«Attenti ai conti, rìschio deficit al 5%» di Marco Sodano

«Attenti ai conti, rìschio deficit al 5%» L'AGENZIA DI RATING, CRITICA SUL DISAVANZO, RIVEDE IL GIUDIZIO SULL'ITALIA CHE PASSA DA «STABILE» A «NEGATIVO» «Attenti ai conti, rìschio deficit al 5%» S&P sfiducia governo e opposizione: «Non sanno risanare» Marco Sodano I conti pubblici italiani sono una «sfida» sulla quale Standard and Poor's non è disposta a scommettere. L'agenzia di rating rivede l'outlook della Repubblica Itahana da «stabile» a «negativo», mentre conferma il rating a lungo termine (aa-) e quello a breve (a- l+).Le previsioni del governo non sono reputate credibih; gh anahsti hanno calcolato che nel 2006, senza una correzione di rotta decisa, il rapporto deficitpil arriverà al 5 per cento, due punti sopra il 3 previsto dal Patto di stabilità. Né c'è da aspettarsi molto daDa Finanziaria in arrivo. Moritz Kraemer, analista di S&P, ha spiegato che è difficile credere a «misure di riforma» nel periodo pre-elettorale. L'outlook italiano era stato rivisto l'ultima volta nel gennaio 2003, circa un'anno e mezzo prima che il rating fosse abbassato (luglio 2004). Diverso il giudizio dell'altra grande agenzia di rating, Moody's: «per noi non cambia nuUa». Chiaro che con la credibilità finanziaria del paese è bocciata anche quella pohtica. Niente a che vedere con il caso Fazio, assicurano gh anahsti: la decisione non dipende dalla bufera che imperversa sul sistema bancario, non si pensi che le eventuali dimissioni del governatore possano indurre S&P a rivedere il suo giudizio. La decisione si deve invece - e soprattutto - alle «crescenti sfide di bilancio», giocate dal Paese in un momento di bassa crescita economica. Un'analisi impietosa e bipartisan: «Le coalizioni di centrodestra e di centrosinistra soffrono di profonde divisioni interne, questo renderà loro difficile intraprendere una strategia di consolidamento così rigorosa da riportare i conti pubblici» in carreggiata. Non destano altrettante perplessità i conti dell'anno in corso. Anzi: «L'attuazione del Bilan¬ cio 2005 è soddisfacente, l'obiettivo di un rapporto deficit-pil al 4,30Zo «appare reahstico». È il futuro che spaventa, specie se si prendono in considerazione la vertenza aperta sui contratti della pubblica amministrazione e le modifiche previste al regime Irap. Nel mirino, ancora una volta, il documento di programmazione economica e finanziaria presentato a lugho, insufficiente secondo S&P. Che osserva: a parte il rinnovato impegno nella lotta all'evasione, il governo italiano «non ha reso note altre iniziative volte al consolidamento di bilancio». Bocciato anche il tetto del 207o alla spesa pubblica fissato nel budget 2005: renderà la struttura della spesa ancora «inefficiente». E se i tagh fiscali promessi rischiano di portare il disavanzo al 50Zo, «anche in assenza di queste misure» - sottolinea l'agenzia - sarà impossibile riportare il deficit entro il 30Zo del pil. Il 2006 sarà un anno difficile, ma dopo potrebbe andare anche peggio. In presenza di un potenziale di crescita debole, che il governo stima all'1,3% annuo, il debito pubblico dovrebbe attestarsi, scrive S&P, oltre il 1100Zo del Pil nel 2007. Inutile sperare nella privatizzazione degh immobili di Stato: «Le previsioni del governo su un rapido miglioramento della struttura di bilancio e entrate intomo all'1% del pil annuo grazie alla vendita di immobili pubblici appare ottimistica». Andando ancora più in là nel tempo, il target di un indebitamento al lOP/o del pil entro il 2009 sarà «difficile da raggiungere», S&P prevede un 10807o. Insomma, per convincere l'agenzia a rivedere il suo giudizio servono «misure strutturah». E la revisione deUe prospettive potrebbe portare entro 18 mesi anche alla riduzione del rating (come accadde tra 2003 e 2004) «se non dovessero emergere segnah di una coerente riduzione del debito». Se qualcuno pensa a nuove privatizzazioni, lo stesso Kraemer gela gh entusiasmi: «Non siamo contrari alla cessione di asset da parte del Governo, se servono a ridurre il debito, ma non sono la soluzione. Il problema è che cosa possa essere venduto facilmente e rapidamente. Le sole cose significative che abbia in capo al governo sono Enel e Eni, tutto il resto vale appena il 20Zo del pil». Non siamo contro per principio, se il governo riesce a farlo. Certo non è la soluzione». Un giudizio che pesa. La sede milanese della Standard and Poor's

Persone citate: Kraemer, Moritz Kraemer