Rimini, guerra sul bagnasciuga di Marco Sodano

Rimini, guerra sul bagnasciuga L'ASSESSORE COMUNALE AL DEMANIO VUOLE AMPLIARE I CHIOSCHI E CE' CHI TEME LA «CEMENTIFICAZIONE» Rimini, guerra sul bagnasciuga Il restyling delle spiagge scatena le polemiche Marco Sodano A Rimini la spiaggia, come la piadina e i vitelloni e torse ancor di più, è prodotto tipico. Potessero, i nminesi avrebbero già registrato la Dop: in tanti sulla Riviera vivono vendendo ombra - o i servizi collegati - ai tipi da spiaggia. Forse per questo l'amministrazione comunale ha dato il via al nuovo piano spiaggia in questi giorni: approfittando del solleone d'agosto e del fatto che i riminesi, gravitando in spiaggia, potrebbero essere meno attenti del sohto alle polemiche. Che nei mesi di gestazione sono state di fuoco, in linea con il clima estivo e il temperamento dei romagnoli. L'assessore comunale al demanio Sandro Baschetti ha pilotata il piano con maestria fino all'estate, poi ha tolto il lenzuolo e mostrato la sua creatura. Tanta prudenza ha una spiegazione: negli ultimi venticinque anni nessuno aveva osato toccare il litorale, che fu ignorato per esempio nell'ultimo piano regolatore. Bagnini, baristi, albergatori, edicolanti, negozi di alimentari, ciclisti, giocatori di racchette, bellezze al bagno, noleggiatori di moto d'acqua o pedalò o risciò o sedie a sdraio, venditori di giri di giostrina. Altrettante categorie pronte a liti interminabili, l'una contro l'altra armata, ognuna determinata a rivendicare per sé un metro quadrato in più del litorale-miniera d'oro. Per contentare qualcuno bisogna scontentare tutti gh altri/ e Baschetti ha scelto come suoi protetti i «chioschisti», tipi da spiaggia specializzati in ristorazione volante. Dal panino all'aragosta il passo è breve e in qualche caso è già stato fatto. Ora si tratta di pennettere alla ristorazione di abbandonare gazebo e tettoie per accomodarsi in strutture più comode, si intende a portata di battigia. Scelta opinabile come qualunque altra: non fosse saltato fuori che la figlia ventiset- tenne del medesimo Baschetti è chioschista pure lei. Di ultimissima generazione, però: «L'ha preso poco prima dell'estate». In società con una cognata dell'assessore. Quando la giovane ha deciso di affittare un chiosco per mettersi a lavorare sulla spiaggia, insomma, suo padre stava lavorando al piano che avrebbe rivoluzionato il litorale. Tutto legittimo, al massimo si può discutere di ragioni di opportunità: ma è ovvio die gli avversari di Baschetti - dentro e fuori la maggioranza - si getteranno a pesce su questa carta inattesa. Testimonia della buona fede del Baschetti il fatto che l'assessore ha parlato per primo dell'attività della figlia in un'intervista concessa a un quotidiano locale, n pomeriggio seguente, però, è stato bersaghato da decine di telefonate e messaggi sms: gh umori dellapohtica riminese preannunciano una settimana di graticola in Municipio. Al momento quasi sotterranea, perché non si attenta all'allegria nel paese dei balocchi. Ma siamo pur sempre in Italia, paese nel quale i legislatori «ad personam», anche solo sospetti, provocano allergie. Tornando in spiaggia: giù le storiche cabine di legno aie si allineano a migliaia sul litorale, ormai parte integrante del paesaggio riminese, Baschetti si prepara a recuperare la cubatura (lo spazio lasciato libero) per trasformarla in chioschi da spiaggia. Che poi chioschi non saranno più, visto che il piano li autorizza a raggiungere la superficie ragguardevole di 600 metri quadrati, col patto che gh stabilimenti balneari si raggruppino tre a tre. Baschetti si difende: «Dobbiamo rispondere a una voglia di cambiamento. Oggi si arriva al mare tardi, le famiglie non tornano più a mangiare in pensione». Di conseguenza bisogna seguire i rigidi regolamenti sanitari in materia di ristorazione. Ed ecco che il chiosco, tra cucina, servizi e spazi per i clienti raddoppia da 100 a 200 metri. Altri 200 di piazzale, altri 200 di tenrazzo e il gioco è fatto. «Urbanizzazione della spiaggia - ha tuonato l'opposizione cementificazione dell'arenile». A ben vedere, se la superficie media era 100 e i bagni si accorperanno tre alla volta si dovrebbe arrivare a 300. Morale: il piano Baschetti comporta un raddoppio in piena regola. A chi è preoccupato per il cemento, altro prodotto che non difetta nella capitale del turismo adriatico, si sono aggiunti gh altri ristoratori: quelli affacciati sul corso Vespucci, che temono di vedersi scippare la clientela. Vere e proprie macchine da guerra, le tavole calde riminesi, capaci di servire a tempi di record tavolate sterminate: dentro una famiglia fuori l'altra senza soluzione di continuità. Non è mancato chi ha tirato fuori dai cassetti le indagini promosse dallo stesso Comune di Rimini. Nelle quali si legge che l'82 per cento dei turisti e il 70 per cento dei riminesi stessi sono soddisfatti delle spiagge così come sono. Ora l'assessore parla di «piano aperto», ripensa coi sudori freddi alle cinquanta riunioni già affrontate con le categorie più disparate per arrivare fin qui. E ripensa al passato, quando si cantava «stessa spiaggia, stesso mare». La «mitica» spiaggia di Rimini Il piano dell'assessore comunale prevede l'aumento della superficie dei chioschi fino a 600 metri quadri

Persone citate: Baschetti, Sandro Baschetti

Luoghi citati: Comune Di Rimini, Italia, Rimini