«Dagli inglesi un esempio per battere il terrorismo»

«Dagli inglesi un esempio per battere il terrorismo» L'AMBASCIATORE ITALIANO A LONDRA GIANCARLO ARAGONA «Dagli inglesi un esempio per battere il terrorismo» «Il 7 luglio ero alla Camera dei Comuni quando è arrivata la notizia dell'attentato. Mi ha colpito la reazione composta e tranquilla di tutti» GIANCARLO Aragona è ambasciatore a Londra da un anno circa. Un anno segnato da eventi gravissimi che hanno colpito al cuore la Gran Bretagna. Come considera questa esperienza? «Vivere fatti così drammatici, che hanno provocato tanti morti, è sempre traumatizzante. Però, la compostezza della reazione e l'efficienza degli apparatibritannicihanno attutito lo choc e soprani itto hanno dato un senso di sicurezza». Lei dove si trovava nel momento del primo attentato, il 7 luglio? «Ero alla Camera dei Comuni per un colloquio con un parlamentare. Mi ha colpito la reazione composta e tranquilla di tutti quando si è sparsa la voce degli attentati». Insomma, gli inglesi si rivelano un popolo molto civile, che merita di essere imitato? «Sono un popolo forte e consapevole di se stesso. In questo senso, possono cert aniente essere presi ad esempio». I giornali inglesi non sono stati molto teneri verso l'Italia sia per motivi politici sia nelle recenti vicende legate alla Banca d'Italia. Nella sua qualità di ambasciatore, come vive questa situazione? «Cerco di affrontare tali circostanze con il massimo di equilibrio, ma talvolta provo una certa amarezza. Compito di un ambasciatore è spiegai^ al meglio le vicende del proprio Paese, con obiettività e andando oltre gli aspetti più superficiah che possono suggerire anche giudizi riduttivi, se non al limite distorti. Poi, ciascuno formulerà autonomamente le proprie conclusioni». Quali sono in realtà i rapporti tra Gran Bretagna e Italia? «Eccezionalmente buoni: molto positivi a livello di governo, ma anche di grandi cooperazioni industriah e di reciproco interesse culturale». Quah sono gh eventi più importanti dell'ultimo anno? «Nel campo economico ricordo, tra l'altro, l'acquisto della totalità di Agusta Westland da parte di Finmeccanica e l'acquisizione della più grande industria inglese del "bianco", la "Hot Point", da parte di Merloni». E nel campo della cultura? «In questo ultimo anno, le mostre nell'intero Regno Unito dedicate ai grandi maestri italiani non si contano: Tiziano, Caravaggio, Raffaello. In occasione della visita di Stato del Presidente della Repubblica, abbiamo portato a Londra dai Musei Capitolini lo "Spinario", la meravighosa statua di epoca classica, e abbiamo organizzato alla Tate Modem una mostra di Burri, Fontana e Manzoni: anche i maestri moderni e contemporanei sono apprezzatissimi». La visita del Presidente ha riscosso grande successo? «Certo, non solo a livello ufficiale ma anche neU'opinione pubblica inglese, e ha suggellato questo periodo felice nei rapporti tra i due Paesi». Blair e Berlusconi sono veramente amici? «Sì. Il rapporto italo-britannico, come ho già detto, trova ispirazione nell'affiatamento personale tra i due capi di governo, che anima anche la collaborazione tra i diversi ministri». Ad esempio in tema di sicurezza e di intelligence? «L'intesa è ottima, oltre che tra i ministri degli Interni, Ira i titolari degli Esteri, della Difesa, del Tesoro e molti altri». C'è molto lavoro per un ambasciatore italiano aLondra? «Sì, per spiegare l'Italia di oggi e poi, nel campo economico, nella promozione commerciale, degli investimenti e del Sistema Italia. Londra è un grande centro finanziario ed il Regno Unito una realtà industriale tecnologicamente molto avanzata». E' vero che si studia di più