, a volte la vita? Copyright Le Monde Al di là del folklore a Ilakaka sì trova la realtà miserabile e violenta di una fungaia velenosa IUUO na miZIO nel 1998, quando UnO Straniero trOVa aiCUne pietre preZIOSe \zirÌno al f ii irno VICinO ai TlUme È terribile inoltrarsi nell'ammasso di misere baracche. Dal suolo si leva un lezzo insopportabile I n questo caos, sotto il sole a picco, uomini di ogni età scavano come termiti le viscere della terra L'affare principale sono ovviamente gli zaffiri: che si vendono e si comprano in ogni bottega della città L'unica strada di Ilakaka, dove s'affacciano botteghe che vendono di tutto Madagascar Antsiranana Sambava | O Mahajanga . p J Morondava ANTANANARIVO Fianarantosa z ifoamasina { ITAKAKA OCEANO INDIANO TbliaraO Androka

Persone citate: Baras, Zaffiri Barabory, Zaffiri Remly, Zaffiri Vara

Luoghi citati: Asia, Ilakaka, Madagascar, Stati Uniti