Teheran toglie i sigilli al nucleare L'Agenzia atomica è spaccata
Teheran toglie i sigilli al nucleare L'Agenzia atomica è spaccata WASHINGTON DENUNCIA IL «DISPREZZO» IRANIANO VERSO LA COMUNITÀ' INTERNAZIONALE Teheran toglie i sigilli al nucleare L'Agenzia atomica è spaccata Usa, Europa e Russia chiedono una condanna ma altre nazioni esitano a schierarsi contro l'Iran Maurizio Moiinari corrispondente da NEW YORK Teheran toglie i sigilli all'impianto nucleare di Isfahan mentre l'Agenzia atomica a Vienna discute su quale può essere la risposta migliore. Ma la preoccupazione in Europa cresce e Washington parla di «disprezzo iraniano perla comunità intemazionale». All'indomani del rifiuto formale da parte del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad al pacchetto di offerte negoziali anglo-franco-tedesche - da lui definite «un insulto» - i tecnici di Teheran hanno rimosso ieri mattina nella città di Isfahan i sigilli al locale impianto nucleare, in parte costruito dentro una montagna per proteggerlo da attacchi aerei, dove l'uranio estratto dalle miniere nazionali viene trasformato in gas. E' il primo passo verso la ripresa dell'arricchimento vero e proprio che inizierà quando i gas tetra ed esafluoruro di uranio saranno trasformati in uranio 235 nelle almeno quattromila centrifughe nucleari che si trovano in un altro impianto, a Natanz. La rimozione dei sigilli è avvenuta alla presenza degli ispettori dell'Agenzia intemazionale per l'energia atomica dell'Orni (Alea) che hanno posizionato apposti strumenti per monitorare la quantità di gas che sarà d'ora in poi prodotta. Sebbene Gholamreza Aghazadeh, capo dell'agenzia atomica iraniana, non abbia precisato quando riprenderà la produzione di gas la rimozione dei sigilli segna la fine della sospensione di tutte le attività nucleari che l'ex presidente Moham- med Khatami aveva deciso lo scorso novembre nell'ambito dei negoziati con Francia, Gran Bretagna e Germania per evitare sanzioni da parte delle Nazioni Unite. Prima di allora, secondo l'Aiea, Isfahan aveva prodotto gas di uranio capaci di essere trasformati in cento kg di uranio arricchito ovvero l'equivalente necessario per confezionare cinque rudimentali bombe nucleari. La parola passa adesso al consiglio dei governatori dell'Alea, riunito da martedì a Vienna, al cui interno vi sono però posizioni differenti sulla reazione da adottare. Se da un lato Stati Uniti ed Unione Europea auspicano una dura condanna dall'altra nazioni come India, Brasile e Sud Africa temono di creare un precedente capace di precludere lo sviluppo del loro nucleare perché il nodo è legale: l'Iran rivendica il diritto di arricchire l'uranio a scopi pacifici garantito dal dettato del Trattato contro la proliferazione nucleare - che Teheran ha sottoscritto - ed anche altre nazioni del Terzo Mondo vogliono che questo diritto venga mantenuto. In attesa di un compromesso a Vienna le capitali europee non celano la preoccupazione per la rottura negoziale. «Siamo molto preoccupati, ci troviamo in una fase critica perché non c'è alternativa alla via negoziale», ha dichiarato Bela Anda, portavoce del governo di Berlino, facendo eco ai «timori di crisi» del Quai d'Orsay parigino. Il presidente americano, George W. Bush, discuterà oggi il caso-Iran in un incontro con il Segretario di Stato, Condoleezza Rice, ed il ministro della Difesa, Donald Rumsfeld, nel ranch texano di Crawford. Ma un portavoce dell'amministrazione Usa già ieri ha definito la rimozione dei sigilli come «un nuovo segno di disprezzo dell'Iran nei confronti delle preoccupazioni della comunità intemazionale». Bush continua tuttavia a non forzare i toni e pur ribadendo di voler «convincere Teheran a rinunciare alle attività pericolose» e di essere favorevole a trasferire la crisi sul tavolo del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ha detto di voler prima «appurare quali sono le idee del presidente iraniano». Il riferimento è ad una dichiarazione fatta da Ahmadinejad martedì scorso in merito alla possibilità di «nuove idee» per discutere la questione nucleare con Francia, Germania e Gran Bretagna. L'impressione che trapela dal Dipartimento di Stato è che l'amministrazione punti a dare quanto più tempo possibile alla diplomazia europea al fine da aprire la strada così ad un vasto accordo al Palazzo di Vetro se in settembre in Consiglio di Sicurezza dovesse essere chiamato a pronunciarsi. LE TAPPE DELLA CRISI StTTEMeRtÌ iniziano i lavori per fa costruzione de) primo reattore nucleare iraniano aBushehr : DICEMBRE | Foto satellitari mostrAf.«zl'esì! n 1 di siti nucleari a Natanz e AraK Gnii|* 1 L'Iran accetta la visita degli ispettori Uuuu ! dell'Atea, l'Agenzia internazionale sr l'energia atomica L'Alea dà un ultimatum a Teheran: deve dimostrare che nei suoi impianti ; non si stanno costruendo novembre! GIUGNO NOVEMBRE! L'Iran sp^ncfet#»pòi^neamente il programma di arricchimento | ; dell'uranio. Gli ispettori dell'Atea non^trovanlb prove di uh programma nucleare iraniano L'Aiea rimprovéla ^ a Teheran di non cooperare con le ispezioni sulle sue attività nucleari L'Iran sospende l'arricchimento dell'uranio come parte dell'accordo ir i negoziati con l'Ue - wm ' eheran rifiuta ' le proposte europee 7 e riprende l'attMtà nell'impianto nucleare 'di Isfahan
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