Nuovo braccio di ferro sulla villa dell'Agusta di Alessandra Pieracci

Nuovo braccio di ferro sulla villa dell'Agusta PORTOFINO IL FRATELLO E I NIPOTI DELLA CONTESSA MORTA QUATTRO ANNI FA HANNO CHIESTO IL SEQUESTRO Nuovo braccio di ferro sulla villa dell'Agusta D fidanzato messicano non avrebbe rispettato gli accordi Alessandra Pieracci GENOVA Quattro anni di battaglie legali tra singoli eredi, cordate di eredi, parenti diretti e acquisiti, parenti dolenti e parenti serpenti, oltre a richieste di creditori per milioni: a quattro anni dalla morte di Francesca Graffagni, contessa Vacca Agusta, vedova del re degli elicotteri, un'ennesima puntata giudiziaria risolleva questioni di soldi, tanti, in un complicato intreccio di interessi ancora da dipanare. Motivo del contendere, ancora una volta. Villa Altachiara, la suggestiva dimora protetta dai pini e protesa sul mare, da cui la contessa Agusta precipitò sulle rocce e nelle onde, in una notte di gennaio. Sequestrata e dissequestrata più volte, e non solo per le esigenze degli investigatori dopo la tragedia, la villa è ora oggetto di una nuova richiesta di sequestro conservativo da parte del fratello della nobildonna scomparsa, Domenico Vacca Graffagni, e dei due nipoti, Lorenza e Federico. I tre si sono rivolti al Tribunale di Chiavari, tramite gli avvocati milanesi Massimiliano Di Noia e Alberto Baccani, per far rispettare un accordo sottoscritto dall'ultimo compagno della donna, il messicano Tirso Chazaro, erede della fortuna della contessa. A quanto pare, subito dopo la morte di Francesca Vacca, mentre infuriavano le polemiche su un paio di testamenti che attribuivano in maniera diversa il patrimonio conteso. Tirso Chazaro, designato nell'ultimo come erede universale, avrebbe raggiunto un accordo, probabilmente per evitare troppi contenziosi, appunto con il fratello e i nipoti della donna, accettando di dividere quella che sarebbe stata la sua quota in tre parti: il 6007o ai Graf fagna, il 40 per sé. L'accordo non sarebbe mai stato onorato. Già in precedenza i congiunti della contessa si erano rivolti al magistrato, ma, per una questione procedurale, il giudice aveva prima concesso, poi revocato il sequestro. Sequestro che non si riferisce all'immobile, ma alle quote della D.M.C. Immobihare srl, proprietaria della villa. Ora la decisione spetta al giudice Valeria Albino e l'udienza è fissata per il 28 di ottobre. Ma la questione non è tutta qui. Le quote della villa, infatti, sono già state sequestrate in precedenza, in seguito alla richiesta presentata da un avvocato, creditore di 900 mila dollari per una vicenda trattata per conto della contessa. E sempre l'immobile era stato al centro di un complicato affare di compravendita di quote. La questione era esplosa nel novembre del 2002 quando due legali presentarono un ricorso come creditori della contessa Agusta e di conseguenza creditori dell'erede universale Tirso Chazaro. Ma nel frattempo Chazaro e il precedente compagno della contessa, Maurizio Raggio, avevano stipulato un accordo per la spartizione dell'eredità, e le quote della società Dmc erano passate alla Ellanby Limited, creata da Raggio e Chazaro con quote rispettivamente del 40 e 6007o. D passaggio di quote era estremamente funzionale al blocco delle richieste dei creditori. Una prima sentenza del Tribunale di Chiavari, nel febbraio scorso, aveva dichiarato nullo l'accordo, facendo riconfluire tutte le quote nella Dmc, società che gestisce appunto il patrimonio della contessa. Maurizio Raggio, Tirso Chazaro e Susanna Torretta, l'ex commessa di boutique diventata segretariaamica-confidente della contessa Agusta, sono i comprimari di una vicenda che, nel bene e nel male, vede ancora protagonista la figura della donna scomparsa, la sua mondanità, i suoi eccessi, le sue insicurezze, le instabilità emotive. Se Tirso, maturo playboy, era stato l'ultimo fidanzato, è con Raggio che Francesca Vacca aveva attraversato gli anni più scintillanti e spericolati, quelli di Tangentopoli e della Milano da bere. Ma l'S gennaio del 2001 Raggio non c'è, è in Messico. Ci sono Chazaro, Susanna Torretta, la cameriera polacca. Teresa Podbial. Racconteranno che Francesca aveva bevuto e ingerito tranquillanti, era depressa, agitata, gridava e piangeva. In questo stato confusionale fugge in giardino. Gli altri pensano che si sia nascosta magari in casa, l'aveva già fatto, per attirare l'attenzione. Invece la donna è fuori, nella bufera di pioggia e vento. Quando la cercano, ore dopo, non la trovano più. E' il 22 gennaio quando in Francia, a Gap Benat dinanzi al promontorio di Barnes des Mimosas, scoghera tra Marsigha e Tolone alta una quindicina di metri con pineta disseminata da ville esclusive, viene ritrovato il cadavere di una donna. È il corpo della contessa Agusta, riconosciuto ufficialmente dal fratello. Per gh investigatori, nonostante i tanti misteri di quelle ultime ore, non ci sono dubbi: la morte è stata accidentale. La contessa Francesca Vacca Agusta: è morta nella caduta dalla scogliera della villa

Luoghi citati: Chiavari, Francia, Genova, Messico, Milano, Portofino, Tolone