«Attacco ai Ds per indebolire le istituzioni»

«Attacco ai Ds per indebolire le istituzioni» I COLLABORATORI DI FASSINO: SIAMO INDIGNATI PER IL POLVERONE CHE SI E ALZATO CONTRO LA QUERCIA «Attacco ai Ds per indebolire le istituzioni» ROMA In gergo si direbbe che i Ds «stanno sotto botta», o «sotto schiaffo». E contrattaccano: «A me non viene in mente - dice Cesare De Piccob, fassiniano dee o responsabile Impresa della Quercia - di sollevare la questione morale se Rutelb sostiene la legittimità deUa scalata del Banco di Bilbao. Perché allora se i Ds dicono che è legittima la scalata Unipol il problema c'è? Se Rutelb va a New York e incontra Soros è legittimo, e Fassino non può avere rapporti con Consorte? Questo ci fa alzare le antenne». La sensazione dei dirigenti più vicini al leader è queUa dell'accerchiamento. «Sono indi¬ gnato per il polverone che si è alzato, e per il tentativo di aggressione ai Ds che si è consumato in questi giorni», tuona Maurizio Migliavacca, coordinatore deUa segreteria deUa Quercia. «C'è un'aggressione - spiega - da parte di ambienti che coltivano il disegno di indebolire la pohtica e le istituzioni italiane. Cito un esempio concreto: il direttore del "Financial Times" ha detto che all'Italia servirebbe un governo tecnico ma con il consenso degb elettori. Non credo sia un'opinione sua, circola in ambienti finanziari». Bersaglio deUa rabbia diossina sono anche gli abeati, «la Margherita, Bertinotti, MasteUa», colpevob di «un eccesso di competizione», insomma di «cercare di farsi spazio a danno dei propri vicini». Ma, avverte il collaboratore di Fassino, «chi cerca di indebobre i Ds indebolisce tutto il centrosinistra». «Nessun complotto, nessun vittimismo da parte dei Ds», precisa De Piccob. Certo, «ci abbiamo messo un po' a capire, ma ora abbiamo iniziato a mettere in fila le cose: le forze sociab e politiche si stanno ridislocando in vista deUe elezioni. Quando leggo che Montezemolo critica i Ds e valuta positivamente la posizione deUa Margherita, ne prendo atto: è il presidente deUa Confindustria». Esaurita la difesa però (tutt'altro che d'ufficio, non c'è nessuno nei Ds che non sia pronto a giurare suba limpidez¬ za dei comportamenti di Fassino), qualche dubbio suUo stile di alcuni dei protagonisti deUa vicenda affiora: «Certo - dice ancora De Piccob - fossi stato Consorte sarei stato più prudente neUe frequentazioni. Da parte di altri compagni, se non c'è una responsabilità diretta, istituzionale che b obbbga a certi rapporti, un po' più di accortezza, di prudenza direi che è consigbabile». Migbavacca però fa notare che «quando i riflettori sono puntati su una parte sola, la realtà viene deformata. Sarebbe interessante sapere a chi hanno telefonato Abete, DeUa VaUe». Nessun errore, quindi, neppure imprudenza da parte deUa Quercia: queUa che emerge, per il dirigente diessino, è una realtà di scambi di informazioni, di valutazioni, «fisiologica e non patologica» quando ci sono in campo progetti industriab o finanziari di grande rilevanza. E le valutazioni del vertice deba Quercia - queUe che hanno suscitato l'accusa di far parte di una "tifoseria" - restano positive sull'operazione Unipol: «E' utile o non è utile aU'Itaba - chiede Migbavacca ai critici deb'operazione - che cresca il pluralismo imprenditoriale, che crescano il settore cooperativo e debe piccole e medie imprese? E' utile ab'Itaba che possa crescere un nuovo soggetto finanziario che possa competere su mercati aperti in Itaba e non solo in Italia?». [p.b.]

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