Gli anziani scomparsi a Brescia, i silenzi del nipote di Lodovico Poletto

Gli anziani scomparsi a Brescia, i silenzi del nipote ANCORA NESSUN INDIZIO NONOSTANTE LE RICERCHE SCIENTIFICHE DEI CARABINIERI. L'UOMO INTERROGATO DI NUOVO Gli anziani scomparsi a Brescia, i silenzi del nipote Lodovico Poletto inviato a BRESCIA Che cosa pensi davvero Guglielmo Gatti, il nipote della coppia scomparsa nove giorni fa, è un mistero. Impassibile si lascia caricare e scaricare dalle auto dei carabinieri che vanno a prenderlo per gli interrogatori. Ha lo stesso volto senza espressione quando si affaccia alla finestra, alle nove, dopo una mezza nottata trascorsa nella caserma dei carabinieri di Brescia, e dice: «Non posso parlare, me lo hanno vietato...». Una maschera di indifferenza, come se tutto quello che gli accade attorno non lo riguardasse, anche quando alle 19 lascia la casa di Aprica: alloggio della famiglia Gatti, all'imbocco della Valtellina, zona di turisti e di seconde case, invasa in questi giorni da una marea di famiglie in vacanza. Camicia verde chiaro fuori dai pantaloni, capelli neri sempre pettinati. Gatti fa da cicerone ai militari della scientifica che, ieri, sono saliti a 1200 metri per cercare di porre la parola fine al giallo dei coniugi Donegani, Aldo e Luisa, 77 anni lui e 61 lei, spariti sabato della scorsa settimana. Con indosso le tute di carta bianche, jer non cancellare e inquinare con tracce estranee 'ambiente dove lavorano, i carabinieri si presentano nel primo pomeriggio. Aprono le porte e iniziano la perquisizione. Se ne vanno tre ore più tardi con uno scatolone di oggetti sequestrati e un nulla di fatto. Hanno sparso luminolnelle stanze, ispezionato i 60 metri dell'appartamento col «crimescope», la torcia elettrica che serve per rilevare tracce biologiche. Ma non hanno rilevato stranezze. E il mistero si infittisce ancor di più. A 9 giorni dalla scomparsa di Aldo e Luisa non c'è una sola traccia utile per le indagini. Tutto si concentra su Guglielmo Gatti, nipote taciturno e solitario, dal mestiere incerto, anche se lui diceva alla zia Luisa di essere un ricercatore del Politecnico di Milano, specialista in eneigia nucleare. Con una mansarda piena di computer ma senza una sola amicizia. Sabato lo hanno interrogato per 12 ore. Ieri, a mezzogiomo, i carabinieri del reparto operativo sono andati a dirgli di prepararsi, alle 14sono partiti per Aprica. Anche dagli acùci dei Aldo e Luisa non arriva un grande aiuto. «Ferruccio lo hanno tenuto in caserma fino all'una, l'altra notte: povero uomo, ha 80 anni e ala mattina aveva fatto il funerale alla sorella», dice una vicina. Ma Ferraccio Franceschini in questa storia è importante e avrebbe potuto fornire informazioni utili. È lui la persona che quel sabato aveva appuntamento con i Donegani. Un tempo erano grandi amici: andavano al mare insieme. Natale e Capodanno li festeggiavano a casa dell'uno o dell'altro. Poi lui ha avuto qualche problema di salute e un si sono persi di vista. Il giorno della scomparsa i Donegani avrebbero dovuto andare da lui e prendere un lettino, per accogliere il figlio di un nipote, appuntato dei carabinieri a Castelfidardo, nelle Marche. Ieri, finalmente, Ferruccio ha raccontato aì carabinieri dò che sapeva della coppia. Adesso, stanco, sintetizza eoa le 5 ore passate in caserma: «Non so perchè Aldo e sua moglie non siano venuti da me. Sospetti? Non ho idea. Speriamo che non gli sia accaduto niente di male...». Già, si può solo sperare, lo dice anche il parroco della chiesa di Sant'Antonio dove Luisa andava a stirare le tovaglie dell'altare. Guglielmo Gatti, il nipote della coppia scomparsa

Persone citate: Di Nuovo, Donegani, Ferraccio Franceschini, Gatti, Guglielmo Gatti

Luoghi citati: Aprica, Brescia, Castelfidardo, Marche, Milano