Bond: il mondo in un cocktail...

Bond: il mondo in un cocktail... DA CORTINA A ROYAL-LES-EAUX, DAL PIZ GLORIA A MILANO 0 ALLE BAHAMAS: VISITA Al BAR FREQUENTATI DA 007 Bond: il mondo in un cocktail... Marco Flocchi SI vive solo due volte. Dipende. Il Vesper, tre parti di Gordon's, una di vodka e mezza di Kina linnet in ima coppa profonda da champagne, per esempio, ha avuto un'unica occasione. Abba-1 stanza, però, per entrare nel mito. ' A ordinarlo («agiti bene il tutto nello shaker, finché non è ben ghiacciato, poi aggiunga una fetta grossa ma sottile di scorza di limone»), infatti, non è stato uno qualsiasi. Ma James Bond, nato dalla penna di lan Fleming, che proprio nel suo primo libro {Casinò Rayale, del 1952) lo fece inventare al leggendario 007. L'agente segreto più famoso del mondo, che lo dedicò a Vesper Lynd, la Bond girl primogenita, non perdeva l'occasione per mettere in mostra la sua abilità: «Ottimo - disse al barman - ma se trovasse una vodka di grano, anziché di patate, verrebbe ancora meglio». Certo, a voler essere pignoli il primo cocktail in assoluto che Bond ordina nella sua onorata carriera di grande intenditore (sempre nell'avventura che dà il via alla sua esistenza) è un Americano, al bar dell'Hermitage a Royal-les-Eaux, in Francia, seduto a un tavolo vicino a una delle due ampie vetrate. Ma, bisogna ammetterlo, la frase che tutti i fans di 007 che si rispettino sognano da sempre di pronunciare è quella per farsi preparare il Martini come Bond comanda, shaken not stirred, «agitato, non mescolato». Un sogno destinato a restare chiuso nel cassetto? Mai dire mai. Meno male, infatti, che ci sono Pietro Carlo Ferrario e Luca Bonacini, bondiani ' doc, ovvero gli ■ideatori' di1 ima associazione non profit il cui nome la dice lunga: Shaken not stirred. Spetta ^ loro il merito di aver realizzato una guida-menu (in vendita a 5 euro, info: tei. 335/5320025) dove si possono leggere le ricette di tutti i cocktail preferiti da James Bond e, soprattutto, l'elenco dei bar d'Italia e del mondo dove poterli ordinare. Attenzione, non si tratta di una semplice curiosità. Tutti i locali, infatti, non sono stati segnalati a caso. I nostri eroi si sono passati in rassegna tutti i libri, oltre cinquanta romanzi, e i film della saga, per scoprire appunto a quali banconi 007 si siede per ordinare di avventura in avventura il drink preferito. Si è venuta così a creare una categoria, anzi tre, di luoghi dal pedigree impeccabile: i Bond Bar, i Bond Bar Classic (diventati location di romanzi e pellicole cinematografiche) e i Bond Bar Privilege (locali in sintonia con la filosofia bondiana, fatta di esclusività e raffinatezza). Volete qualcosa di speciale? Allora il riferimento è il film 007 Al servizio di Sua Maestà, l'unico tra l'altro in cui Bond (interpretato dal primo sostituto di Sean Connery, l'attore australiano George Lazenby) prende moglie. Nella pellicola, il quartier generale del perfido conte Bloefeld se ne stava appollaiato in cima al Piz Gloria (www.scliilthom.ch), 2.970 metri di quota, sopra Murren, nell'Oberland bernese. Dove nella vita di tutti i giorni c'è uno straordinario ristorante girevole che ruotando per un'ora trasforma il locale in un cannocchiale puntato sulle Alpi, dal Monte Bianco alle vette tirolesi. E mentre ci si gode il panorama ci si può appunto gustare un Martini al James Bond Bar (chi vuole può prenotare in anticipo il James Bond 007 breakfast), oltre che dare un'occhiata alle collezioni di armi di Bloefeld o ai poster appesi alle pareti o ancora fare meetta di gadget bondiani al negozio del ristorante. Al piano di