E il sindaco nero urlò: mandateci John Wayne di Paolo Mastrolilli

E il sindaco nero urlò: mandateci John Wayne RAY NAGIN DI FAMIGLIA POVERA, E' STATO ELETTO COME PALADINO DELLA LOTTA ALLA CORRUZIONE AL MUNICIPIO E il sindaco nero urlò: mandateci John Wayne Paolo Mastrolilli NEW YORK «Dovete alzare il culo è mobilitare i fottuti militari per venirci ad aiutare». Non è il linguaggio che uno si aspetterebbe dal sindaco di una città artistica come New Orleans, e neppure il rude Giuliani lo adoperò dopo 1' 11 settembre. Eppure, a giudicare dalle immagmi della Guardia Nazionale che ieri entrava nel centro della città allagata, le parolacce di Ray Nagin hanno raggiunto il loro obiettivo. Da uno come lui bisognava aspettarsi sorprese, anche se la gente non sa ancora se ringra¬ ziarlo o cacciarlo a pedate dal municipio. Clarence Ray Nagin è uno di loro, perché è un nero nato a New Orleans l'I 1 giugno del 1956. Non veniva da una famiglia ricca, ma era stato abbastanza furbo da capire che lo studio poteva essere una via d'uscita dalla miseria. Quindi si era iscrìtto alla Tuskegee University e nel 1978 aveva preso un diploma in Ragioneria: non era roba da premio Nobel, ma bastava a cominciare una carriera. Ray era un ragazzo svegho e ci aveva messo poco a crescere. La Cox Enterprises, una delle più grandi aziende di comunicazioni nel Sud degli Stati Uniti, aveva bisogno di qualcuno per rilanciare le sue tv via cavo in Louisiana, unico pozzo senza fondo della compagnia che perdeva soldi. Nagin si era fatto avanti, era diventato vice presidente e, general manager, e puntando sulla cortesia verso i clienti e le nuove tecnologie aveva ribaltato la situazione. Nel frattempo era diventato pure milionario, perché la Cox aveva ripagato bene i suoi risultati. Da buon ricco, magari affetto dalla «sindrome dello zio Tom» che ceite volte contagia i neri di successo, sì era iscritto al Partito Repubblicano. Non faceva politica ma donava soldi, al presidente Bush, al potente deputato Tauzin e anche al senatore Breaux, ma solo perché era il democratico più vicino alla Casa Bianca. Per il resto lavorava nella comunità, con i titoli onorifici dì presidente dello United Negro College Fund's e del club 100 Black Men of Metro New Orleans, e viveva nel tranquillo Bayou St. John con la moglie Seletha e i tre figli Jeremy, Jarin and Tianna. Nel 2002, però, qualcosa deve avergli dato alla testa. Era in programma l'elezione del sindaco, con candidati forti come il capo della polizìa Richard Pennìngton e il senatore Paillette Irons. Il dilettante Nagin aveva deciso di presentarsi, finanziando l'intera campagna col suo portafoglio, e come prima mossa era passato al Partito Democratico, perché gli dava più possibilità dì vincere in una città nera. Aveva basato il programma sulla lotta alla corruzione e la gente gli aveva creduto, eleggendolo col 590Zo dei voti, alla faccia dei baroni della politica che lo sfottevano. Ray aveva dimostrato subito che non scherzava, aprendo il mandato con un'inchiesta che aveva portato all'arresto di 84 funzionari comunali: «Prende¬ vano mazzette - spiegò il sindaco -, e le tangenti non devono più far parte del fascino di New Orleans». Stesso discorso con la polizia, strigliata perché mettesse la briglia ad una delle città più violente d'America. Lunedi scorso, però, alla porta del sindaco ha bussato Katrina. Nagin ha ordinato l'evacuazione obbligatoria, ha aperto lo stadio Superdome per chi non poteva andare via, ha proclamato la legge marziale quando gli sciacalli sono scesi in strada, dicendo apertamente che «ci sono drogati in giro che cercano roba». La città, però, è caduta lo stesso in ginocchio, e la gente ha cominciato a fare paragoni con l'I! settembre: «Ray non è Rudy». Nagin allora è diventato la voce della disperazione, denunciando «mighaia dì morti». Ha chiamato il presidente che un tempo finanziava e gli ha detto: «Non basta che voli sopra le rovine. Ci serve tutto; soldati, camion, cibo, acqua, e un John Wayne. per riportare l'ordine». Ieri John Wayne è arrivato, con la divisa del generale della Guardia Nazionale Russel Honore, ma non è sicuro che la gente ringrazìeràRay. La gente si chiede se il loro primo cittadino sarà all'altezza di Giuliani Un agente della Guardia costiera controlla lo spostamento degli sfollati Il sindaco di New Orleans, Ray Nagin

Luoghi citati: America, Louisiana, New Orleans, Stati Uniti