Allarme petrolio dalla Bce, benzina mai così cara di Marco Sodano

Allarme petrolio dalla Bce, benzina mai così cara LA BANCA CENTRALE EUROPEA PREOCCUPATA PER GLI EFFETTI SULL'INFLAZIONE: «LE PARTI SOCIALI SIANO RESPONSABILI NELLA CONTRATTAZIONE» Allarme petrolio dalla Bce, benzina mai così cara Lunardi: occorre un intervento sulle accise. Trichet: perso lo 0,2 di crescita Marco Sodano Greggio e benzina alle stelle vignale inflazione in crescita e prodotto interno lordo in calo. Il caro-greggio pesa sull'andamento economico dell'Unione europea riducendo lo spunto di una crescita minima ma costante, dice il bollettino di agosto della Banca centrale europea. Pubblicato ieri poche ore prima che il petrolio segnasse il nuovo record a New York toccando i 66 dollari al barile. Allarmato il ministro delle infrastrutture Pietro Lunardi: ha annunciato che il caro-petrolio sarà uno dei temi principah in discussione al Consigho dei ministri del 26 agosto. Il ministro è favorevole a un intervento «anche se minimo sulle accise. Gh aumenti si ripercuotono sui carburanti e vanno a ricadere sul prezzo deUa benzina; nelle tasche delle -famiglie, sul trasporto merci e sulle tariffe aeree». Agip ha già annunciato un rincaro di 3 centesimi élla pompa per la verde (2,5 per il gasolio). Altro record, che porta la verde a 1,289 euro al litro (con punte oltre 1' 1,3)e il gasolio a 1,173 (con servizio). A ruota Erg: da oggi verde a l,257,diesela 1,143. La Bce illustra le previsioni con i risultati di un'inchiesta realizzata dalla Survey of professional forecaster: dice che l'inflazione media nel 2005 dovrebbe collocarsi al 2,1 per cento, cioè 0,2 punti sopra l'ultima stima, datata aprile. Analogo il ritocco delle previsioni sul Pil: sostiene l'istituto che crescerà dell'l,407o nel 2005 e dell'i,8 nel 2006. Le previsioni hanno perso 0,2 punti ciascuna. «Secondo gli esperti che hanno condotto l'inchiesta - dice la relazione Bce le prospettive di inflazione a breve termine risentono principalmente dei corsi petroliferi». L'inchiesta è chiara anche sull'andamento del prodotto intemo lordo: «La correzione al ribasso per la crescita media di quest'anno si spiega in parte col fatto che gh esperti si attendono che la crescita sia stata relativamente debole nel primo semestre 2005». Altre ragioni citate: ancora la corsa del prezzo del greggio e - di conseguenza - la domanda intema, che gli anali- sti attendono «detiole». Gh analisti itahani spiegano che a luglio l'economia sarebbe andata decisamente megho se i rincari di benzina e altri servizi non avessero comportato immediatamente ima «debolezza della domanda e un calo neUe telecomunicazioni». E addebitano alla componente «energy» il maggiore contributo all'inflazione. Anche se, rilevano, non bisogna sottovalutare l'effetto statistico sfavorevole che grava su un comparto importante come quello degh alimentari (il trend dovrebbe continuare anche nei prossimi mesi), né quello stagionale che si deve al capitolo vacanze. Così, mentre l'Europa comincia a digerire l'effetto euro - la quota di ((preoccupati» è scesa dal 67 al 510Zo, dice Bce - i tre quarti dei consumatori cambiano spesso punto di acquisto per rincorrere ie offerte. Un comportamento che fa il paio con il caro-benzina, tra le prime cause dei tagli ai consumi delle famighe: il 70 per cento deUe quah ritengono insufficiente il loro reddito e per questo risparmiano, a cominciare dal cibo. D'altro canto il caro-petrolio si riflette immediatamente sui prezzi. Non ci sono altri elementi, scrive la Bce, che spieghino un accumularsi di pressioni inflattive rilevanti nell'area dell'euro. Anzi: siamo in un «contesto di moderata crescita salariale», nel quale «le pressioni provenienti dal mercato del lavoro dovrebbero rimanere contenute». Se i prezzi salgono, insomma, la causa è il petrolio, (d rischi di rialzo - ammonisce l'Eurotower - si devono in particolare al futuro andamento del greggio», dato che gh operatori si aspettano, per i prossimi anni, che le quotazioni rimangano «su livelli analoghi a quelli correnti». Non è solo un problema di Eurolandia: perfino l'onnivora Cina comincia a soffrire. Bce avverte che ((non è da escludere un'ulteriore, ancorché graduale, decelerazione» dell'economia di tutto il mondo. E aggiunge: (dn particolare, la crescita del prodotto interno lordo cinese potrebbe diminuire rispetto ai ritmi sostenuti della prima metà del 2005». Un'ulteriore decelerazione a livello mondiale è segnalata anche dall'indicatore anticipatore composito dell'Ocse, in costante calo nei dodici mesi fino a maggio. «Il principale fattore di rischio per questa prospettive, in generale piuttosto favorevoli, origina dagli andamenti dei prezzi petroliferi. Un ulteriore rischio è rappresentato dal persistere degh squilibri mondiali». | Al petrolio si aggiungono - avverte la Bce - i prezzi all'importazione, le imposte indirette e i prezzi amministrati, che potrebbero esercitare un effetto al rialzo sull'inflazione futura più pronunciato di quanto ci si aspetta oggi. Francoforte mette in guardia da un possibile effetto «gatto die si morde la coda»: vanno tenute «sotto attenta osservazione», dice, le dinamiche salariali, «specialmente a causa del rischio di effetti di secondo impatto nell'attuale contesto di prezzi del petrolio persistentemente elevati». Chiedere un aumento degh stipendi, insomma, porterebbe solo a nuovi rincari. ((Atale riguardo - dice una diplomaticissima Bce - è fondamentale che le parti sociali continuino ad assumersi le proprie responsabilità». II barile a New York realizza un nuovo record toccando quota 66 dollari Francoforte: sono troppi gli squilibri Un litro di benzina senza piombo Agip costa più di 1,3 euro. Un distributore ieri a Milano

Persone citate: Lunardi, Pietro Lunardi, Trichet

Luoghi citati: Cina, Europa, Francoforte, Milano, New York