«Il caso Fazio e remozione sono due cattivi consiglieri»

«Il caso Fazio e remozione sono due cattivi consiglieri» RIVIEZZO, PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZiONE NAZIONALE MAGISTRATI «Il caso Fazio e remozione sono due cattivi consiglieri» intervista Francesco Grignettl ROMA ALT, megho ponderare bene». Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Ciro Riviezzo, è in vacanza e non vorrebbe commentare ima legge che ancora non c'è, come quella che Silvio Berlusconi ha appena annunciato per limitare drasticamente le intercettazioni. Ma fatto salvo il principio che «sono ancora notizie così vaghe e frammentarie» e che «un commento più approfondito si potrà fare solo quando il testo del disegno di legge sarà depositato», il presidente delTAnm accetta di tirare una prima conclusione di carattere generale. Che è appunto un invito a.non farsi trascinare dalle emozioni: MegUo soprassedere. Presidente Riviezzo, il premier è scandalizzatissimo dall'ultima ondata di rivelazioni. E annuncia un argine di legge. In futuro i magistrati potrebbero ordinare intercettazioni soltanto nei ristretti casi di inchieste sulla mafia o sul terrorismo. Su tutto il resto, niente. E prevede carcere duro per chi divulga, siano funzionari dello Sta¬ to che giornalisti. «Io dico: queste sono decisioni che vanno prese ponderatamente. In questa materia serve una valutazione, attenta su quelli che sono i diritti dei cittadini... e anche il diritto alla sicurezza dei cittadini. Un bilanciamento che naturalmente deve essere fatto dal Parlamento. Non si deve dimenticare che le intercettazioni sono uno strumento d'indagine che si è rivelato fondamentale in numerose occasioni proprio a tutela dei diritti dei cittadini. Penso alle indagini di terrorismo e di mafia. Ma è utile pure in tanti reati comuni». A botta calda, insomma, lei è perplesso. Lo stop le sembra troppo drastico. «Ripeto: sono argomenti su cui si deve riflettere. Non si può procedere senza un'adeguata riflessione». E non sull'onda dell'emozione. «Esatto. Guai a parlare sull'onda dell'emozione. O di un caso specifico. Ecco, l'emozione nata da un caso specifico è sempre una cattiva consigliera». Eh, presidente Riviezzo, però qui l'emozione c'è ed è forte. «Guardi, se ci sono stati dei reati, intendo una violazione di atti coperti da segreto istruttorio, bisognerà accertare chi è stato. Ma una cosa m'è dispiaciuta: non si può dire aprioristicamente che è stato un magistrato a violare il segreto. No, non esiste. Questo è un pregiudizio bello e buono contro i magistrati». Certo, a violare il segreto può essere stato anche un investigatore della Guar¬ dia di Finanza. Oppure un dipendente della Procura. Ma ieri si sono lette intercettazioni che entrano di brutto nella privacy di persone che peraltro non c'entrano niente con le indagini. «Sì, veramente... Io immagino che queste ultime intercettazioni finite sui giornali siano quelle considerate non rilevanti ai fini dell'indagine. E che siano quelle che erano destinate ad essere stralciate e distrutte. E' chiaro che se qualcuno le ha divulgate al di fuori di un«provvedimento giudiziario, e penso che poi proprio queste ultime a cui fate cenno non finiranno in nessun provvedimento giudiziario, qui s'è violato il segreto d'ufficio». Né d'altra parte si possono fare ipotesi alternative. «Sì, c'è chiaramente un segreto d'ufficio violato. Ma di qui a dire subito, con tanta certezza, che il colpevole è un magistrato... ci passa il mare». «Le ultime chiamate mi pare siano irrilevanti C'è stata violazione del segreto d'ufficio» Ciro Riviezzo

Persone citate: Ciro Riviezzo, Riviezzo, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Roma