Dalle onde agli abissi, il mare sta chiuso in quattordici sale

Dalle onde agli abissi, il mare sta chiuso in quattordici sale | VISITA AL MUSEO DI IMPERIA: UN PATRIMONIO CHE MERITEREBBE DI ESSERE VALORIZZATO Dalle onde agli abissi, il mare sta chiuso in quattordici sale DOCUMENTI, OGGETTI, TESTIMONIANZE, MEMORIE E CIMELI STIPATI IN UNO SPAZIO TROPPO ANGUSTO MA RICCHI DI SUGGESTIONI STORICHE E CAPACI DI RACCONTARE LE AVVENTURE DELLA NAVIGAZIONE Vittorio Ravizza r"" STATE in Liguria: ma- L re, ombrelloni, discoteche. Ma anche cultura. mb Per esempio quella marinara, raccolta nei numerosi musei della navigazione sparsi per tutta la regione. Quello di Imperia, per favorire i bagnanti, in luglio e agosto apre la sera dalle 21 alle 23. E' un luogo pieno di suggestioni, capace di catturare il visitatore nel silenzio magico delle sue stanze cariche di memorie, di trasportarlo al largo nella calma delle bonacce o nel fragore delle tempeste, di farlo scendere negli abissi insieme con i palombari, di farlo assistere ad antichi o più recenti scontri navali, fargli intuire la fatica e il coraggio dei marinai dell'epoca della vela, mostrargli la sapienza dei costruttori di navi di questa parte della costa. La sede è, per ora, al terzo piano di un palazzo dell'Ottocento di piazza Duomo, di fronte alla maestosa facciata neoclassica della cattedrale che domina dall'alto lo sperone roccioso di Porto Maurizio. Quattordici sale stipate di oggetti, documenti, immagini. All'inizio, tra gh Anni 70 e 80, si trattava perlopiù di memorie locali, spesso donate dalle famiglie dei naviganti imperiesi, che un gruppo di appassionati raccolti nella "Cumpagnia de l'urivu" e guidati dal comandante Flavio Serafini andava raccoghendo. Ma poi oggetti e documenti sono cominciati ad arrivare da tutta Italia, poi da tutto il mondo, sicché oggi quello imperiese può definirsi "Museo navale intemazionale del Ponente ligure" e vantarsi di rappresentare tutte le marine del mondo. C'è un ascensore, ma è consigliabile salire a piedi: l'esposizione comincia già nell'androne e prosegue sulle scale perché gh oggetti sono tanti che traboccano fuori dalle sale. All'interno il materiale è ordinato per sezioni, da quella delle marine militari a quella della cantieristica navale in legno, dalla navigazione per Capo Hom alla modellistica, alla strumentazione, alla cartografia, alle uniformi, alla palombaristica. Alcune di queste sezioni sono davvero sorprendenti: quella dedicata alla cantieristica è la più importante raccolta al mondo nel suo genere; contiene progetti e piani di costruzione, attrezzi usati dai maestri d'ascia e dai calafati, dai segantini e dai carpentieri, legni impiegati nella costruzione di imbarcazioni, documenta le geniali tecniche tradizionali di cui si va ormai perdendo anche il ricordo; la sezione dedicata alla strumentazione e alla cartografia ne illustra l'evoluzione praticamente da Cristoforo Colombo fino all'avvento del Gps; tra i cimeli della Marina Militare colpiscono le tute dei marinai dei mezzi d'assalto impiegati nell'ultima guerra; la sezione della modellistica consente di vedere come erano imbarcazioni che oggi non sono più altro che nomi, come i leudi, le tartane, gh sciabecchi, i pinchi, ma anche di ammirare in scala celebri navi militari e commerciali più vicine ai nostri giorni; la piccola sala dedicata alla navigazione intomo a Capo Hom dà un'idea dell'estrema durezza della vita sulle navi a vela e della stoffa di cui erano fatti gh uomini che si avventuravano a doppiare la "fine del mondo": commuovono i sacchi in cui tenevano il loro