Bankitalia ottiene una tregua di Alessandro Barbera

Bankitalia ottiene una tregua L'AUTODIFESA DAVANTI Al MINISTRI DEL COMITATO PER IL CREDITO. NIENTE DIMISSIONI, PERO' LA BANCA CENTRALE GAMBIERA VOLTO Bankitalia ottiene una tregua Fazio: rispettate le regole. Siniscalco: il problema è la credibilità del paese Alessandro Barbera -r— L'appuntamento non promette- va scintille. E così è stato. I ministri hanno ascoltato le ragie- ni del govematore raccolte in 24 pagine, alcuni gh hanno chiesto chiarimenti, un altro (Castelli) è intervenutotfter difenderlo. Il governatore ha spiegato le sue ragioni, ribadendo di aver rispet- tato, tutte le norme di legge, nazionah e comunitarie. E di avere dalla sua una sentenza del Tar. Il governo ha ascoltato, ha preso atto della relazione e ne parlerà in consigho dei ministri il 2 settembre. L attesissima riu- nione del Cicr di ieri un risultato però lo ha prodotto: il governo ha deciso di intervenire. Non di chiedere le dimissioni di Fazio, quelle sono sempre state fuori discussione. Ma che, per dirla con le parole di Siniscalco e Alemanno, bisogna «dare un se- gnale» ai mercati e non solo, approvando in Parlamento un provvedimento di riforma che preveda l'introduzione del man- dato a termine per il govematore e il principio della collegialità nelle decisioni. Il premier, eque- sta è l'altra novità, è d'accordo, Berlusconi è disponibile ad Inter- venire senza aspettare l'alzata di sopracciglio del govematore. Quello che chiedevano da tempo Siniscalco e Tremonti. Una posi- zione alla quale in serata si è accodata anche l'Udc. Ma se ilministro dell'Economia sembra soddisfatto, il suo predecessore, racconta chi gh ha parlato, è unpo' perplesso. Perplesso, ma per ragioni diverse, è anche il le^ii- sta Maroni: «Non c'è bisogno di nessun intervento del governo. La riforma la devono fare o gh azionisti di Bankitaha o il Parla- mento». Insomma, il fronte Inter- ventista esce rafforzato ma man- cano ancora risposte su come agirà. Il problema tecnico è so- stanziale. L'ipotesi più blanda prevede un atto parlamentare di indirizzo del Parlamento al qua le seguirebbe la riforma di BanM taliainuntempoperoraindefini to. Secondo quanto dicono gh uomini di Fazio, sarebbe l'unica strada per non ledere l'autcno mia di via.Nazionalae rispettare il dettato della Bee. Di questo il govematore avrebbe parlato la sera prima del Cicr in un incontro riservato con i ministri La Malfa e Castelli. I più iijterventisti sostengono in vece la riforma vera e propria da parte del Parlamento, vale a dire l'introduzione per via parlamen- tare di un mandato a termine a 70 anni- Fazio h compirà l'il ottobre del 2006. Comunque vada, ciò che è eerto è che il govematore vuole lasciare Bankitaha a testa alta, e soprattutto senza dover cedere i poteri in materia Antitrust alla Consob. Una riforma in questo caso che potrebbe varare solo il Parlamento. I tempi per interve nire nella le^ge sul risparmio sono stretti: il 14 settembre il provvedimento è in aula, entro l'otto bisognerà depositare gli emendamenti. La giornata dell'autodifesa del govematore era iniziata di buon mattino. Fazio si era pre sentalo al ministero dell'Econo mia, in via XX settembre, con una decina di minuti di anticipo. Ironia della sorte (e ragioni di sicurezza) vogliono che entri dal- l'entrata posteriore, quella di via Gemala. Un' altra entrata di servizio, in Bankitaha, la usava Gianpiero Fiorani su suggerimen- to di Antonio Fazio per non farsi notare. Attorno ad un tavolo ovale, nella sala antistante l'uffi- cio del ministro, lo attendevano sei ministri e il direttore genera- le del Tesoro. Fazio era accompa- gnato da quattro funzionari di Bankitaha. Fra loro i vice di Claudio Castaldi e Giovanni Clemente, i due capi della Vigilanza che avevano espresso la loro contrarietà all'Opa della Bipielle su Antonveneta. Le posizioni dei ministri erano note. Da un lato il ministro della Giustizia Castelli, l'«invitato» leghista, e Giorgio La Malfa, difensori delle ragioni del governatore. In mezzo Scajola e Lunardi, che per lo più staranno in silenzio ad ascoltare. Chi invece durante la riunione ha parlato molto sono stati il ministro del- l'Agricoltura Gianni Alemanno e il padrone di casa Domenico Siniscalco. Il ministro deU'Economia è quello che ha parlato pìù ^tutti- «Non sta a noi e in questa sede giudicare la legitti- mità dei comportamenti. Ma toc- ca a me rilevare che esiste un problema di credibilità. Il Finan cial Times ha dedicato alla vicenda Bankitaha 167 articoli». Un modo nemmeno troppo diploma tico per dire che se anche il govematore rimarrà, bisogna da re un segnale di discontinuità mettendo in moto la riforma di Bankitaha. Una linea condivisa da Alemanno. La relazione di Fazio «dirada i dubbi sulla corret tezza personale dei vertici. Ma il problema pohtico rimane : difen dere la Banca d'Italia oggi non significa conservarla immutata ma rinnovarla con ima coraggio sa riforma». ; j; j «L'InterVentO dirada ; •j j-— j j dubbi SUlls Correttezza j - ; ; qq\ 'istituzione. Ma Ora , '~ -^ va rinnovata COn forza» "-j-; «N0n C'è biSOQnO •; - ~ - di aldina riforma I 'j j i - Adesso e da escludere ;- :-r: ; Un'aZIOne dell'eSeCUtlVO» j/A Bà. |^k j^P^^^^H^.. '■ii^'**»NS f^ |É ^-^ m^^mjiy - ..'Ji; JB K ^41-r !i KiL^ I -'"V «^ H ^^. jg \;?UÌ'.'ìWk jB H Gianni Alemanno An, ministro dell'Agricoltura •fel ^ :Roberto Maroni Lega, ministro del Welfare

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