i calzaturifici: quest'anno persi 8 mila posti

i calzaturifici: quest'anno persi 8 mila posti IL PRESIDENTE DEH/ANQ CHIEDE UN INTERVENTO DIRETTO DEL PREMIER. «DOBBIAMO FARE LOBBY A BRUXELLES» i calzaturifici: quest'anno persi 8 mila posti «Per sopravvivere servono procedure antidumping e il "made in" obbligatorio» intervista H A appena cominciato le vacanze, ma non sarà un agosto di relax. Rossano Soldini, presidente dell'associazione nazionale dei calzaturifici italiani (Anci) non ha bisogno di leggere i dati sulla pinduzione. Dai suoi associati, giorno per giorno, riceve gh stralci di un vero e proprio bollettino di guerra. Presidente Soldini, è la Caporetto delle scarpe italiane? «Speriamo ancora di riuscire a riprenderci, ma la situazione è critica. Siamo agli sgoccioli». Le calzature sono sempre state uno dei gioielli del manifatturiero. Scarpe ita¬ liane: all'estero sono un mito. «Lo sono ancora, ma quelle di lusso, la fascia alta del mercato, il 4 per cento della produzione approssimando per eccesso. Sul resto, le scarpe di fascia media e bassa, non siamo in grado di tenere il passo dei cosiddetti paesi emergenti. Fanno dumping senza pietà, non è più questione di concorrenza». I dati riguardano la produzione in Italia. Magari qualcuno ha trasferito le fabbriche all'estero. «Qualche caso c'è stato, ma si tratta di episodi. In associazione ne abbiamo parlato a lungo e ci siamo fatti i conti in tasca: tanto vale comperare la scarpa già fatta all'estero e trasformare l'azienda. Dalla produzione al commercio». Falciando i posti di lavoro. «Buttando alle ortiche la qualità. Per quanto riguarda il lavoro, avrò i dati aggiornati solo al ritorno delle vacanze, ma penso il 2005 andrà come l'anno passato. Ottomila posti bruciati. Gh addetti in Italia sono 11 Ornila». Soluzioni? «Stiamo facendo pressione per ottenere il "made in" obbligatorio. Dovrebbe già essere regola europea dal 20 lugho scorso». Chi ha bloccato il provvedimento? «La Germania. Prima ha chiesto di togliere dall'elenco i prodotti dell'industria meccanica: forse vogliono costruire le Mercedes chissà dove per poi rivenderle come auto tedesche. Ma sono fatti loro. Poi s'è fermato tutto, ne riparleranno il 7 settembre». E i fatti nostri? «Settembre, l'ultima spiaggia». È cosi importante stampigliare il "made in" sulle scarpe? «Recupereremmo almeno un 30 per cento di quello che abbiamo perduto. Chi va in negozio è molto attento a quel che compra, sa dove trovare la qualità. Senza il marchio confondiamo gli acquirenti, con il marchio capiranno da cosa dipendono le differenze di prezzo». Altre contromisure? «Sempre il 7 settèmbre l'Italia cercherà di ottenere dall'Unione europea le procedure antidumping in regime di emergenza: potremmo avere dazi protettivi entro due mesi. In caso contrario ce ne vorranno dieci. E non so se saremo in grado di tirare a campare per tanto tempo». Da quanto dura la crisi? «S'è fatta nera negh ultimi due anni». C'è chi vi dà ima mano? «Nell'ultimo anno s'è spesa molto Confindustria. Anche il governo lavora bene, però mi sembra che gcJJì i dati sul Pil. Serve una lobby potente a Bruxelles». I prossimi passi? «Il 5 settembre mi riceverà il viceministro Urso. Sto lavorando per fissare lo stesso giorno un appuntamento con Tremonti. Avremmo bisogno di un intervento in prima persona del premier Berlusconi», [ma.sod.j «La delocalizzazione non è la strada giusta Tanto varrebbe comprare le scarpe già fatte e diventare commercianti»

Persone citate: Berlusconi, Rossano Soldini, Soldini, Tremonti, Urso

Luoghi citati: Bruxelles, Caporetto, Germania, Italia