Disastro dell'Atr giallo sulla rottura dei due motori

Disastro dell'Atr giallo sulla rottura dei due motori ESCLUSA LA POSSIBILITÀ CHE SI TRATTI Dl ATTENTATO 0 SABOTAGGIO Disastro dell'Atr giallo sulla rottura dei due motori .a magistratura ordina ilsequestro dell'autobotte che ha rifornito il charter prima del decollo da Bari. Sotto accusa anche l'impianto -rdi carburazione per il blocco quasi simultaneo delle turboeliche Francesco Grignetti Inviato a PALERMO Bisogna arrivare alla fine del porto, dietro un grande traghetto blu, superando la folla dei vacanzieri che sciamano febei, per scoprire i resti delTAtr della Tuninter precipitato. La gente già occhieggia dall'alto. Sulla banchina, protetto da transenne, c'è un br. niello di carlinga lungo cinque-sei metri, metà carrello, le ab, le pale dei due motori ritorte dall'impatto in mare. Appena sette i finestrini superstiti. L'aereo tunisino è tutto qui: il resto è in fondo al mare, a milleduecento metri di profondità. I tecnici dei vigib del fuoco e della capitaneria di porto hanno impiegato cinque ore, dalle 23 alle 3 del mattino, per trainare cautamente i resti dell'aereo in porto e tirarla a secco. E ora tutt'attomo a quel moncherino di velivolo si affollano tecnici, marmai, poliziotti, magistrati. Il direttore generale dell'Enac (ente nazionale aviazione civile), Benedetto Marasà, scuote la testa: «E' un incidente che non ci spieghiamo. C'è una possibilità su un miliardo che possa accadere». Eppure è accaduto. Le risposte verranno dalle inchieste: della magistratura di Bari e di Palermo, dell'aviazione civile, delle autorità tunisine. Qualcuno parla di errore umano. Intanto è finito sotto inchiesta il carburante. Su ordine della magistratura pugliese è stata sequestrata l'autobotte che aveva fatto il rifornimento a Bari: si controllerà la qualità del liquido. Dice però Vito Riggio, il presidente dell'Enac: «Si controllino anche le autobotti di Tunisi. E' lì che hanno fatto il vero carico. A Bari si fa solo un rabbocco». Risultano versati 300 btri di kerosene per rifornimento in Puglia. Più verosimile, dicono i tecnici dell' Enac, è un guasto all'impianto di carburazione che ha portato al blocco quasi simultaneo di entrambi i motori. «L'ipotesi del guasto tecnico è confermata», dice il procuratore capo di Palermo, Piero Grasso, uscendo dai primi interrogatori in ospedale. «Possiamo stare tranquilb in quanto si può disquisire su tutte le piste, ma al momento è quello de) guasto l'unica accertata». Una sottolineatura non casuale perché per molte ore tanti hanno pensato a un attentato. E pour cause: è precipitato l'aereo di una compagnia di un paese arabo moderato, i morti sono turisti italiani, la destinazione finale Djerba è la Sharm tunisina. «Ma non ci sono elementi per parlare di attentato», precisa il ministro Pietro Lunardi, che ieri ba fatto la spola tra gb ospedab, la prefettura e la banchina. E ha annunciato che «rafforzeremo ulteriormente i controlb sui charter. Già oggi li facciamo costantemente. L'Enac ba disposizioni precise». Fatto sta cbe il ministro ba temuto lui per primo un'azione di terrorismo. «Poi mi sono rassicurato». Pausa. «Prima di pronunciarci, comunque, aspettiamo che l'inchiesta vada avanti». «Escludiamo l'attentato o il sabotaggio», ribadisce il procuratore Piero Grasso. Già, pure a un sabotaggio sulla pista di Bari s'era pensato. Un'ipotesi romanzesca, basata sul mistero del quinto uomo d'equipaggio, il meccanico, che non si capiva se era risabto a bordo oppure no (e che risulta essere uno dei tre dispersi). Il procuratore capo ha voluto chiarire di persona il giallo di questo tecnico. «S'era sparsa la voce - ha detto poi - cbe qualcuno fosse entrato in cabina di pilotaggio prima dell'incidente. Vogbo precisare, a dispetto del segreto istruttorio, ma per tranqumizzare tutti, che abbiamo verificato la cosa. A entrare in cabina è stato il motorista, chiamato dal pilota perché uno dei motori si era fermato. L'aereo ha proseguito per pochi minuti con l'altro motore; quando il meccanico è entrato in cabina, si era già spento». Evidentemente