Tabacci sfida i banchieri padani di Antonella Rampino

Tabacci sfida i banchieri padani PARTITI E CREDITO IL DEPUTATO CENTRISTA DI MAGGIORANZA: FASSINO E D'ALEMA NON SONO PROTAGONISTI, MA SOLO TIFOSI. COSA GRAVE QUANDO SI DEVONO FISSARE BUONE REGOLE Tabacci sfida i banchieri padani «E' una barzelletta sentire Maroni che rinnega gli aiuti avuti da Fazio» Antonella Rampino R0MA 1 Era il 25 novembre di cinque anni fa, quando Umberto Bossi fece irruzione agitando tra le mani un fax neh assemblea dei soci di Credieuronord: «È arriva- ta l'autorizzazione di Fazio, ades- so anche noi padani abbiamo la nostra banca». Tripudi, bottiglie stappate, militanti convocati al teatro San Babila per sottoscrive- re quote e conti correnti. È solo l'inizio di una lunga storia: dopo li via libera, dopo che alcuni amministratori di Credieuro- nord vengono indagati e poi nel maggio scorso rinviati a giudizio per riciclaggio, la banca finisce nei guai. Viene salvata proprio dalia Popolare di Lodi di Giampie- ro Fiorani. Se lo ricorda bene Bruno Tabacci. «Adesso Maroni dice che con Credieuronord la difesa leghista di Fazio non c'en- tra nulla. Ma questa è ima barzel- letta!». Quel che si ricorda bene il centrista (di maggioranza) pre- sidente della Commissione atti vita produttive è soprattutto cosa accadde quando in Parla mento si trattava di delimitare ruolo di Banca d'Italia e manda to a tempo indeterminato per il governatore : «Fu proprio Maro ni ad annunciare in aula, alla Camera, il capovolgimento di posizione rispetto a quella che la Lega aveva tenuto in commissione, che allora riguardavano sia Ì^e daeU™a ^ Ì^S^i^S^o questa motivazione: che c'era stat0 ^ intervento, tra l'altro di KaXlf0'a favore deUa diPtTSSSSa blica ieri sosteneva che quella banca era ambitissima, che in corsa c'era pure la Banca Popola re di Milano, allora guidata da Roberto Mazzetta. «Un'altra stu pidaggine. Intorno al Credieuro nord l'interesse della Banca Po polare di Milano era limitato a sottoscrivere l'aumento di capi tale, non a sobbarcarsi le perdite pregresse. Fatti questi di cui la Banca d'Italia era assolutamente informata: la Popolare di Milano era pronta ad acquisire i due sportelli di Credieuronord, evi- tandone la liquidazione, parteci: pando all'aumento di capitale. Certo non facendosi carico anche delle perdite pregresse, dato che quei 'lianchieri padani" in poche operazioni, quattro o cinque in tutto, avevano bruciato tutto il capitale. Perdite, lo dico per inciso, di cui senza il salvataggio della Popolare di Lodi si sarebbero dovuti far carico i sottoscrittori leghisti. Poi è intervenuto Fiorani, e la Lega in Parlamento è andata dritta alla difesa del mandato del governatore». Linea mantenuta sino ad oggi, e che tale resterà, quel che è peggio, fino a domani. Anche per l'incertitudine in cui sembra versare il centrosinistra. «Il governo su Fazio frena, ma certo non è l'unico. C'è anche l'opposizione. Immagino che la valutazione riguardi le operazioni ancora in corso. Evidentemente il criterio che è stato così fortemente contestato nel caso della Popolare di Lodi si vorrebbe fosse speso per l'Opa di Unipol su Bnl». Ma attenzione, le mani della politica sulle banche ci sono, ma nel caso del centrosinistra è diverso: «Piuttosto, lì si è andati a rimorchio», dice Tabacci non nascondendo un certo sarcasmo. «Fassino e D'Alema non sono protagonisti, sono solo tifosi. Ed è grave, certo: la politica dovrebbe preoccuparsi di fissa¬ re delle buone regole e poi di farle rispettare». Mentre certo è giusto, «anche se Maroni pare essersene accorto solo oggi», voler scioghere il conflitto d'interessi di Banca d'Italia, «i controllati che controllano il controllante», come dice il ministro leghista. Tabacci, che lo sostiene da anni, segnala un altro aspetto: quello del «capitale della Banca d'Italia tenuto a libro dai diversi istituti con partecipazioni diverse: è di 1 a 100 la differenza tra quanto è valutata la partecipazione della Banca d'Italia nel bilancio di Unicredito, e quanto invece quella della Popolare di Lodi, oggi detta Popolare Italiana». Fiorani controllava Fazio? «Avere un istituto centrale che fa la vigilanza bancaria, sganciato in termini di possesso di capitale oltre che di governo delle strutture dai suoi vigilati, è un altro dei punti che abbiamo sollevato. E che può essere risolto passando queste quote alle Fondazioni o al Tesoro». Astupire Tabacci infine c'è un problema, come dire, di antropologia: «Maroni difende la banca padana. Ma l'interesse dell'economia del Nord è parteggiare per presunte difese di italianità, o puntare sull'efficienza di istituti come Unicredit, che si integrerà con una delle maggiori banche tedesche?». Nel giorno dell'autodifesa al Cicr aveva detto: «lì Parlamento estate ricattato. Le forze politiche? Sono tutte ostaggio di quelle economiche I leghisti sono passati alla scuderia di Fiorani Le cose vanno peggio che ai tempi della vecchia De» Bruno tabacci Presidente della Commissione Industria della Camera, su La Stampa del 27 agosto «La Lega cambiò linea sul mandato a termine cnbnanrln rho r'ora SpieganOO Cne C eia stato un intervento per il loro istituto»

Luoghi citati: Giampie, Lodi, Milano, Unipol