La via per la gloria non passa più di lì

La via per la gloria non passa più di lì UN TEMPO IL GIOCO DIMOSTRAVA LA «SUPERIORE INTELLIGENZA COMUNISTA» La via per la gloria non passa più di lì Anna Zafesova C'era una volta il Paese degli scacchi. Dove in tutte le scuole, negli asili, nei dopolavori e negli alberghi, nei circoli sportivi e negli ospedali c'erano sempre scacchiere aperte ad aspettare i giocatori. Si vedevano vecchietti e ragazzini spostare figure sui treni, in spiaggia, sulle panchine dei boulevard di Mosca e nel giardinetto davanti alla dacia. I giornali ogni giorno pubblicavano un problema scacchistico e la tv faceva cronache lunghe e minuziose dei tornei. Ai bambini veniva mostrata la mossa del cavallo ancora prima di insegnargli l'alfabeto e uno che ammetteva di non sapeva gioca- re - e bene - a scacchi non era un «vero figo». Una passione totale che coinvolgeva intellettuali e proletari e formava un vivaio grande quanto l'intera Unione Sovietica, nel quale allevare campioni che avrebbero fatto la gloria nazionale. Le baffute e robuste georgiane sbaragliavano chiunque ai tornei femminili, nelle competizioni maschili ampia era la scelta di eroi baciati dal genio e dalla sregolatezza: dallo scostante Tabi all'imbattibile Botvinnik, al «perfido traditore» Korchnoj fuggito dall'Urss per combattere dalla parte del nemico capitalista, all'impassibile Karpov che invece seguiva inderogabilmente la linea del partito comunista. Gh soacchi erano patrocinati da Breznev e decantati dall'ideologia: erano la dimostrazione che i sovietici erano più intelligenti di chiunque. La perestrojka è stata segnata dall'astro Kasparov: l'epoca richiedeva un campione nuovo, appena ventenne, disinvolto e dichiaratamente anticomunista. La Chesslandia sovietica è scomparsa come l'Atlantide. Le sorti della Fide sono finite in mano ah'ambiguo leader calmucco Kirsan Ilumzhinov, imo che ha addosso più inchieste di quanti sono i quadretti della scacchiera. Garrì Kasparov ha annunciato di abbandonare i grandi tornei per dare scacco matto alle prossime elezioni a Putin, e fa il colum¬ nist politico per il Wall Street Journal. Il tentativo di rilanciare l'ex passatempo nazionale in versione giovane e glamour, scegliendo come testimonial la campionessa teenager Alexandre Kosteniuk, si è arenato e la ragazza si vede ora più in spot pubblicitari e film che in match di simultanea. La rete da pesca che catturava, filtrava e addestrava piccoli geni da Brest a Vladivostok si è sfilacciata. Il fascino di un gioco antico dove si vince con il cervello è sbiadito, passare la vita a spostare pedoni è considerata una perdita di tempo, i potenti patrocinano altre discipline più chic. La fortuna e la gloria in Russia non si conquistano più dichiarando scacco aire.

Persone citate: Alexandre Kosteniuk, Anna Zafesova, Botvinnik, Breznev, Karpov, Kasparov, Korchnoj, Putin

Luoghi citati: Brest, Mosca, Russia, Unione Sovietica, Urss, Vladivostok