Dennis, il pastore che legava torturava, uccideva

Dennis, il pastore che legava torturava, uccideva SERIAL KILLER TRAI PIÙ SANGUINARI DELLA STORIA D'AMERICA Dennis, il pastore che legava torturava, uccideva Sconterà 175 anni di carcere in Kansas Dal 74 al'91 ha assassinato 10 persone personaggio MAURIZIO MOLINARI corrispondente da NEW YORK «Mi dispiace, voi vedete un essere umano, ma so di essere un mostro, forse un giorno Dio mi accetterà». Giacca stirata, baffi ben curati e sguardo di ghiaccio, Dennis Rader ha vestito fino in fondo i panni del serial killer. Nel processo a Wichita, Kansas, è stato condannato ieri a dieci ergastoli consecutivi (equivalenti a 175 anni di reclusione) per aver commesso altrettanti orribili delitti fra il 1974 ed il 1991. L'uomo non potrà lasciare in carcere per buona condotta per almeno 40 anni. Ex pastore di una congregazione protestante, sposato con due figli, conosciuto dai vicini come uomo rispettabile e generoso, apprezzato dai giovani per il volontariato fra gli scout, il sessantenne Rader è stato arrestato in febbraio dopo essere riuscito per 30 anni a sfuggire alla caccia di polizia ed Fbi. Una volta in manette, non ha esitato ad ammettere che era lui lo spietato assassino che si firmava «Bkt» («Bind, torture and kill» ovvero «lega, tortura ed uccidi»). Durante le udienze è stato lui a ricostruire i delitti, aggiungendo alcuni dettagli sfuggiti agli investigatori. golare le vittime, si impegnava per giorni a rinforzare i muscoli di mani e braccia, esercitandosi a stringere palle di gomma. Per sfuggire alla caccia degli investigatori, «Btk» sfruttava con abilità tanto il legame con la Chiesa che la divisa degli scout. In un'occasione lasciò un campeggio degli scout, nel gennaio del 1991, dicendo che doveva tornare a casa per prendere qualcosa di importante che aveva dimenticato. Invece si recò nell'abitazione dei genitori, indossò gli «hit clothes» (gli abiti per uccidere) ed andò poco distante a straziare occhi e membra di una donna di mezza età In un altro caso prese il corpo di una vittima - Nel 1974, dopo aver fatto a pezzi i genitori della piccola Josephine Otero - il primo omicidio - portò la bambina di 11 anni nel sotterraneo e le disse «stai per andare in paradiso con il resto della tua famiglia», prima di impiccarla. Nel caso dì Dolores David, 63 anni, ammanettata e soffocata nel 1991, il killer si raccolse quasi in meditazione negh ultimi tre minuti di vita della vittima, poi prese il corpo e lo gettò sotto un ponte. In Un secondo momento, tornò a ripescarlo e a scattare con la macchina fotografica alcune foto della donna con indosso una maschera: il macabro rituale gli permetteva di fantasticare sulle sue «imprese». Prima di stran- Marine Hedge - e lo trasportò dentro la sua Chiesa, a Wichita. Prima, però, si era preoccupato di coprire le finestre con un apposito tendaggio, che gli consentiva di scattare all'interno fotografie dei suoi «rapporti sessuali» con la salma. Rispondendo alle domande di Larry Thomas, l'agente speciale del Kansas che non si è dato pace fine al momento della cattura, il serial killer ha anche ironizzato sugli ultimi omicidi. Rader ha osservato che averli commessi vigino alla propria abitazione ha dimostrato che «stavo diventando uno sfaticato». «Btk» ha più volte affermato di aver iniziato ad uccidere spinto da motivi sessuali, ma secondo Thomas il serial killer era legato alle vittime da un rapporto inconscio, che diventava intenso negli ultimi attimi prima dell'omicidio. «Rader continuava a rivivere quei momenti per giorni, settimane e mesi» ha raccontato l'agente alla giuria: il collegio non ha fatto alcuno sconto sui 175 anni di pena, perché «quest'uomo è stato arrestato mentre tentava di uccidere ancora». . A conferma del legame fra il killer e le vittime c'è U fatto che Rader assegnava ad ogni omicidio un nome particolare, quasi a volerli collezionare nella propria memoria, ricordandoli ognuno per ima caratteristica particolare. Per quello della giovane Otero, una ragazza ispanica, scelse «Project LittleMex», mentre nel caso della Davis, che possedeva un cane, la designazione fu «Project Dogside». I parenti di alcune delle vittime hanno assistito in aula alle descrizioni dei crimini fra orrore e sgomento. Qualcuno ha accusato un malore, altri hanno preferito seguire le deposizioni attraverso una tv a circuito chiuso. Ciò che più ha colpito è stato l'atteggiamento di Rader durante le udienze, la proiezione di immagini dei delitti e la ricostruzione delle dinamiche, volto impassibile, occhi attenti, piena collaborazione e di volta in volta l'uso della penna per prendere appunti sugli interrogativi sollevati. Prima del verdetto Rader ha parlato per quindici minuti ringraziando la polizia per il lavoro fatto e chiedendo scusa alle vittime con citazioni bibliche. Dietro tanta sicurezza potrebbe esserci il'fatto - questa è la tesi di Sam Houston, agente dell'ufficio dello sceriffo della Contea di Sedgwick - che «Btk» sia stato il regista della sua stessa condanna. Dopo l'arresto, infatti, ha ammesso di aver compiuto solo dehtti avvenuti prima dell'entrata in vigore in Kansas della pena di morte, mentre in realtà potrebbe averne realizzati anche altri, negli anni più recenti. Riuscendo così ad evitare l'esecuzione. Poco prima di impiccare una bambina le disse «Stai per andare in paradiso con il resto della tua famiglia» Presenti al processo alcuni familiari di Joseph e Julie Otero, le prime vittime di «Btk» il 15 gennaio del 1974 Dennis Rader si prepara a testimoniare di fronte al giudice Gregory Waller

Luoghi citati: Kansas, New York