La morte misteriosa nell'Altaj del comico che fu governatore di Anna Zafesova

La morte misteriosa nell'Altaj del comico che fu governatore MIKHAIL EVDOKIMOV, DA STAR DELLA TV RUSSA ALLA POLITICA La morte misteriosa nell'Altaj del comico che fu governatore Anna Zafesova «Me ne stavo tornando dalla sauna, il muso lutto rosso». Era la battuta preferita di Mikhail Evdokimov, rmcipil di tante storie raccontate da! palco a una platea che si piegava in due dalle risate. Ora che è morto, le tv russe hanno l'imbarazzo di come commemorarlo: come un comico popolare o come un personaggio Istituzionale, governatore di una regione siberiana di due milioni e mezzo di anime. Il 47enne «Schwarzenegger russo» si è schiantato su una strada dell'Allaj, non lontano dal suo villaggio natale Verkh-Obskoe: l'autista della sua Mercedes-600 si era lanciato in un sorpasso azzardalo e l'auto è finita fuori strada dopo un volo di 20 metri. Delle quattro persone a bordo è sopravvissuta, seppure con lesioni gravissime, solo la moglie del comico Galina. Una morte comune sulle strade strette e sgangherate della provincia russa, ancora più comune per i membri della nomenclatura che con i loro autisti e le loro scorte sono spesso protagonisti di incidenti rovinosi dovuti a velocità supersoniche e all'idea che il codice stradale non riguardi i potenti. Ma c'è già chi sospetta un complotto, forse addirittura un attentato, per togliere di mezzo un uomo che in politica sembrava fuori luogo e a disagio esattamente quanto u suo personaggio. Evdokimov era proprio ciò che voleva apparire, il muzhik di un villagfpo siberiano, un tipo un po' semplice, ma anche furbo, goffo ma poi sempre aiutato da colpi di fortu- na. La sua maschera sul palcoscenico non si staccava più dal suo faccione da conladino, il «muso rosso» che era diventato un tormentone nazionale: un ragazzetto di campagna, sempre un po' brillo e con in testa svaghi tradizionali come la sauna, la pesca e la vodka, ma anche l'uomo semplice che porta la «verità del popolo» fino alla Mosca ladrone, (come nel film «Perché non mandiamo un messaggero?» di cui Evdokimov firmò anche la regia), finendo per strada in storie surreali. Ma la più surreale di tutte è stala la sua elezione, nell'aprile del 2004, stravinta contro il tradizionale boss comunista dell'Allaj in una campagna elettorale che ha fatto strage del mito della eterna obbedienza dell'elettore russo. In un Paese dove la politica non si è mai strutturata e si e ancora in cerca di zar o di eroi il voto popolare ha premiato un comico che sul palco raccontava storie di sbornio e ai comizi elettorali predicava una sorta di neo-socialismo populista, prometteva il ritorno dei kolkhoz nelle campagne e si scagliava contro i «ricchi», che peraltro da quelle parti non si erano mai visti. Uno del paese, uno dei «nostri» che ce l'ha fatta a Mosca dopo aver diretto per anni una casa di cultura per contadini, uno che è sempre tornato nel suo villaggio anche dopo essere diventato famoso e ricco. Si è parlato di uno Schwarzenegger siberiano, ma forse il paragone più adatto sarebbe un Alberto Sordi dei primi film, o un Verdone. Il Cremlino rimase di stucco e forse l'improvvisa vittoria di Evdokimov è stata l'ultima goccia che ha fatto decidere a Putin di togliere agli elettori il diritto di scegliersi i governatori regionali facendone un monopolio del presidente. Ma è stato lo stesso padrone del Cremlino a difendere il governatore dell'Altaj quando l'assemblea legislativa locale gli si rivoltò contro accusandolo di aver fatto precipitare la regione in una povertà ancora maggiore. Forse la spiegazione è una foto nella quale si vede il solitamente gelido capo di Stato ridere di cuore, chiacchierando con il comico-governatore. Una morte, quella di Evdokimov, che toghe dì mezzo un personaggio scomodo e nonostante l'indagine abbia già incolpato dell'accaduto l'autista, il mondo della politica e dello spettacolo ribolle di sospetti. Evghenij Petrosian, il decano dei comici russi, parla chiaro: «Sono sotto choc, ci devono essere state circostanze premeditate, nessuno di noi riesce a credere che sia andata davvero come dicono». Altri colleghi ricordano il generale Lebed, un altro governatore ed eroe del popolo entrato in politica dalla porta sbagliata, che si è schiantato con l'elicottero liberando così una poltrona ambita da troppi. A VerkhObskoe e nel resto dell'Altaj invece si limitano a piangere il loro eroe: «Non avremo mai più un governatore che ci fa ridere». La sua Mercedes guidata dall'autista è finita in una scarpata Faceva ridere anche Putin II comico-governatore Mikhail Evdokimov

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