L'Ocse sente aria di ripresa ma l'Italia perde terreno

L'Ocse sente aria di ripresa ma l'Italia perde terreno CRESCE ILSUPERINDICE DEI PAESI PIÙ INDUSTRIALIZZATI L'Ocse sente aria di ripresa ma l'Italia perde terreno Raffaello Masti ROMA «Anche i ricchi piangono» si intitolava una famosa telenovela degh anni Settanta, e il titolo si addice al quadro deh'economia dei paesi più sviluppati fotografato dalla loro maggiore organizzazione, l'Ocse. La situazione è stagnante pressoché ovunque, sia nel mese di giugno (misurato su maggio) sia, più in generale, nei primi sei mesi dell'anno. Uniche eccezioni gh Usa che sono in crescita di quasi impunto - all'interno di un ninnerò indice che fissa il 100 al 1996 e il Canada di 0,6 punti. Per tutti gh altri, sono moment acci. Ma se tutti piangono, beninteso, qualcuno lo fa a maggior ragione, e siamo noi. Infatti, mentre nella morta gora delle altre economie europee l'Inghilterra tiene il passo e Francia e Germania presentano labili segnali dì ripresa, noi arretriamo mese per mese, da gennaio a giugno, e solo nell'ultima rilevazione abbiamo perso 0,7 punti. Quindi, é vero che la congiuntura è sfavorevole, ma è altrettanto vero che noi stiamo facendo peggio di altri. I freddi numeri, corredati da sconfortanti grafici, fomiti ieri mattina dall'organizzazione che ha sede a Parigi (e a cui aderisco¬ no i 30 paesi più sviluppati del pianeta) ci dicono che tutta l'area Ocse ha un'economia pressoché stagnate (103,7 era il numero indice a gennaio, 103,6 è il dato di giugno), tuttavia con un sussulto di 0,5 punti nell'ultimo mese. L'Europa a 15 (cioè i vecchi membri) è altrettanto ferma, con un flebile 0,1 di incremento nell'ultimo mese. L'eurozona, mezzo punto l'ha perso negh ultimi sei mesi ma, anche qui, si nota una timida inversione di tendenza di giugno su maggio. Anche nei Paesi G7 il recupero è impalpabile (0,5). Se poi andiamo a vedere le sìngole economie nazionali, si osserva che dei segnah di ripresa sono presentì in vari paesi europei che danno attraversato un difficile guado negh ultimi anni: la Francia, per esempio, registra un incremento congiunturale di 0,3 punti, la Germania di 0,6. E l'Italia? La tabella Ocse riporta un dato gradualmente decrescente da gennaio a oggi: da 97.5 a 95.6, cioè quasi due punti in sei mesi e 0,7 punti solo a giugno. In controtendenza soltanto Canada e soprattutto Usa. Il primo ha conosciuto un incremento congiunturale dello 0,6, i secondi dello 0,9. Queste algide cifre cosa ci fanno capire? «Non solo non si sa ancora se l'economia italiana si sia ripresa dalla recessione - spie¬ ga il professor Riccardo Paini ma ora cominciano ad addensarsi nubi scure all'orizzonte, in quanto il dato itahano è relativo alle prospettive di crescita e, dunque, è un indicatore che non guarda indietro ma che guarda avanti». «Le previsioni per i prossimi mesi - sottolinea l'economista non sembrano positive. Il periodo di difficoltà per l'economia italiana perdura ancora. Manca l'ottimismo e le prospettive negative permangono per il resto dell'anno. C'è molta strada da fare per tornare ai valori positivi». Condivide questa lettura anche il professor Fedele De Novellis, dell'Istituto Ref di Milano, secondo il quale, tuttavia, alcuni segnah positivi si vanno configurando all'orizzonte: «C'è un trend negativo - ammette chiaramente -1 dati Ocse si inseriscono in un quadro generale in cui l'economia italiana resta debole. Bisogna però ricordare che a lugho gh indicatori congiunturali sono migliorati. Qualcosìna si muove e la seconda metà del 2005 andrà meglio: giugno sarà l'ultimo mese di quest'anno a far registrare un dato negativo». Nei prossimi giorni il ministero dell'Economia dovrebbe fornire i dati sul Fil nel spoondo trimestre e, secondo alcuni osservatori, dovrebbe essere piuttosto positivo. LA CRESCITA NEL MONDO AREA EURO STATI UNITI

Persone citate: De Novellis, Riccardo Paini