Papa-lefebvriani, ottimismo in Vaticano di Marco Tosatti

Papa-lefebvriani, ottimismo in Vaticano CONFERMATO L'INCONTRO DI LUNEDÌ VERSO UN COMPROMESSO SULLA CELEBRAZIONE DELLA MESSA Papa-lefebvriani, ottimismo in Vaticano Marco Tosatti CITTA DEL VATICANO E' confermato: lunedì prossimo Benedetto XVI riceverà in udienza privata a Castelgandolfo il Superiore Generale dei lefebvriani, Bernard Fellay. Ma come vuole la prassi in questi casi, l'ora della visita verrà comunicata solo il giorno precedente agli interessati. La conferma dell'incontro è importante; nelle intenzioni del Vaticano, e della Fraternità sacerdotale San Pio X tutto avrebbe dovuto rimanere segreto fino a cose fatte, ma uno dei quattro vescovi scismatici, Richard Wilhamson - che probabilmente non aderirà all'eventuale accordo - ha fatto filtrare la notizia. Una ((fuga» che, conoscendo la volubilità degli umori in situazioni così delicate avrebbe potuto mandare tutto all'aria. Invece non è così; nei prossimi giorni la Fraternità renderà noto l'annuncio dell'incontro con un comunicato molto stringato, e un altro comunicato verrà diramato lunedì stesso, o nei giorni immediatamente successivi. L'atmosfera, sia in Vaticano sia negli ambienti dei seguaci di Marcel Lefebvre, è orientata ^ verso l'ottimismo. «Forse questa è davvero la volta buona», ci ha detto uno dei prelati che hanno discretamente, e con estrema pazienza, tessuto le fila dell'operazione. Ma i problemi connessi alla soluzione dello scisma sono tanti, e talmente compkisi che niente è sicuro fino a quando lo scisma non sarà ufficialmente ricomposto. E' stata la Fraternità, a chiedere l'incontro; e d'altron¬ de, «non potevano pretendere di più dallo Spirito Santo» è il commento nei Sacri palazzi; vale a dire che difficilmente potevano sperare nell'elezione di un Pontefice più sensibile ai loro problemi, soprattutto per quello che riguarda la celebrazione della messa di San Pio V. In Benedetto XVI la Fraternità «vede una speranza per uscire dalla profonda crisi che travaglia la Chiesa cattolica», scriveva monsignor Fellay il 20 aprile 2005, e pregava affinché «la tradizione bimillenaria della Chiesa, dimenticata e maltrattata nel corso degli ultimi quarant'anni, ritrovi finalmente il posto in questo pontificato e che la Santa Messa tradizionale sia ristabihta senza condizioni in tutti i suoi diritti». Attualmente - grazie all'indulto di Giovanni Paolo II - si può celebrare la messa di San Pio V previa autorizzazione del vescovo. Senza arrivare a una liberalizzazione completa, che presenterebbe anche problemi pastorali, la soluzione ipotizzata in Vaticano vedrebbe da un lato un'esortazione ai vescovi a non impedire la celebrazione, a destmare uno o più luoghi in cui la liturgia possa essere celebrata senza pastoie burocratiche; fare in modo cioè che dire la messa di San Pio V si trasformi da concessione ad arbitrio del presule in un diritto, sia pure regolamentato. Sul genere della consuetudine già in atto per le messe private. E d'altronde è molto probabile e all'interno della Fraternità ne sono ben coscienti - che il fenomeno sia molto limitato da un punto di vista numerico. E' ancora aperta la discussione sul tipo di volto che potrebbe assumere, dopo il rientro nella comunione con Roma, la Fraternità. Non è un terreno totalmente vergine; in passato si erano studiate alcune possibilità, e fra di esse quella di una situazione analoga al «Vicariato castrense», vale a dire che si identificherebbe una «categoria» di fedeli - i membri delle varie armi, nell'Ordinariato militare - ai quali si provvede auraverso un vescovo, con i suoi vicari e i suoi sacerdoti, per dare loro assistenza spirituale. Per tutti miei fedeli, sparsi nel mondo, che desiderano usufruire della liturgia preconciliare. Le scomuniche verrebbero sollevate direttamente dal Papa. Mentre per i vescovi e i sacerdoti ci sarebbe da sanare la «illiceità»; sono stati ordinati da un vescovo, quindi l'ordinazione è valida, ma illegittima perché non c'era la comunione con Roma. Con il ritiro della scomunica l'illiceità viene sanata. La Santa Sede «Forse è davvero la volta buona» Le scomuniche sarebbero tolte direttamente dal Pontefice * Papa Benedetto XVI

Persone citate: Benedetto Xvi, Bernard Fellay, Fellay, Giovanni Paolo Ii, Marcel Lefebvre, Richard Wilhamson

Luoghi citati: Roma, San Pio