Sbancare Las Vegas al blackjack: nessuna magia, solo matematica

Sbancare Las Vegas al blackjack: nessuna magia, solo matematica Sbancare Las Vegas al blackjack: nessuna magia, solo matematica Federico Peiretti A matematica d servizio del gioco d'azzardo. Un'applicadone inconLm sueta, ma molto redditizia, che ha tentato dcuni fra i migUori studenti del Mit, U Massachusetts Institute of Technology, una deUe più prestigiose università americane. All'origine di questo interesse, un celebre «teorema», molto semphee ma efficace, riguardante U blackjack. Venne presentato quarant'anni fa da Edward Thorp, docente di matematica del Mit: «Le carte basse del mazzo (dd 7 in giù) sono sfavorevoh d giocatore, queUe dte (9, 10, figure e assi) sono favorevoU». Un teorema che molti studenti hanno in seguito cercato di perfezionare, sognando di sbancare i casinò dì Las Vegas. L'avventura più sorprendente è queUa del gruppo di studenti che, nel 1994, fondarono U Blackjack Club, mettendo tutto U loro ingegno neUo studio del blackjack. La loro storia è narrata appunto in Blackjack Club di Ben Mezricb, un giovane scrittore che ha condiviso, per un certo periodo, l'esperienza degh studenti del Club dell'azzardo. Il blackjack, nato in Francia nel Settecento, è stato U gioco più popolare dei casinò negli Anni Ottanta e Novanta, soppiantato in seguito daUe slot-machine e oggi dd videopoker di Intemet. Si gioca, con un mazzo di carte da poker secondo regole molto semphei, con l'obiettivo di totalizzare un punteggio superiore a quello del banco, senza tuttavia superare i 21 punti. «Scoprimmo che Ublackjack si poteva battere. Ricavandoci un mucchio di soldi - osserva uno studente del Club -. Non è magia, è soltanto matematica. Si tratta di tenere sotto controUo U mazzo mentre viene mescolato. E' un esercizio di base suUa distribuzione deUe probabihtà. Detto questo, è solo questione di pratica». E'la stessa tecnica usata da Dustin Hoffman e Tom Cruise nel film Rain Man, per sbancare i tavoh di blackjack d Caesar's Pdace di Las Vegas. Una tecnica che sfrutta la natura statistica di questo gioco. Se durante il primo giro esce un asso, dò sigìdfica che c'è un asso in meno nel resto del mazzo. Le probabihtà che esca un altro asso scendono di una frazione, che è cdcolabUe. In dtre parole U passato ha un effetto sul futuro, a differenza degh dtri giochi del casinò. Non è necessario contare le carte, ma è sufficiente distinguere semphcemente queUe favorevoU da queUe sfavorevoli. Come faceva Dustin Hoffman nel film: «Cattiva uno, buona due». La tecnica degli studenti era più raffinata e prevedeva un gioco di squadra in cui ogni studente, di perfetta intesa, si muoveva nelle sale del casinò con compiti precisi. La squadra era divisa in tre gruppi: gh Avvistatori che individuavano i tavoh più convenienti, i Gorilla che puntavano grosse somme ai tavoli segnalati come favorevoU, senza avere alcuna strategia personale di gioco, e infine i Giocatori, forniti di una grande somma di denaro che gestivano seguendo proprie strategie di gioco. Gesti e frasi convenziondi consentivano le comunicazioni fra i membri deUa squadra. Attomo d tavoU di blackjack d sono sovente dei «Contacarte», giocatori che tentano di memorizzare le carte del gioco. Ma questi vengono subito individuati dd rigoroso servizio di sorveglianza dei casinò e, boUati come ospiti non graditi, con le buone o le cattive vengono aUontanati. Le multinazionali, padrone di Las Vegas, non sono disposte, com'è facUe immaginare, a rimetterci sui loro ingenti investimenti. La severa e selettiva scuola del Mit aveva però messo in grado gh studenti del Club di eludere ogni controUo. In questo modo, nella più totde legalità, U Blackjack Club riuscì a reaUzzare guadagni favolosi, di diversi mihom dì dollari e ogni studente si trovò a vivere una doppia vita, da una parte la famìgUa,la scuola, le serate in birreria con gU amici e le partite di basket, dall'altra le suite più lussuose degU alberghi dì Las Vegas, splendide ragazze d siheone, serate con ì divi dì HoUywood e U fascino dei tavoh da gioco. Due esistenze separate, con l'inevitabUe aUenazione e, alia lunga, l'esdtazione per un gioco dal qude risulta sempre più difficile sapersi allontanare, anche quando sorgono i primi problemi. Purtroppo ì nostri studenti non avevano tenuto conto dì una popolare teoria del caos, nata proprio fra gh studenti del Mit e ricordata da uno dei protagonisti del romanzo: «Metti insieme un mucchio di gente superintelligente e socialmente inutUe come noi, e prima o poi scoppia U caos». GU studenti si lasciarono tentare dal gioco oltre ì margini di sicurezza, le grosse vincite inso¬ spettirono infatti i casinò, che risalirono d Mit e d suoi studenti e questi vennero tutti schedati. GU studenti del Blackjack Club vennero così scoperti. Qualche interrogatorio un po' violento, qualche pugno sul naso e aUo stomaco convinsero i nostri a desistere, imparando a loro spese che è megho non sfidare Las Vegas. Siamo però sicuri che, in questo momento, dtre squadre dì giovani del Mit, o chissà... del Polìtecmco di Torino o di MUano, non continuino questa lucrosa attività? Non potendo più giocare nei casinò dì Las Vegas, U vecchio gruppo, con una incredibUe faccia tosta, inserì aU'interno del sito del Mit una propria pagina, U Blackjack Institute, in cui metteva la propria esperienza d servizio di chiunque volesse far pratica con i giochi d'azzardo. AUontanati dd Mit, in modi sicuramente meno violenti dì quelU che avevano incontrato a Las Vegas, ma dtrettanto decìsi, sono reperibili ora a questo indirizzo: http:ZZwww.blackjackmstìtute.com/store/ Oggi la banda del Blackjack è diventata popolare grazie d libro dì Mezrich, aUe interviste e aUe trasmisdom televisive. E' previsto anche un film, annunciato per U prossimo anno e interpretato da Kevin Spacey. Su Intemet propagandano testi, corsi e materiali di ogm genere per diventare, dicono loro, ma è megho non fidarsi, imbattibìh d blackjack e agU dtri giochi d'azzardo. Il libro durerà forse una sola estate, ma è una lettura divertente per conoscere i lati oscuri e meno noti dì Las Vegas, ed è una lettura da consigliare in particolare a chi ritiene che la matematica non abbia alcun valore pratico, che non serva per «far soldi». Sono molti invece i matematici che hanno fatto fortuna, non solo d blackjack, ma come consulenti finanziari: non sì tratta anche in questo caso dì gioco d'azzardo? Cinque studenti del celebre Massachusetts Institute of Technology hanno applicato i loro studi al gioco d'azzardo: un mazzo di carte da poker, il calcolo delle probabilità e una raffinata strategia di squadra. Ma non hanno tenuto conto della teoria del caos... Sharon Stone in una scena del film «Casino» di Martin Scorsese (1995), ambientato a Las Vegas Ben Mezrich Blackjack Club trad. di Roberto Cagliero Mondadori, pp. 254,615 STORIA