Qualche risparmio e niente catastrofismi di Mario Deaglio
Qualche risparmio e niente catastrofismi Qualche risparmio e niente catastrofismi Mario Deaglio Questa tendenza è il risultato del forte aumento della domanda mondiale, determinata soprattutto dall'espansione produttiva della Cina e dei Paesi del Sud-Est asiatico. La Cina, in particolare, non solo continua, tra la sorpresa generale, a battere ogni record di crescita ma si specialazza in settori, come l'ac ciaio, che richiedono moltissima energia elettrica e quindi moltissi mo petrolio. Tutto ciò ha sconvolto i piani dei produttori, i quali aveva no previsto aumenti molto più lenti nella domanda mondiale. Per PRIMA PAGINA conseguenza, il mondo sta producendo quasi tutto il petrolio che è in grado di produrre e riuscirà ad aumentare sensibilmente l'estrazione e la raffinazione solo con nuovi investimenti che saranno realizzati nel giro di qualche anno. Nel frattempo, bastano avvenimenti a carattere locale (uno sciopero petrolifero in Ecuador, l'incendio di una grande raffineria 0 qualche atto di terrorismo, anche solo minacciato) a far saltare il fragile equilibrio tra quantità prodotte e quantità domandate e quindi a far salire il prezzo. Tale salita, però, dura ormai da oltre cinque anni e finora la sua influenza sulla crescita mondiale è risultata relativamente trascurabile. Questo perché, se si mantiene entro certi limiti, può essere «digerita» grazie alle innovazioni tecnologiche dei moderni sistemi economici: per percorrere ima data distanza, le nuove auto hanno bisogno di una minore quantità di benzina, i nuovi elettrodomestici consumano meno elettricità, i nuovi impianti di riscaldamento disperdono meno calore e via discorrendo. Siccome poi il prezzo del petrolio è espresso in dollari la perdita di valore del dollaro rispetto all'euro ha ridotto un poco l'effetto dell'aumento per i Paesi come l'Italia - che appartengono all'Unione monetaria europea. Quanto più gli aumenti diventano rapidi, però, tanto meno questa «digestione» è facile. Ecco allora la prospettiva che vengano intaccati. in maniera non trascurabile, i bilanci delle famiglie e la crescita delle economie nei bilanci delle famighe. L'aumento del greggio giunge soprattutto mediante gli aumenti dei prezzi della benzina, delle tariffe dell'energia elettrica, del riscaldamento, dei trasporti aerei ed è possibile che questa infezione si estenda dando luogo a un incremento generalizzato dei Drezzi. Di fronte a questi aumenti, a domanda si riduce, il che trasmette stimoli negativi al sistema produttivo. Per combattere tali stimoli, i governi possono usare l'amia della detassazione, ossia ridurre le consistenti imposte che gravano sui prodotti petroliferi. Le minori entrate devono però essere compensate da maggiorazioni fi¬ scali o riduzioni di spesa pubblica, il che nuovamente introduce stimoli negativi nel sistema economico; se tale compensazione non viene effettuata, si profila il pericolo dell'inflazione. Ci troviamo così in una situazione scomoda che, nell'attuale economia globalizzata, traduce in pochissimo tempo problemi e tendenze di Paesi lontani in difficoltà immediate dei consumatori, dei produttori e dei governi europei. Mentre sicuramente occorre pensare a qualche difesa (la migliore, oltre a un uso più efficiente dell'energia, sarebbe la diversificazione delle fonti, il che fa tornare d'attualità le difficilissime scelte sul nucleare) non si deve indulgere al catastrofismo. Gh effetti per ora previsti sono limitati e le stesse previsioni intemazionah, comunque difficili, si sono spesso rivelate errate per eccesso di pessimismo. E francamente di un pessimismo eccessivo pare la revisione al ribasso delle prospettive italiane, anche se solo parzialmente legata al petrolio. Il che di certo non basta a restituire tranquillità e induce a pensare, a livello sia nazionale sia individuale, almeno a qualche piccola misura di risparmio, da porre in atto rapidamente, se sarà necessario. Del resto, in un mondo caratterizzato dall'incertezza, alle prese con l'instabilità climatica e la minaccia di nuove epidemie, è difficile pensare che proprio dal petrolio possano arrivare notizie rassicuranti. mario.deaglio@unito.it
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