IL PERICOLO DI UNA RAI IN FOTOCOPIA

IL PERICOLO DI UNA RAI IN FOTOCOPIA IL PERICOLO DI UNA RAI IN FOTOCOPIA Mario Peaglio NELLA vicenda Banca d'Italia occorre sgombrare il campo da tre diffusissimi luoghi comuni che inducono a impostazioni errate. Il primo luogo comune è che il lato soggettivo, ossia se il Governatore sia colpevole di qualcosa e quale sia il livello di gravità di tale colpa, rivesta la massima importanza. E' ben più importante, invece, il lato oggettivo, ossia la perdita di credibilità del Paese all'estero a seguito delie vicende che l'hanno coinvolto. Quando si parla di perdita di credibilità - ed è questo il secondo luogo comune molti pensano a una questione di stile e di «brutta figura». In realtà si tratta di qualcosa di completamente diverso e di molto più concreto, ossia di costi aggiuntivi per il servizio del debito pubblico italiano, sotto forma di interessi più elevati che il Tesoro dovrebbe pagare e che potrebbero concretizzarsi rapidamente, modificando sensibilmente in peggio il quadro della futura legge finanziaria. Il terzo luogo comune è quello del conflitto di interessi, in quanto la Banca d'Italia svolge funzioni di controllo e vigilanza su banche che ufficialmente ne sono proprietarie in quanto posseggono quote del suo capitale. Tutti sanno che questa è una vera e propria finzione giuridica: gli istituti di credito proprietari delle quote non hanno mai esercitato le funzione degli azionisti e alle assemblee annuali si sono sempre comportati come scolaretti rispettosi e impauriti. Pur nel suo formalismo, la questione del conflitto di interessi può, però, rappresentare CONTINUA A PAGINA 4 PRIMA COLONNA

Persone citate: Mario Peaglio