Invece Szilard aveva intuito tutto

Invece Szilard aveva intuito tutto Invece Szilard aveva intuito tutto NEL '34 IL GENIALE FISICO UNGHERESE CAPI' CHE SFRUTTANDO LA ROTTURA DEI NUCLEI SI SAREBBE OTTENUTA UN'ARMA MICIDIALE: E BREVETTO' L'IDEA V Stefania Maurizi ISIONARIO, irrequieto e dotato di una impressionante capacità di intuire eventi cruciali con largo anticipo. Leo Szilard non è stato solo un fisico nucleare incredibilmente brillante, è stato anche un personaggio che ha lasciato un segno nella storia del Novecento. Eppure, il suo nome rimane sconosciuto ai più. Ben venga, dunque, a farlo conoscere anche ad un pubblico più vasto, la pubblicazione della raccolta dei suoi singolarissimi racconti intitolata «La voce dei delfini» (a cura di Emanuele Vinassa de Regny, editore Ancora del Mediterraneo), un'occasione per scoprire la sua intelligenza vivida e l'umorismo sottile, tagliente, con cui cercava di esorcizzare un mondo minaccioso. Nato a Budapest nel 1898, Szilard apparteneva alla cosiddetta 'banda dei figli della mezzanotte", come venivano chiamati i fisici ebrei di origine ungherese rifugiatisi negli Stati Uniti per sfuggire al nazismo. Tutta gente dalle capacità quasi leggendarie. Nel 1934, cioè quattro anni prima che venisse scoperta la fissione nucleare, evento decisivo per la realizzazione della bomba atomica, Szilard concepì l'idea della reazione a catena provocata dai neutroni e la brevettò pure! Non ne aveva un concetto chiaro e definito - né avrebbe potuto averlo, dato che la reazione a catena richiede l'idea di fissione, che non era stata ancora scoperta! - ma, alla fine del 1938, appena venne a sapere che i fisici della Germania nazista avevano scoperto la fissione, Szilard non ebbe dubbi: la fissione e la reazione a catena potevano essere usate per costruire un'arma dalla potenza fino ad allora inaudita: appunto la bomba atomica. E se Hitler l'avesse ottenuta, sarebbe stata la fine. A quel punto, Leo Szilard allertò i colleglli, litigò con quelli che lo consideravano paranoico e fece di tutto per lanciare l'allarme nelle più alte sfere politiche e militari. Fu lui a suggerire a Einstein di scrivere al presidente americano per far realizzare la bomba. Ma quando, alla fine, gli angloamericani misero in piedi il Progetto Manhattan per la costruzione dell'atomica - concepito proprio per battere Hitler nella corsa alla bomba - Szilard divenne la coscienza critica del Progetto. Non toUerava l'atteggiamento dei vertici militari, che trattavano gli scienziati come semplici tecnici che dovevano limitarsi a fornire le loro competenze, senza impicciarsi di come quelle competenze sarebbero state usate dal governo e dai militari. Szilard si sentiva responsabile in prima persona delle conseguenze delle proprie scoperte e fu il motore del gruppo che nel giugno del 1945 elaborò il "Rapporto Franck". In esso, alcuni degli scienziati del Progetto chiesero al gover¬ no americano di non usare l'atomica contro le popolazioni civili del Giappone, ma di usarla solo a scopo dimostrativo su un'area deserta e di fronte a osservatori intemazionah. La richiesta non era dettata solo da ragioni umanitarie (scongiurare le stragi di Hiroshima e Nagasaki), ma anche dalla volontà di evitare una pericolosissima corsa agli armamenti, predetta dal Rapporto con argomentazioni razionali, che nulla concedevano all'ideologia. La bomba era stata costruita dagli americani nel segreto più assoluto, segreto che gli Stati Uniti avevano condiviso solo con gli inglesi, ma non coi russi, che pure erano alleati degli angloamericani contro Hitler. L'idea che una nazione potesse costruire in tutta segretezza un'arma potentissima e che ne rivelasse l'esistenza al mondo con un'azione militare non preceduta da alcun avviso e capace di cancellare intere città dalla carta geografica - argomentava il Rapporto Franck - avrebbe portato gli altri paesi a provare un sentimento di forte diffidenza verso quella nazione, diffi¬ denza che avrebbe pregiudicato importanti accordi intemazionah per la gestione dell'atomica e portato altre potenze a volerla, prima fra tutte la Russia. Il Rapporto Franck rimase inascoltato. Nell'agosto del 1945 gli USA sganciarono due atomiche contro le popolazioni civili di Hiroshima e Nagasaki, senza alcun preavviso. Quattro anni dopo, la Russia testò la sua prima bomba. Oggi, a sessant'anni da quei fatti, il numero di potenze nucleari è salito a otto - nove se la Corea del Nord si rivelasse effettivamente parte del club nucleare - e, nonostante i vari tagh agli armamenti, solo due di queste potenze nucleari (USA e Russia) schierano seimila testate strategiche ciascuno: ne basterebbero 25 per annientare in un istante venti milioni di persone. Leo Szilard morì nel 1964 ma il suo lavoro continua ancora a dare frutti attraverso l'impegno di tutti quegli scienziati che hanno fatto propria la sua lezione di responsabilità. Non è esagerato dire che il mondo sarebi )e stato peggiore senza di lui. SCRISSE ANCHE DEI RACCONTI, ORA TRADOTTI IN ITALIANO Leo Szilard con Einstein. Consigliò la bomba, poi cercò di fermarla