era lui, Harbaoui Chokri, il meccanico scomparso in mare, l'uomo con la camicia a fiori che molti passeggeri hanno visto entrare in cabina a parlottare con i piloti. Non è obbligatoria la presenza a bordo. «Ma le compagnie che non hanno base operativa negh scab d'arrivo, come in questo caso - ha spiegato Riggio - spesso preferiscono imbarcare anche un meccanico per risolvere in loco eventuali problemi tecnici». Tra i lettini del reparto di rianimazione, nonostante l'intubamento, con momenti di commozione, il procuratore Grasso e il pilota Chafik Gharbi hanno ricostruito l'ammaraggio in ogni passaggio. Il primo motore che improvvisamente s'ingrippa. Il motorista chiamato in fretta nella cabina di pilotaggio. Il consulto frenetico. L'allarme lanciato alla torre di controllo di Palermo (e la prima pilotina della Guardia costiera esce subito in mare) per un tentativo di atterraggio di emergenza. Il copilota che si alza e va di persona, con il meccanico, a vedere lo stato dei motori. Il secondo motore che si spegne di colpo anch'esso. I sopravvissuti raccontano che quello è stato il momento peggiore, quando il co-pilota s'è messo a gridare d'indossare i giubbotti salvagen¬ te e Ibostess ha cominciato a piangere. In quei veloci minuti, è stato il panico tra i passeggeri. Infine è arrivato l'impatto con le acque. «Procediamo per disastro aereo colposo», sono state le conclusioni di Grasso, uscendo dall'ospedale. Il procuratore ba ordinato esami per i cor™ delle vittime: si comincia con una Tac, e in qualche caso si procederà con l'autopsia. Dai primi esami pare che la maggior parte delle vittime.abbia subito un trauma cranico. Proseguono intanto le ricerche in mare: undici motovedette e tm elicottero battono ima vasta area di mare, di venti miglia quadrate, alla ricerca dei tre dispersi e di eventuab altri pezzi di aereo. A sera hanno trovato la vabgetta del pilota con dentro i piani di volo e molti bagagb dei passeggeri. Lunardi è stato molto elogiativo con i soccorsi. «Grazie alla loro abnegazione, 23 persone sono state salvate. I soccorsi sono scattati due minuti dopo l'incidente». L'Enac:«E'uncaso che non ci spieghiamo C'è una possibilità su un miliardo che possa accadere una cosa del genere» Il ministro Lunardi «Rafforzeremo ulteriormente i controlli su questo tipo di voli Già oggi li facciamo costantemente» Svelato il mistero dell'uomo entrato in cabina poco prima dello schianto: era il motorista chiamato dal comandante LE IPOTESI SULL'INCIDENTE SONÒTRE LE IPOTESI DEI TECNICI SUI MOTIVI DELLA SCIAGURA Il cedimento di entrambi i motori può essere dovuto ad un guastò all'impianto di carburazione che avrebbe interrotto l'afflusso di carburante alle due turboeliche Sono sorti anche, dubbi sulla qualità del cherosene caricato suirAtr72 all'aeroporto di Bari. Per questo motivo la magistratura ha fatto sequestrare l'autobotte che ha rifornito l'aereo. Ma l'Enac, l'ente di controllo sui voli, ha chiesto che sia sequestrata anche l'autobotte tunisina che aveva fatto il primo rifornimento perché a Bari sarebbe stato eseguitoselo «un rabbocco» Un cedimento delle turboeliche. Questa ipotesi però è consideratala meno attendibile perché la possibilità che questo accada ad entrambi i motori è circa uno su un miliardo LE STATISTICHE La maggior parte degli incìdenti aerei avviene secondo le. ~ statistiche, durante l'atterraggio. La fase più , pericolosa è il momento del contatto-dei cptisllo con la pista. In questo frangente si registra infatti il 47 per cento degli incidenti Nel cinque per cento i problemi si presentano durante il carico e il rollaggìo dell'aereo # Di incidenti avviene durante il decollo Nella fase di salita iniziale Al momento della salita in quota Nella fase di crociera Quando incomincia la discesa I Mentre inizia la fase di discesa # Quando si sta per concludere la fase di atterraggio L'autobotte messa sotto sequestro dalla magistratura « «- *»--' imimmimmì : i x*éMkm Il troncone della carlinga dell'Atr72 con i due motori recuperato dopo l'ammaraggio

Luoghi citati: Bari, Palermo, Puglia, Tunisi