modesto guardaroba, gli attrezzi da lavo- ro, le suppellettili, gli arpioni, fanno sorridere quei cappelli a cilindro che i comandanti, in ossequio a un solido senso della propria dignità, si calcavano in testa quando si recavano dai rappresentanti consolari all'arrivo nei porti stranieri. La sezione dedicata alla documentaristica ha il potere di evocare un mondo scomparso che prende consistenza grazie alle fotografie e ai nomi di comandanti e di marinai, ai giornali di bordo, ai libretti di navigazione, alle relazioni di viaggio, alle lettere spedite da ogni angolo di mondo, agli atti di morte di marinai sorpresi dal destino in mare lontano daUa loro terra; frammenti di vita, una folla di uomini scomparsi ma che ancora chiedono di essere ricordati. Poi ci si imbatte in oggetti che, a sorpresa, danno concretezza materiale a eventi ormai chiusi nei libri di storia: come il ricordo della celebre "Tenda rossa", il fragile rifugio di Umberto Nobile e dei suoi compagni sul pack polare dopo lo schianto del dirigibile "Italia": in una bacheca, dono dell'allora tenente di vascello Alfredo Vigheri, c'è la logora giacca in pelle che l'ufficiale di rotta della spedizione al polo nord indossava in quel Ì928, c'è il gamellino di alluminio con cui il comandante misurava le misere razioni di cibo, c'è un paio di scarponi che il pilota Maddalena riuscì a lanciare ai naufraghi. Ed ecco un monumentale pilota automatico che, anche lui a modo suo, è ormai nella storia: è quello che funzionava a bordo del transatlantico "Stockolm" quando, una notte di luglio del 1956, speronò e colò a picco la nostra "Andrea Doria". Certi oggetti danno una scossa emotiva: in una bacheca sulle scale c'è uno sbrindellato scafandro da palombaro: il cartellino informa asetticamente che «è stato devastato da un'esplosione subacquea che ha causato la morte istantanea del palombaro». Nella sala dedicata alla strumentazione nautica sono raccolti alcuni apparati radio. Un carteUo racconta: «QRT: cessate di trasmettere. Segnale di servizio del codice intemazionale, 31 dicembre 1997 ultima trasmissione Morse sulla frequenza intemazionale di soccorso in radiotelegrafìa, la mitica 500 KHZ; per un secolo ha funzionato; dal 23 maggio 1909, quando la nave di linea inglese "Republic" speronò nella nebbia il puroscafo Florida" al largò di New York, ha salvato milioni di vite umane lanciando la serie di tre punti-tre linee-tre punti che indicavano la richiesta di soccorso SOS (Save Our Souls)». Inevitabilmente nella fantasia, come in un film, scorrono immagini di lontani drammi del mare. Il materiale raccolto nel Museo di Imperia è solo una parte di quello disponibile, disseminato in vari depositi di fortuna; da anni si attende una nuova sede, già individuata in due edifici situati sulla banchina di Porto Maurizio, 8 mila metri quadrati contro i 750 attuah, una biblioteca di 114 mila volumi, servizi adeguati; forse i lavori di adattamento cominceranno in autunno. Istruzioni per l'uso del museo: in luglio e agosto è aperto il mercoledì e il sabato dalle 21 alle 23; negh altri mesi sempre mercoledì e sabato dalle 16 alle 19,30; aperture straordinarie per visite guidate di gruppi con preavviso; telefono e fax 0183-651541 oppure 64572. Ingresso gratuito. FORSE PRESTO IL TRASFERIMENTO IN UNA NUOVA SEDE: DUE EDIFICI SULLA BANCHINA DI PORTO MAURIZIO, 8 MILA METRI QUADRATI CONTRO GLI ATTUALI 750

Persone citate: Alfredo Vigheri, Cimeli, Cristoforo Colombo, Di Porto Maurizio, Flavio Serafini, Mila Metri, Umberto Nobile, Vittorio Ravizza

Luoghi citati: Imperia, Italia, Liguria, New York