La Cina assetata di greggio spinge al rialzo tutti i listini di Francesco Sisci

La Cina assetata di greggio spinge al rialzo tutti i listini QUEST'ANNO L'AUMENTO DEI CONSUMI SARA VICINO AL 5 PER CENTO La Cina assetata di greggio spinge al rialzo tutti i listini Francesco Sisci PECHINO I soccorritori ieri raccoghevano i primi corpi dehe oltre cento vittime del disastro del pozzo di carbone di Xingning, nella provincia meridionale cinese del Guangdong. Inzuppati di acqua sporca di carbone i cadaveri erano neri e appiccicosi, come fossero stati uccisi nella piena di un fiume di petrolio e non nell'allagamento di ima miniera. In realtà il simbolo era più vero della causa materiale, perché i minatori di Xingning in ultima istanza sono stati uccisi proprio dal caro-greggio. L'aumento del prezzo intemazionale del petrolio, causato anche dalla crescita economica cinese, accelera l'estrazione del carbone, che comunque fornisce circa il 600Zo dell'energia nazionale. Più domanda m carbone pignifica più fretta, che porta a meno sicurezza nei pozzi e quindi a più morti. La Cina paga anche così, con 2700 minatori deceduti finora questo anno, circa 6 mila l'anno scorso, le sue importazioni di idrocarburi. In quelle stesse ore l'ente intemazionale per l'energia annunciava una riduzione deUe sue aspettative di aumento dei consumi petroliferi sulla base dei nuovi dati cinesi. Pechino nel 2005 consumerà 6,75 mihoni di barili di petrolio al giorno, 40 mila barili in meno al giorno rispetto alle previsioni, questo proprio a causa del maggiore sfruttamento deUe sue risorse carbonifere e idroelettriche. L'ente ritiene ora che la Cina aumenterà i suoi consumi petroliferi quest'anno solo del 4,90Zo rispetto al 7,90Zo anticipato a settembre. L'anno scorso i consumi cinesi sono cresciuti del 1407o. Comunque un rahentamento nel ritmo di espansione dei consumi non sposta il problema. Nessuno si illude che la crescente sete cinese possa placarsi. Anzi si vedono già i maggiori bisogni energetici del Sud Est asiatico e dell'India che si aggiungono alla brama globale. Per questo la Cina ha deciso di agire su più fronti. Sta esplorando tecnologie sostitutive del petrolio. Nelle province del Nord Est sta introducendo per le auto benzina addizionata con circa il 100Zo di etilene estratto dallo zucchero, accelera la costruzione di dighe con centrali idroelettriche e sta finanziando ima miriade di ricerche per energie alternative al petrolio, dal solare all'eolico, dal nucleare alle biomasse. Poi vorrebbe arrivare a un progetto per ottenere carbone liquefatto, cosa che ne aumenta la trasportabilità riducendo l'inquinamento ambientale, a costi competitivi con il petrolio. Da un punto di vista industriale il govemo lavora poi a limitare gli sprechi e soprattutto a risalire nella catena del valore. L'operazione Unocal dehe scorse settimane, con cui l'azienda petrolifera cinese Cnooc aveva offerto di comprare per 18,5 miliardi di dollari il colosso petrolifero americano, andava in que¬ sta direzione. Pechino aveva elargito crediti agevolati alla Cnooc, per aiutarla nell'acquisto e farla entrare con maggior forza nel mercato mondiale della distribuzione deU'enei^ia. Il tentativo cinese è stato respinto dai pohtici americani ma certo non è finita qui. Per il petrolio e il gas la Cina sta investendo molto in Sudan, Venezuela e Iran, Paesi verso cui gh Stati Uniti sono molto suscettibili. Del resto non è una questione solo cinese. Gh Usa stanno facendo pressioni perché llndia ripunci alla costruzione di un gasdotto del valore di 4 miliardi di dollari che partirebbe dall'Iran e arriverebbe a New Delhi passando per il Pakistan. Gh Usa temono che ciò romperebbe l'isolamento dell'Iran. In qualche modo la grande sete petrolifera cinese e indiana sta creando un clima nuovo per i Paesi produttori. Ai tempi della guerra fredda l'Occidente, pur con differenze tattiche anche importanti, erano sostanzialmente un fironte unito di interessi ideologici e strategici. I Paesi produttori allora non avevano altri clienti. Oggi i nuovi chentì ci sono, Cina e India, e loro spesso non condividono le strategie o la visione del mondo dei vecchi consumatóri. La Cina continua ad alimentare la domanda mondiale di petrolio