Imprenditore ammazzato in Polonia di Claudio Laugeri

Imprenditore ammazzato in PoloniaBRUSASCO AVEVA FATTO FORTUNA A KATOWICE DOVE VIVEVA DA 25 ANNI. L'HA UCCISO UN BALORDO DOPO AVERLO RAPINATO Imprenditore ammazzato in Polonia Claudio Laugeri Aggredito alle spalle. Un solo colpo alla testa. Forse, con una mazza da baseball, trovata nell'auto del giovane che in un solo giorno era riuscito a fare 300 telefonate con il cellulare della vittima. Già, perché quel colpo sferrato per stordire ha ucciso Paolo Allegranza, 56 anni, cresciuto a Brusasco e andato venticinque anni fa a inventarsi un mestiere in Polonia. E' stato aggredito la sera del 16 nell'androne di un palazzo alla periferia di Katowice (400 chilometri da Varsavia), ma è morto in ospedale cinque giorni dopo. «Aveva già deciso di tomare per trascorrere la vecchiaia a Brusasco - racconta la vedova, Dagmara Dziubek, 45 anni -. Era molto legato alle sue origini, aveva il suo paese nel cuore». Ai fratelli aveva sempre ripetuto il desiderio di essere sepolto a Brusasco, nella tomba di famiglia. «Era ima sua volontà e così abbiamo fatto» racconta il fratello Bruno, 61 anni, seduto nel giardino della casa di famiglia in Borgo Mogol, a Brusasco. Accanto a lui è seduto l'altro fratello. Renato, 58 anni. ((Aveva un cuore d'oro, aiutava sempre tutti, ma non ne parlava. Abbiamo conosciuto molti episodi soltanto al funerale» racconta. Paolo era il più piccolo di quattro fratelli (oltre a Bruno e Renato c'è anche Dina), ma anche il più irrequieto. Impiegato all'Olivetti di Ivrea di giorno e studente per il diploma la sera, era riuscito diventare un punto di riferimento per l'amministrazione dell'azienda. ((Aveva conosciuto Dagmara in una vacanza nel '76 e dopo due anni hanno deciso di sposarsi. Lei si è trasferita in Italia e per un anno sono andati a vivere a Ivrea - racconta Bruno -. Dagmara, però, non si trovava bene, voleva lavorare. Pensi che l'Olivetti gli offrì un aumento di 100 mila lue di stipendio e un lavoro da interprete per la moghe. Ma lui decise di andare in Polonia». Scelta premiata dalla sorte: in pochi anni, è diventato titolare di una ditta di import-export nel settore meccanico, contatti con aziende in tutt'Italia e un giro d'affari che gli ha concesso di levarsi svariati sfizi. Come la Ferrari ((F355» acquistata nel '97 e la villa con mille metri di giardino in una zona residenziale di Varsavia. «Si buttava in tutto quello che faceva» ricorda la vedova, accennando un sorriso, gli occhi azzurri fìssi nel vuoto come a voler trovare uno spazio dove far scorrere i fotogrammi di una vita spezzata per un bottino da fame: la borsa con i documenti di lavoro, il telefono cellulare e un paio d'occhiah. «La persona che ha aggredito Paolo ha portato via anche le chiavi dell'auto, ma non è riuscito ad avviare il motore. Serviva un codice e lui non l'aveva» aggiunge il fratello Bruno. Nell'auto sono rimasti documenti, portafogli e carta di credito, serviti per identificare l'uomo andato a fare fortuna a duemila chilometri da casa. «E' stato aggredito martedì, ma fino a sabato nessuno è riuscito a identificarlo - spiegano ancora i fratelli Bruno e Renato -. La polizia ha arrestato un giovane, che aveva il cellulare di Paolo e una mazza da baseball sporca di sangue sul sedile dell'auto. Pare sia un balordo, che aveva aggredito una donna pochi giorni prima per portarle via l'auto. Era uscito dal carcere con un permesso ottenuto per assistere il nonno malato». Difficile fissare un solo ricordo. «Per me, tutto era bello con lui. A me ha dato il Paradiso in Terra» dice Dagmara. Accanto c'è la figlia Loredana, 25 anni, avvocato nello studio «Whitefr Case» a Londra: «Papà era sempre presente nella mia vita - dice -. Ricordo la vacanza che abbiamo fatto insieme in Brasile, abbiamo parlato tanto, discusso di molti argomenti». E comunque, per lui Borgo Mogol era il posto più bello del mondo. Nei racconti agli amici polacchi trasformava quella natura di collina in una terra da documentario. La Polonia gli ha dato affetti e agiatezza, ma Mogol è rimasta nel suo cuore. Fino alla fine. Era emigrato per far contenta la moglie I parenti: aveva già deciso di tornare Paolo Allegranza

Persone citate: Brusasco, Mogol, Paolo Allegranza