La «coppia perfetta» sparita nel nulla

La «coppia perfetta» sparita nel nullaSlJ&U D'ITALIA/ La «coppia perfetta» sparita nel nulla Brescia, si indaga sul mistero dei tre appuntamenti mancati reportage Lodovico Polctto inviato a BRESCIA FERRUCCIO aveva già posato la caffettiera sui fornelli: bastava accendere il gas e dopo qualche minuto il caffè sarebbe stato pronto. La tazzine, tre, erano h, sul tavolo. L'orologio sulla mensola segnava le 20. Qualche minuto ancora e Aldo e Luisa sarebbero arrivati. Anche don Mario li aspettava, ma per il mattino dopo: alla messa delle 10 di domenica 31 luglio, su alla parrocchia di Castrezzato. Si erano sentiti al telefono: «Viene con noi anche quella anziana suora del Cottolengo di Torino, la sorella della Maria. È qui per qualche giorno. Ah, don Mario, sapesse quanto ci manca: era meglio quando era qui aBrescia...». Ma né quel sabato, né il giorno dopo, Aldo e Luisa avevano rispettato gli impegni. Strano, molto strano per due come loro: sempre precisi e nieticoloàt puX così diversi nel carattere. Di lui, Aldo Donegani, 77 anni, metalmeccanico in pensione, si raccontava in giro che fosse il chiuso della coppia. Gran giocatore di briscola al bar dell'oratorio di Sant'Antonio, ma anche un gran polemico, sempre pronto a discutere di politica, sinistra e destra: «E credete a me, senza i comunisti si starebbe meglio...». Lei, Luisa De Leo, 61 anni, era la «gioviale» tra i due. Se andavano in vacanza lo diceva a tutti, e non solo ai vicini di via Ugolino Ugolini. «Metteva i manifesti...», ci scherzava su Gerardo, vecchio amico di famiglia. E ancora più strano era il fatto che anche il telefono cellulare di Aldo fosse spento. LA SCOPERTA Chissà per quanti giorni nessuno si sarebbe accorto che erano spariti se, da Castelfidardo, non fosse arrivato il lunedì mattina un nipote della coppia: un appuntato dei carabinieri. Si era presentato con moglie e figlio: il Dambino avrebbe dovuto restare con gli zìi per una settimana. Loro sarebbero tornati a riprenderlo il lunedì dopo. Fatto sta che il carabiniere, dopo aver suonato il campanello e non aver ricevuto risposta, aveva iniziato ad indagare. Aveva chiesto notizie ai vicini e mobilitato l'altro nipote, Guglielmo Gatti, 41 anni, un tipo solitario, con la passione dei computer, sempre chiuso nella mansarda del secondo piano della villetta dei Donegani. Niente di lussuoso, per carità, casa in puro stile Anni 50: mattonelle paramano sulle verande, intonaco dipinto di marrone sulle pareti, giardinetto grosso un pugno sul davanti e sul retro. Anche Guglielmo, che in giro raccontava di essere un ricercatore nucleare, un consulente del Politecnico di Milano, aveva allargato le braccia: «Io non so niente. Sto sempre di sopra a lavorare. Li vedo poco...». Arrivati i pompieri, si era sfondata la porta. Il carabiniere già temeva un malore degli zii. Ma l'appartamento era deserto, in ordine perfetto: i vestiti di Aldo e Luisa negli armadi con la naftalina, i resti del pranzo infilati nel forno e pronti per essere scaldati per cena, un mazzo di chiavi era appoggiato nell'ingresso. Il telefonino di Aldo, spento, era dentro un cassetto, le finestre chiuse. E anche la loro auto, una Clio nera, era in garage, proprio accanto alle biciclette. Aldo e Luisa erano spariti. LE INDAGINI Cinque giorni dopo il monovolume verde dei carabinieri andava e veniva dalla casa dei Donegani a piazza Tebaldo Brusati, dove c'è la sede provinciale dell'Arma. Sopralluoghi e controlli in casa, nel giardino e nel garage. La giovane pm incaricata delle indagini, Claudia Moregola, sognava le ferie: «Un paio di giorni ancora...». Guglielmo, interrogato per la prima volta disse che, forse, era più di una settimana che non vedeva gli zii. E il maggiore dei carabinieri. Marco Riscaldati diceva: «È un testimone prezioso. No, no, non lo sospettiamo di nulla...». E per aiutarli, il giorno dopo, Guglielmo resta in caserma con il maggiore, il magistrato e un altro pm, Paola Reggiani, donna di grande esperienza e con la fama del magistrato d'acciaio. Ci rimane per undici ore di seguito. E intanto, in tutta la città e nelle campagne vicino, scattano le ricerche. I cani della protezione civile vagano sulle colline della Franciacorta, tra vigne e sentieri tutti rovi e sassi. I pompieri vengono spediti a prosciugare uno stagno: due metri d'acqua e due di melma, in mezzo alla campagna, zona Fantasma. Nella casa di via Ugolini gli uomini della scientifica, con le tute bianche, ispezionano tutto con il Luminol, la sostanza che rivela resti di tracce organiche. Sangue, per intenderci. Si può scoprire anche se è stato lavato. E per la prima volta, al nome dei Donegani, si affianca la parola omicidio. Ma senza indiziati, senza cadavere. E ancora senza movente. UNA MASCHERA Guglielmo, intanto, risponde con calma a tutte le domande che gli fanno, con quel suo tono di voce uniforme. «Una maschera impassibile...», dicono gli investigatori. Non tradisce emozioni. Non si lascia andare alla stanchezza, non protesta e non sorride mai. Quando, alle 4 di notte, gli dicono: «Se vuole può andarsene», saluta rispettoso, ringrazia e se ne va. Qualcuno in città racconta di una casa ad Aprica, in Valtellina, già provincia di Sondrio. «Ce riavevano i genitori del Guglielmo: un appartamento per le vacanze». I carabinieri ci vanno in forze. Non è un sopralluogo qualunque, perché si controlla tutto con le tecniche dell'indagine di omicidio. Guglielmo è li e guarda quella gente andare e venire, misurare e prelevare, senza dire una parola. E intanto sono già dieci giorni che di Aldo e Luisa non si sa più nulla. L'ultimo sopralluogo nella casa di vacanze ad Aprica: tecniche da omicidio, ma nessuno è ancora indagato Da dieci giorni non si sa più nulla di Aldo e Luisa Dovevano andare a cena da un amico la sera di sabato scorso Un nipote carabiniere atteso dai pensionati e giunto da Castelf idardo ha dato l'allarme lunedì Era previsto anche un viaggio a Torino L'altro nipote, che vive al secondo piano, sotto torchio da venerdì Un tipo solitario con l'hobby del computer Guglielmo Gatti il nipote Aldo e Luisa Donegani in un'immagine felice durante una delle loro vacanze L'interno della villetta è stato setacciato dai carabinieri