Maroni si schiera in difesa «Vogliono ostacolare la grande Banca del Nord»

Maroni si schiera in difesa «Vogliono ostacolare la grande Banca del Nord» LA LEGA CONTRO VENERDÌ' PROSSIMO CONSIGLIO DECISIVO A PALAZZO CHIGI Maroni si schiera in difesa «Vogliono ostacolare la grande Banca del Nord» ROMA La riforma di Bankitaha? La Lega direbbe sì se non significasse la fine del progetto di una grande banca del Nord, ma siccome questo è quello che accadrà si opporrà. La vede così Roberto Maroni il giorno dopo l'autodifesa di Fazio e la cauta apertura di Berlusconi a ima nforma del mandato di Bankitaha. Il Carroccio alza la posta senza diplomazie: se si vuole rivedere le regole di via Nazionale non bisogna ostacolare il progetto di Gianpiero Fiorani, la fusione fra la Popolare italiana (ex Lodi) e Antonveneta. Il partito di Bossi è così deciso da essere pronto a ima «battaglia solitaria contro l'establishment» pur di vedere prevalere le sue ragioni. Nelle parole del ministro del Welfare c'è anche un po' di tattica wait and see. «Vediamo venerdì. Noi siamo sereni, ma intendiamo contrastare fino in fondo un'operazione che vede Fazio come capro espiatorio. Questa è un'operazione finanziaria e di potere che coinvolge le grandi banche, il Corriere delle Sera e la sinistra». «Essere soli non ci preoccupa, anzi ci esalta. Faremo la nostra battaglia», spiega Maroni all'Ansa. L'oggetto del contendere non è la figura di Fazio: al Carroccio non interessa difendere il governatore. «La nostra è una battaglia contro un sistema che passa sopra le regole e vuole impedire lo sviluppo di una forte presenza finanziaria di stampo padano». Dunque? «Se venerdì ci sarà una proposta equilibrata, che non vuole bloccare a tutti i costi le opera¬ zioni in corso, la valuteremo positivamente». Ma «se sarà, come temo, una proposta che invece vuole interferire, allora staremo dalla parte di chi difende le regole e non di chi le vuole modificare a suo uso e consumo». Perché «questa è la natura vera di quello che è successo questa estate, usando ogni mez- zo, anche le intercettazioni illecite». Almeno a parole la posizione del Carroccio sembra irremovibile. Se si valuta il proclama di Maroni alla luce della piega che ha preso l'operazione Antonveneta, quello della Lega assomiglia a un «no» senza appello. Resta però il fatto che la parziale apertura di Berlusconi ha cambiato lo scenario, e la strada delle nuove regole ora sembra in discesa. Anche gli uomini più vicini al premier, finora molto prudenti, dopo il Cicr di ieri hanno cambiato registro. «La relazione del governatore è stata esauriente, e ritengo che Fazio abbia agito nella legge», dice il ministro Scajola. Anche se «resta una questione politica che deriva dal danno di immagine che tutta la vicenda ha causato alla credibilità della finanza italiana. Senza intenti punitivi occorrono regole su mandato e collegialità». La parola d'ordine fra chi nella maggioranza ora è favorevole alla riforma è «sì ma senza linciaggi», come dice l'Udo Carlo Giovanardi. «Bloccata quella strada non rimane che la riforma dell'Istituto, votata dal Parlamento, pensata non contro qualcuno ma per farsi carico delle mutate condizioni istituzionali ed economiche». Il problema resta capire se e come il governo sarà in grado di portare a termine un percorso che semphce non è. Nella maggioranza ad esempio c'è Giulio Tremonti che, pur non uscendo troppo allo scoperto, resta scettico sull'ipotesi che al momento sembra la più probabile: ima risoluzione parlamentare che in qualche modo obblighi Bankitaha a riformarsi. E' però vero che i tempi sono stretti, perché comunque è una strada che potrebbe non prescindere da una. modifica della legge sul risparmio. Il provvedimento sarà in aula al Senato (alla Camera è già stato approvato) il 14 settembre. E il termine per la presentazione di eventuali emendamenti è quello dell'B settembre. Anche gli uomini più vicini al governatore si dicono favorevoi alla riforma ma, come precisa ad esempio il senatore Ivo Tarolli, compagno di passeggiate di Fazio, «nell'ottica di un rafforzamento dell'istituzione». Un riferimento nemmeno troppo velato ai poteri in materia di concorrenza che nelle intenzioni dei più interventisti dovrebbero passare all'Antitrust. Una modifica malvista dalle parti di via Nazionale e che non potrebbe essere oggetto di un'autoriforma ma passare da un emendamento al disegno di legge sul risparmio. [a.ba.] il leghista del Welfare denuncia «un'operazione finanziaria e di potere che sta coinvolgendo il Corriere della Sera fSffSte"Ìa sinistra» Giovanardi in favore di un ripensamento dei criteri che guidano via Nazionale, tremonti .^^.'C9..SH ..n1—^? ,; Anche I DÌÙ fedeli ~ al banchiere centrale ^nr^n i,,« T-,^^ÌÌ; CO ITI e IVO larOlll HCOnOSCOnO 'inel^abilità di un disegno j'. ^ VOltO a « raTTOr Zare i ; ; ' Ictitl I7innp« ..r.H.—!.™...— Cronologia 18 marzo il Bbva annuncia l'Ops su Bnl. Già controlla la banca con Generali e Della Valle, li 30 Abn Amro lancia l'Opa su Antonveneta, di cui è il primo azionista. Il 29 aprile Bpi lancia una controfferta su Antonveneta. 13 maggio Bankitalia da il via libera alll'Ops del Bbva su Bnl. Tre giorni dopo Unipol entra nella partita e chiede a Bankitalia di salire in Bnl. 1117 la procura di Milano iscrive nel registro degli indagati Fiorani, Gnutti ed altri per (a scalata ad Antonveneta. Una settimana dopo la Procura di Roma chiede documenti sulle quote del contropatto di Bnl: ci sono protagonisti della scalata Antonveneta. 4luqlioNell'incHiesta su Antonveneta la Procura di Roma iscrive nel registro SS^gES^a. Comunqueil 12, via Nazionale autorizza Opa e Opas di Bpl, rinominata Banca Popolare Italiana. Anche la Procura di Roma iscrive Fiorani nel registro degli inda9ati' 18 luglio Unipol acquista le azioni del contropatto e annuncia l'Opa su Bnl. L'indomani ilTardel Lazio rigetta il ricorso di Abn. Si riunisce il acre Siniscalco ritiene non sufficienti le spiegazioni di Fazio. 22 luglio Si chiudecon un nulla difatto ' l'offerta Abn Amro. Lo stesso giorno il Bbva rinuncia alla sua offerta su Bnh La soddisfazione dura joco: tre giorni dopo la Procu ra di Mano sequestra le azioni di Bpi, Coppola, Gnutti, Ricucci ed i fratelli Lonati: quasi il 40^0 del capitale di Antonveneta. Sui quotidiani le prime intercettazioni. 27 luglio Consob sospende le offerte lanciate da Bpi su Antonveneta. Il 29, Bbva chiedealTardi annullare le autorizzazioni a Unipol a salire in Bnl. Il 30 Bankitalia sospende l'autorizzazione alle offerte Bpl su Antonveneta. 2 agosto . Il gip di Milano interdice Fiorani, Ricuce! e Gnutti, convalida il sequestro del 40,}{) delle azioni di Antonveheta e dispone i! sequestro delle plusvalenze. 17 agosto Luca Montezemolo afferma che Fazio avrebbe dovuto dimettersi: «ha minato la credibilità del sistema». 26 agosto Il Cia-ascolta la relazione-autodifesa di Antonio Fazio. Siniscalco è il più duro, ammette di non essere soddisfatto. Roberto Maroni, titolare del Welfare Il vicepremierTremonti Il ministro Giovanardi SOSTENITORI CONTESTATORI MAGGIORANZA . DIVISA Le posizioni nello schieramento di governo . sul caso Fazio [LEGA T (MARONI ICALDEROU ^CASTELLI —] UDCJ I SBUTTIGLIONE VOtONTP [FORZAMUA] É| BERLUSCONI LA MALFA j|:SCAJOLA FORZA ITALIA j i prestIGIACOMO GRILLO gccHinof : V^t -J iÉ GIOVANARDI INCERTI 51 mi cj-n LCD ] sM'Wr^Vy i ,. . .™......——™ FORZA fiALIA | IIWmonti AN M/èlTEOLI ALEMANNO LANDOLFI STORACE ■UPCi ||baccini ÉItabacci

Luoghi citati: Antonveneta, Lazio, Milano, Roma