Tornano i kamikaze palestinesi strage sfiorata: cinquanta feriti di Aldo Baquis

Tornano i kamikaze palestinesi strage sfiorata: cinquanta feriti TERRORISMO A BEER SHEBA IL PRIMO ATTENTATO DOPO IL RITIRO ISRAELIANO DA GAZA Tornano i kamikaze palestinesi strage sfiorata: cinquanta feriti Aldo Baquis TEL AVIV Ad una settimana dal ritiro israeliano da Gaza e da alcune colonie della Cisgiordania settentrionale, il terrorismo palestinese è tornato a colpire ieri quando un kamikaze ha cercato di farsi esplodere fra una folla di israeliani a Beer Sheba, nel Neghev. Nelle intenzioni dei mandanti, doveva essere una strage. L'uomo - Ayman Zaakik, 25 anni - aveva con sé una borsa con cinque-dieci chilogrammi di esplosivo, potenziati da chiodi, viti e bulloni. Era partito in mattinata da Beit Ummar (presso Hebron, Cisgiordania). Poco dopo era già a Beer Sheba, alla stazione centrale degli autobus, in quel momento affollata anche di soldati che rientravano alle loro basi del Neghev al termine di un week-end di licenza e di riposo dopo le fatiche dello sgombero delle colonie dei giorni scorsi. Ma forse l'obiettivo di Zaakik era un altro: l'ospedale Soroka, che per la seconda volta in pochi mesi sarebbe stato obiettivo dei terroristi. Un autista, a cui il giovane aveva chiesto indicazioni, ha però avvertito il pericolo: sia per lo borsa evidente del palestinese, sia per il fatto che sudava copiosamente. Mentre due guardie civili si avvicinavano di corsa per perquisirlo, il kamikaze si è fatto esplodere. La deflagrazione ha provocato il ferimento di una cinquantina di passanti. L'attentato non è giunto inaspettato. Ancora giovedì ci sono stati la uccisione a Gerusalemme dì un ebreo ortodosso (cittadino britannico) e la uccisione a Tulkarem, in uno scontro a fuoco, dì cinque palestinesi: per Israele erano tutti (anche due adolescenti) miliziani dell'Intìfada, legati alla Jìhad islamica, a Tanzìm Watah) e anche agli Hezbollah libanesi. Ma per i palestinesi erano tutti civili, ad eccezione di uno. Ieri, quando il presidente Abu Mazen ha condannato «il raid terroristico dì Beer Sheba», ha comunque messo l'episodio sul medesimo piano dell'uccisio¬ ne dei palestinesi a Tulkarem. «I civili non vanno uccisi mai, né da parte dei palestinesi né da parte degli israeliani» ha sottolineato. Da parte sua la Jihad islamica ha rivendicato la paternità dell'attentato ribadendo che si trattava di un'operazione di ritorsione «per le vittime di Tulkarem». A quanto pare, all' attentato di Beer Sheba hanno preso parte anche le Brigate dei martiri di al-Aqsa, il braccio armato di al-Fatah. Anche se formalmente sia gli israeliani sia i palestinesi si dicono interessati a mantenere il periodo di calma (tahdya) nei Territori, gli episodi di violenza si susseguono. Prima e durante il ritiro israeliano da Gaza, due estremisti ebrei hanno assassinato otto palestinesi (a Shefaram, Galilea e a Shilo, Cisgiordania) nel tentativo di ostacolare lo sgombero. Uno dei terroristi ebrei (dietro al quale non è stata individuata alcuna organizzazione) è pure rimasto ucciso. Dieci giorni fa, altri estremisti ebrei hanno deposto la testa di un maiale (animale impuro per l'Islam) all'ingresso di una moschea di Tel Aviv. Hamas, che da mesi sta organizzando alla luce del sole a Gaza ima milizia popolare armata, continua a dirsi vincolato dalla tregua, ma sostiene pure che non possono essere ignorati «i massacri di palestinesi, le profanazioni dei nostri luoghi sacri e le sofferenze che i nostri uomini patiscono nelle carceri sioniste». In questa atmosfera avvelenata giunge oggi a Gaza il capo dell'intelligence dell'Egitto, generale Omar Suleiman. Nel Sinai si susseguono gh attentati contro le sue forze da parte di beduini alleatisi ad al-Qaeda. Adesso, in virtù di uno storico accordo con Ariel Sharon, l'Egitto ha deciso di schierare le proprie forze al confine con la Striscia di Gaza (Asse Filadelfi) nell'intento di impedire trafugazioni di armi all'Intifada. Nella seconda metà di ottobre, Israele consegnerà ad Abu Mazen le aree dove sorgevano le colonie di Gaza. Entro quella scadenza l'Asse Filadelfi passerà sottocontroUo egiziano: questa intesa rappresenta però per Israele ima vera roulette russa, ha già avvertito la destra del Likud che mercoledì tenterà dì bloccare in extremis l'intesa in parlamento. Obiettivo era la stazione centrale degii autobus affollata anche di soldati ^e rientravano dalle nrwaTinni Hi cnnmhorn y^^E^-MM^^JS... i - KU^.J rK,(anrÌIz-a LdJIlldU MVemiLd «F stata una ritorsione» L'arcipelago dei miliziani estremisti I MARTIRI DIALAQSA Nella foto: due militanti sparano per aria durante un corteo a Nablus « * e Le Brigate dei martiri di Al Aqsa nascono come propaggine di Al Fatah, l'organizzazione fondata da Arafat. Il loro esordio nel panorama del terrore è dell'ottobre 2000, subito dopo lo scoppio della seconda intifada, quando rivendicano l'uccisione di due guardie giurate a Gerusalemme Est. LA JIHAD ISLAMICA Una bandiera del movimento Integralista sventola su un tetto a Khan Yunus • ••\ì movimento della Jihad Islamica nasce alla fine degli Anni '70 in Egitto a opera di Fathì Shaqaqi che criticava i Fratelli Musulmani per essere diventati troppo blandi con Israele e per aver abbandonato ta causa palestinese. Il suo fine è la lotta armata a oltranza contro Israele HAMAS Un miliziano con il volto mascherato manifesta "aSSdTulkarem *.. Hamas nascenel 1987 a opera dello SceiccoYassin con l'obiettivo, enunciato nel primo articolo dello statuto dell'organizzazione, di distruggere Israele. Di matrice integralista, il largo consenso di cui gode è dovuto anche alle ^SKKSr:scuo,e' Due poliziotti esaminano il luogo dell'attentato kamikaze a Beersheba