la lingua italiana in Gran Bretagna? «C'è un enorme interesse per l'Italia, per la sua cultura, per il paesaggio, per la gastronomia e per lo stile di vita. E' quindi naturale che la lingua divenga un veicolo indispensabile di conoscenza. Come istituzione pubbhca,fac- , damo del nostro meglio per favorime l'insegnamento». Lei è stato anche ambasciatore a Mosca dal 1999 al 2001 e prima era Segretario generale dell'Osco. Essere a Londra è un'esperienza diversa? «Senza dubbio. La Russia e il Regno Unito sono Paesi diversissimi ed è diversa anche la funzione dell'ambasciatore in ciascuna realtà». In che senso? «InRussia, rimangono ancora essenzialile funzioni di tramite diplomatico fra due Paesi: ruolo storicamente prevalente degh ambasciatori. A Londra, questa funzione di comuni- cazione è minore, perché il Regno Unito a lltalia sono entrambi membri delTUnione Europea ed i contatti diretti tra i responsabili di governo sono molto frequenti». Secondo lei, perché italiani e inglesi sono così naturalmente amici? «Forse perché, pur nella profonda diversità, siamo per molti versi complementari: vorremmo avere le qualità, ma probabilmente non i difetti, ohe riscontriamo nella controparte». Secondo lei l'Inghilterra finirà per adottare l'euro? «L'attuale governo non lo esclude in assoluto, ma ha fissato condizioni per adottarlo che non ritiene siano mature». Che rapporto hanno gli inglesi conlEuropa? «In genere, sono e si sentono profondamente europei. Vi sono però larghi strati dell'opinione pubblica inglese che nutrono sospetti verso rUnione europea intesa come istituzione burocratica. Io credo che, nella grande maggioranza, gli inglesi capiscano che il futuro del loro Paese è al cuore dell'Europa». Per quanto riguarda il terrorismo come vivono oggi gli inglesi, sapendosi ancora minacciati? «Con grande preoccupazione, perché è un fenomeno che espone a rischi gravissimi, come purtroppo abbiamo constatato nelle settimane scorse. Accanto alla preoccupazione vi sono però coraggio e determinazione a vivere quanto più possibile secondo modelli normali di vita, ma, naturalmente, accettando anche precauzioni e sacrifici». Quali sono i suoi progetti per il prossimo anno? «Spero di poter continuare a costruire su quanto abbiamo fatto sinora e far capire all'opinione pubblica inglese che il nostro è un grande Paese, partner di rilievo nella Uè e alleato nella Nato, impegnato anche al fianco del Regno Unito a portare pace e stabilità in molte zone calde del mondo». Il fatto che 1 nostri militari siano a fianco di quelli angloamericanièperlltaha un punto di merito? «Noi partecipiamo a numerose operazioni di pace, dai Balcani all' Iraq, all'Afghanistan. In molte di queste sono presenti decine di Paesi, sotto l'egida dell'Onu. L'Italia si afferma quindi come un attore importante di fronte a larghissima parte della comunità intemazionale. L'essere poi al fianco dei nostri principali alleati è un ulteriore punto di merito». ^^ I rapporti Gran Bretagna-Italia "" sono eccezionalmente buoni grazie anche all'affiatamento personale tra Blair e Berlusconi che anima la collaborazione ^^ tra i diversi ministri VH 66 C'è un enorme interesse per il nostro Paese, la nostra cultura, il paesaggio, la gastronomia e lo stile di vita Di conseguenza si studia di più anche la nostra lingua CMb l&lll Ce preoccupazione "™ ma anche coraggio e determinazione a vivere il più possibile secondo modelli normali di vita, naturalmente accettando anche precauzioni e sacrifici 99 jiancarlo Aragona, ambasciatore d'Italia in Gran Bretagna, con la moglie Sandra Alain Elkann

Persone citate: Berlusconi, Burri, Caravaggio, Fontana, Manzoni, Merloni, Sandra Alain Elkann