sotto, il Touristorama, un avveniristico proiettore di filmati: selezionando il bottone 007 vanno in onda le scene più spettacolari del film girato al Piz Gloria. Si può anche restare in città per chiedere un bourbon, solo Old Grandad, di cui Bond riconosce al fiuto anno, luogo di produzione e, naturalmente, pure la collina dove è cresciuto. O, se volete essere più raffinati, una coppa di champagne, con le dovute precauzioni: «Ci sono delle cose che non si fanno assolutamente. Per esempio bere Dom Perignon del '53 a una temperatura superiore ai 4 gradi centigradi, sarebbe peggio che ascoltare i Beatles senza tappi per le orecchie», sentenziava 007 in Goldfinger. In questo caso, non c'è luogo migliore del bar Giardino d'Inverno dell'Hotel Principe di Savoia di Milano (piazza deUa Repubblica 17), che si è guadagnato il titolo di Bond Bar fra i più prestigiosi al mondo. Lo storico albergo milanese, tra i suoi ospiti illustri, ha avuto anche 007, che occupava una camera doppia quando era in missione nel capoluogo lombardo (lo ricorda John Pearson nel libro James Bond: The Authorized Biography del 1973). Lì ad aspettarvi trovate Andrea Zampolini, il giovane bar manager, ha 26 anni, del Principe di Savoia, bondiano di provata fede oltre che vero mago dei cocktail (ne ha creati ex novo 54). Ancora a Milano, la lista dei Bond Bar, dove cioè preparano senza colpo ferire i drink di bondiana memoria, comprende l'Hotel Westin Palace, l'American Bar Basso, il Grand Hotel et De Milan (qui si fermò la mitica Aston Martin DB5 di Bond prima di raggiungere piazza Duomo, nel 1967, in un tour speciale), l'American Bar Nottingham Forrest (dove potete ordinare uno Scorpion Martini: cocktail con quell'insetto all'interno). E specialmente l'Admiral Hotel (via Domodossola 16): il suo proprietario, Edward Coffrini Dell'Orto, infatti, è anche il presidente del primo James Bond Fan Club d'Italia (il modulo d'iscrizione al sito www. admiralhotel.it/007/mdex.htm) e ha approntato in una sala dell'albergo un piccolo museo con gadget, foto, oggetti da collezione. Le mete per fare cin cin con James Bond non finiscono qui. Vanno ancora dall'American Bar e Grill dell'Hotel De la Poste di Cortina al Bar dell'Hotel Excelsior di Roma; dal bar dell'Hotel Grande Bretagne di Atene al bar del Grand Hotel Europe di San Pietroburgo; dal Bar San Giorgio dell'Hotel Cipriani di Venezia al bar del Grand Hotel Peninsula di Hong Kong, al bar del Marbella Club Hotel Golf Resort S- Spa di Malaga. E se diventare soci del Les A, Les Ambassadeur Club, al numero 5 di Hamilton Place, il più esclusivo ritrovo di Londra (qui 007 fece la sua prima apparizione, a un tavolo di cheminde-fer, in Licenza di uccidere, il capostipite dei suoi film) è praticamente impossibOe, ci si può sempre arrangiare. Andare alle Bahamas, vestirsi di bianco, sperare di essere inzuppati da un'avvenente sciatrice d'acqua per poterle rispondere, quando viene a scusarsi per avervi bagnati, «ma il mio Martini è ancora secco». Come faceva Sean Connery inMai dire mai, il remake di 007 Operazione Thunderball Ma non fa parte della filmografia bondiana ufficiale. Vale lo stesso? Tre luoghi dal pedigree impeccabile: i Bond Bar, i Bond Bar Classic (diventati location di romanzi e film) e i Bond Bar Privilege (esclusività e raffinatezza) Sopra: il bar Giardino d'Inverno dell'Hotel Principe di Savoia di Milano. A destra Sean Connery e Ursula Andress in «007 Licenza di uccidere»; sotto una scena da «Goldf inger» dove 007 sentenziava: «Ci sono delle cose che non si fanno. Per esempio bere Dom Perignon del '53 a una temperatura superiore ai 4 gradi»