Preso in Pakistan con mappe italiane

Preso in Pakistan con mappe italiane UN PRESUNTO MEMBRO DI AL QAEDA, TELEFONAVA NEL NOSTRO E IN ALTRI PAESI EUROPEI Preso in Pakistan con mappe italiane dal corrispondente a PARIGI Sul passaporto pachistano che ha esibito domenica ai sospettosi poliziotti dell'aeroporto parigino di Roissy è scritto: Mohammed Billal Youssaf, 23 anni, residente a Brescia. Era appena sbarcato da un aereo proveniente da Labore e aveva una coincidenza, urgente, per Londra. Piano di viaggio interessante, come si vede, soggetto ad alto rischio: i controlli si sono fatti meticolosi. Così ben nascosti nella valigia sono comparsi cinque passaporti e cinque patenti di guida britanniche, perfette; con tanto di fotografie e indicazioni dello stato civile dei titolari. Adesso che è stato arrestato e consegnato agli specialisti dell'antiterrorismo si cerca di accertare se il passaporto. il suo, è autentico. Ma dal Pakistan è giunta ieri una notizia ancora più inquietante, il pachistano Daily Times racconta dell'arresto di Osama bin Yousaf, un sospetto membro di Al Qaeda, che aveva con sé mappe italiane e di altri paesi europei. Secondo l'intelligence pakistana prima di essere catturato, avrebbe telefonato nel nostro paese e in alcune città in Europa. Secondo il giornale, Bin Yousaf era uno stretto collaboratore di Abu Farj al Libbi, il Ubico arrestato nei mesi scorsi in Pakistan e considerato il numero tre di Al Qaeda. A Parigi, dopo il fermo del pakistano in arrivo da Labore si è subito capito che c'era qualcosa di strano: il Pakistan, Londra, Brescia (dove viveva il fratello di uno degli arrestati per gli attentati al metro di Londra. Troppe coincidenze. E poi ieri mattina già sono scattate perquisizioni nella periferia di Parigi. Ma quello che colpisce è un dato cronologico: ventiquattro ore dopo l'arresto di Roissy, l'antiterrorismo ha fatto filtrare un rapporto in cui lancia l'allarme su nuovi possibili attentati in Gran Bretagna da parte di «terrori¬ sti legati ad Al Qaeda arruolati nella comunità pachistana inglese». Non solo; aggiunge che «la Francia non è al riparo da questi gruppi violenti dal momento che sono ben noti i legami familiari commerciali e associativi tra i pachistani inglesi e quelli che vivono in Francia». Uno «studio tecnico, non vogliamo certo dare lezioni su quanto potrebbe succedere in Inghilterra» ha subito puntualizzato la «Direction centrale des renseignements generaux». Inevitabile postilla visto che in Francia la comunità di origine pachistana è di quarantamila persone, e certo la maggioranza non è costituita da radicali e aspiranti kamikaze. Ma c'è l'impressione che l'arresto di Roissy abbia scoperchiato i fili di una pista importate. Gli estremisti della Jihad pachistana, secondo i rapporti dei servizi, sono nascosti soprattutto nella capitale e nella regione parigina fin dagli anni ottanta. E risultano in continuo auumento attraverso le vie della immigrazione clandestina, vie ben lastricate e dotate di «una logistica molto sofisticata». Secondo il rapporto queste cellule sono specializ¬ zate nella utilizzazione di documenti contraffatti. Negli ultimi anni l'antiterrorismo francese ha registrato fitti andarivieni di attivisti pachistani tra Londra e l'Asia del Sud, mentre in Francia sarebbero presenti tutti i principali movimenti estremisti che rientrano nella galassia di Al Qaeda, tra cui Lashkar-e-Taiba, (d'armata dei puri». Questo dossier è ormai monumentale. I precedenti poi spaventano. Nel 2001 l'inglese di origine pachistana Richard Reid che voleva far saltare un aereo tra Parigi e Miami con un artigianale congegno nascosto nelle scarpe, ha lasciato tracce nella banheue parigina. Frequentava cybercafé gestiti da connazionab. E ci sono altri tre nomi: Hassan el Cheguer, Hakim Mokbfi e Willy Brigitte. Pachistani francesi ingaggiati da un predicatore estremista a Parigi furono avviati, via Londra, nel Kachemire pakistano. Destinazione una scuola di addestramento per aspiranti kamikaze. Li arrestarono dopo aver ascoltato conversazioni telefoniche in cui annunciavano di «voler fare qualcosa di grande per l'Islam». [d. q.] Arrestato a Parigi con 5 passaporti falsi un islamico residente a Brescia: andava a Londra

Persone citate: Hakim Mokbfi, Hassan El Cheguer, Libbi, Mohammed Billal Youssaf, Richard Reid, Willy Brigitte