Resta il giallo sul caso-Israele Navarro: quella frase non fu mia

Resta il giallo sul caso-Israele Navarro: quella frase non fu mia IL PORTAVOCE PRESA DI DISTANZA DALLA SEGRETERIA DI STATO? «NO, CHIAREZZA» Resta il giallo sul caso-Israele Navarro: quella frase non fu mia CIHA DEL VATICANO Il «caso» diplomatico fra Vaticano e Israele si arricchisce di un nuovo episodio, con un chiarimento fuori dell'ordinario da parte del direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro Valls. Il 24 luglio il Papa parlò di terrorismo, all'Angelus, e non incluse Israele fra i paesi colpiti. Il ministero degli Esteri israeliano reagì con aggressività, attaccando il Pontefice, e accusando anche Giovanni Paolo n di non aver sempre condannato gli attentati. Una nota della Sala Stampa vaticana rispose due giorni più tardi con durezza: «Non sempre ad ogni attentato contro Israele è stato possibile far seguire subito una pubbhca dichiarazione di condanna, e ciò per diversi motivi, tra l'altro per il fatto che gli attentati contro Israele talora erano seguiti da immediate reazioni israeliane non sempre compatibili con le norme del diritto intemazionale. Sarebbe stato pertanto impossibile condannare i primi e passare sotto silenzio le seconde». Qualche giorno fa una lettera di Sharon metteva il sigillo al caso, e due giorni più tardi il Segretario di Stato, cardinale Sodano, riceveva l'ambasciatore di Israele, Oded Ben Hur. Un quotidiano citava fra viigolette, non si sa se attribuendo la frase a Ben Hur, o a Sodano: «Le dichiarazioni di Navarro Valls sono state un poco inappropriate». E lo stesso quotidiano ieri pubblicava una precisazione del direttore delia Sala Stampa: «Non l'avevo scritta io, né mi era stata letta». Aggiungendo che era stata opera della Segreteria di Stato, da cui peraltro la Sala Stampa dipende. Ma perché questo chiarimento? Navarro ci risponde: «H giornale mi ha telefonato mentre ero all'aeroporto ripartendo da Cracovia, dove avevo assistito alla cerimonia di insediamento dell'arcivescovo Stanislao Dziwisz. Credo che abbiano voluto correggere quell'errore, di aver scritto che era stata una dichiarazione mia. Non fu data come una dichiarazione, ma come una "nota" della Sala Stampa. Probabilmente hanno voluto chiarire questa faccenda». Ma in questo modo, gli facciamo notare, sembra che scarichi la responsabilità sulla Segreteria di Stato; e c'è chi dice, in Vaticano, che si tratta di un attacco. «Questa è una stupidaggine grossa come una casal - reagisce, con un gesto di deprecazione -. Figuriamoci se potrei mai fare una cosa del genere». Ma quella precisazione sembra scaricare su altri la responsabilità. ((E' un errore del giornale. Era stata data come una dichiarazione mia, e invece era una nota impersonale. Mi hanno chiesto: lei ha detto questo? Io ho risposto, no, non l'ho detto io, né è una mia dichiarazione. E d'altronde questo appare cMaro dal Bollettino della Santa Sede di quel giorno». Dalla Segreteria di Stato non è stato possibile avere nessuna reazione; anche se indubbiamente la «precisazione» da parte del direttore della Sala Stampa ha creato molta sorpresa e perplessità, a dir poco. Anche perché da molti anni quest'organismo è stato «sottratto» al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e posto alle dirette dipendenze della «terza Loggia». Nel corso degli anni però Navarro Valls aveva costruito un rapporto molto forte e diretto con il Papa e il suo entourage; non a caso sabato era a Cracovia, per festeggiare monsignor Dziwisz. Benedetto XVI l'ha confennato nel suo molo subito dopo l'elezione. E nel momento in cui era diffusa la «nota», Navarro stava tornando dalla Val d'Aosta con papa Ratzinger. [m. tos.] Joaquin Navarro Valls

Luoghi citati: Cracovia, Israele, Val D'aosta, Vaticano