La marina Usa in soccorso dei prigionieri del batiscafo

La marina Usa in soccorso dei prigionieri del batiscafo Al SETTE UOMINI DELL'EQUIPAGGIO RESTA ARIA SOLO FINO A DOMANI La marina Usa in soccorso dei prigionieri del batiscafo Anna Zafesova E' scattato il conto alla rovescia per i sette uomini intrappolati a bordo del batiscafo Priz As-28, a 190 metri di profondità al largo della Kamchatka. Il comando della marina russa ieri sera ha assicurato che l'equipaggio è vivo e in contatto con i soccorritori e avrebbe aria respirabile fino alle 14 di lunedì 8 agosto. Ma si tratta comunque di una corsa contro il tempo: secondo altre stime, le riserve di ossigeno sono di gran lunga inferiori e in ogni caso la complessità dell'operazione di soccorso ne rende l'esito tutt'altro che scontato. Il batiscafo infatti - ormai è ufficiale - si è impigliato non in una rete da pesca (o almeno non solo), ma nei cavi di un'antenna cementata al fondale del Pacifico con un'ancora del peso di 60 tonnellate. Per tutta la giornata di ieri due navi hanno cercato di agganciare il batiscafo e sollevarlo - insieme alla struttura alla quale è attaccato - di circa 100 metri per permettere ai sommozzatori di soccorrere l'equipaggio. E ieri sera finalmente la nave posacavi KiI-27 è partita dal porto di Petropavlosk con a bordo il Super Scorpio, il robot telecomandato inviato dalla US Navy. Operativo fino a 1500 metri di profondità e attrezzato con videocamere, manipolatori e forbici in grado di tranciare cavi fino a 7 centimetri di spessore, l'apparecchio potrebbe essere l'ultima speranza dell'equpaggio del Priz. Le cose sono cambiate da quando, esattamente cinque anni fa, i 118 marmai del sottomarino Kursk perirono mentre in Cremlino rifiutava sdegnosamente ogni aiuto straniero. Anche in questo nuovo dramma qualcuno - come Eduard Baltin, ex comandante della marina ancora sovietica - ha protestato contro l'assistenza degli occidentali, che secondo l'ammiraglio minaccerebbe i segreti militari russi e sarebbe in ogni caso «umiliante». Ma il comandante della flotta del Pacifico Viktor Fiodorov ha ieri rephcato che i segreti sono ben custoditi e che comunque «per noi la cosa più importante adesso è salvare le vite umane». Una svolta rispetto alla tradizione sovietica di mettere in salvo innanzitutto le apparecchiature e di sacrificare i marinai al culto del segreto, come è accaduto in drammi della guerra fredda. E così anche i britannici e i giapponesi inviano sommozzatori e apparecchi subacquei, e gli Usa ieri hanno spedito dalla base Andrews un altro apparecchio, il Deep Drown, in grado di scendere a 2400 metri, e le tute Adr Hardsuit 1200, minicamere iberbariche per palombari. Una delle soluzioni potrebbe essere infatti quella di far calare i sommozzatori con bombole d'ossigeno da portare all'equipaggio intrappolato. Il Cremlino attnbuisce alla vicenda la massima importanza, come si è capito quando ieri Vladimir Putin ha inviato il ministro della Difesa Serghej Ivanov a supervisionare i soccorsi. Ma nonostante l'apparente inusuale trasparenza dei militari russi, i punti oscuri della vicenda rimangono numerosi. Per esempio, come ha fatto il Priz a impigliarsi in una rete da pesca a quasi 200 metri di profondità in una baia. E perché stando alle affermazioni del comando russo - i 7 uomini a bordo hanno scorte di cibo per 3-5 giorni e non per poche ore, come succede di solito in caso di esercitazione. Se la presenza della rete può venire spiegata con la corrente, o con il braconaggio diffuso nel Pacifico russo, è difficile trovare una giustificazione al fatto che nel Priz ci sono sette persone invece dei sohti 4 membri dell'equipaggio, e uno dei «passeggeri» è un ingegnere civile di un'impresa bellica. Probabilmente, il vero scopo dell'immersione di giovedì scorso, fini- ta rovinosamente, era una riparazione all'antenna sonar di cui ieri la marina russa ha ammesso l'esistenza. Piazzate sul fondale durante la guerra fredda, servivano a monitorare con gli ultrasuoni il passaggio dei sottomarini americani. Secondo i giornali russi, era da un mese che in Kamchatka girava voce di un'imminente immersione d'emergenza di un batiscafo richiesta dai militari da Mosca. Mala missione è andata male e il batiscafo ora è avvinghiato all'antenna che doveva riparare. Nonostante tutta la buona volontà mostrata dai militari russi e tutti gli aiuti stranieri, la situazione per il Priz As-2B è estremamente rischiosa. E cresce l'ansia delle famiglie dei 7 prigionieri del mare. Svetlana, figlia del 41 enne sottufficiale Serghej Beloziorov, ha brutti presentimenti: «Io e la mamma ci preoccupiamo sempre quando va in mare, ma stavolta più del solito. Alla vigilia dell'immersione avevo avuto un incubo: c'erano papà e gli altri dell'equipaggio, coperti da ragni e mosche, io cercavo di cacciare gli insetti e non ci riuscivo», ha raccontato tra le lacrime alla Komsomolskaja Pravda. Elena, la mo;lie del comandante Vladimir Miashevskij, invece non perde le speranze: «Ha solo 25 anni, ma è molto esperto», dice di suo marito.. E' rimasto incastrato nei cavi di un'antenna subacquea che spiava i sommergibili americani BATISCAFO PRIZ CLASSE AS-28 Argano Argano Motore J^ di recupero principale ^ (capienza 20 persone^ ~J 20 COMPARTO ^ i Tecnico navigazione Medico -Tecnico radio - Ingegnere Fari ^-r COMPARTO decompressiorte : | Comandante ' Navigatore : Tecnico -m-m vu-mb^^ '•\; Elena, moglie di Vladimir Milashevsklj comandante del batiscafo spera che suo marito torni nella loro casa nel villaggio Zaboika, in Kamchatka per riabbracciare le loro due piccole figlie gemelle VSBSSS/S^BwVoìISSSIISSfK Lo schema dell'operazione di salvataggio: il batiscafo è impigliato in una reteda pesca avvolta ai cavi di un'antenna ancorata al fondale Un robot telecomandato per lavori subacquei Super Scorpio viene caricato su un aereo Usa per essere trasportato in Kamchatka -y AtWOSSIMWIVOl OCEANO PACIFICO

Persone citate: Andrews, Anna Zafesova, Eduard Baltin, Ivanov, Viktor Fiodorov, Vladimir Miashevskij, Vladimir Milashevsklj, Vladimir Putin

Luoghi citati: Mosca, Usa