Nucleare, Teheran dice no agli europei

Nucleare, Teheran dice no agli europei RIPRENDERÀ' L'ARRICCHIMENTO DELL'URANIO A ISFAHAN Nucleare, Teheran dice no agli europei Le proposte di Londra, Parigi e Berlino considerate «inaccettabili» Washington ora potrebbe chiedere all'Onu sanzioni contro l'Iran corrispondente da NEW YORK L'Iran respinge le proposte negoziali europee ribadendo che riprenderà l'arricchimento dell'uranio e Washington reagisce minacciando «misure punitive» a partire da martedì, quando a Vienna si riunirà il consiglio dei governatori dell'Agenzia intemazionale per l'energia atomica (Aiea). Le proposte presentate al ministero degli Esteri iraniano dagli ambasciatori di Londra, Parigi e Berlino - le tre capitali europee che da quasi due anni negoziano con Teheran per ottenere l'abbandono del programma nucleare militare - sono contenute in un documento di 34 pagine intitolato «Framework for a LongTerm Agreement» (Cornice per un accordo di lungo termine) ed offrono aiuti per consentire alla Repubbhca islamica di sviluppare il nucleare a patto che ne abbii-L doni tutti gli aspetti belhci. In particolare il pacchetto europeo include la possibilità di accesso al mercato intemazionale delle tecnologie civili ed ai relativi bandi di appalto, la collaborazione sull'uso del nucleare nei settori dell'agricoltura e della medicina e la garanzia da parte dell'Unione europea di far arrivare il combustibile necessario. Il tutto nell'ambito di una «cooperazione politica e di sicurezza» in Medio Oriente contro la proliferazione delle armi nucleari ed il terrorismo destinata a fare di Teheran un partner privilegiato dell'Ile. L'unica condizione posta dagli europei a Teheran è di abbandonare l'arricchimento dell'uranio, bloccare la costruzione dei reattori ad acqua pesante e quindi la realizzazione di 'combustibile nucleare che potrebbe essere adoperato anche a fini militari. La reazione di Teheran è arrivata meno di cinque ore dopo la consegna delle proposte ed è stato Hossein Mussavian, negoziatore iraniano, a definirle «inaccettabili» in quanto prevedono la rinuncia al «diritto inahenabile di arricchire l'uranio previsto dal Trattato contro la proliferazione e dal suo protocollo aggiuntivo da noi sottoscritti». «Le garanzie europee tacciono su arricchimento e conversione dell'uranio - ha aggiunto Mussavian - e dunque non possono essere ricevute». Da qui l'annuncio, arrivato pochi minuti dopo, della decisione di riaprire i battenti dell'impianto di Isfahan per iniziare il processo che consentirà di riprendere l'arricchimento sospeso un armo e mezzo fa dall'allora presidente Mohammed Khatami. Alla brusca reazione di Teheran il ministro degli Esteri francese, Philippe DousteBlazy, ha replicato da Parigi sottolineando che il pacchétto di offerte è «ambizioso e generoso», augurandosi che «Flran ascolti la voce della ragione e intraprenda il percorso del dialogo senza riprendere le attività nucleari». Più duri i toni di Washington dove il portavoce del Dipartimento di Stato, Tom Casey, ha lanciato un chiaro monito: «Ogni mossa tesa a riprendere l'attività nucleare spingerà gli Stati Uniti a tentare di portare la questione alle Nazioni Unite per decidere possibili azioni punitive». Finora l'amministrazione Bush aveva mantenuto un profilò basso, lasciando il campo agli europei, ma adesso potremmo essere alla vigilia di un'accele¬ razione diplomatica perché per martedì a Vienna è stata convocata - su iniziativa di Londra, Parigi e Berlino - una riunione urgente del consiglio dei governatori dell'Alea. Si tratta del massimo organismo dell'Agenzia atomica dell'Onu ed è in questa sede che può essere adottata la decisione di deferire l'Iran ad Consiglio di Sicurezza in ragione del fallimento dei negoziati e della ripresa dell'attività nucleare. Ciò significa che l'Irati del neo-presidente Ahmadinejad ha tempo ancora fino a martedì per fare marcia indietro sull'arricchimento dell'uranio e rispondere positivamente al passo dei tre Paesi dell'Unione Europea. In caso contrario la questione arriverà al Palazzo di Vetro, dove fonti diplomatiche assicurano che l'ambasciatore Usa John Bolton ha già iniziato a sondare i colleghi degli altri quattro membri permanenti del Consigho di Sicurezza - Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina - sull'ipotesi di sanzioni. Ad aumentare la tensione c'è la prospettiva che il governo americano neghi ad Ahmadinejad il visto di entrata in occasione della sessione dell'Assemblea Generale dell'Onu di settembre. Il possibile rifiuto sarebbe legato - secondo il «Financial Times» alla convinzione dell'intelligence austriaca che il neopresidente iraniano fu coinvolto in un attentato anti-curdo commesso a Vienna nel 1989. L'uniga volta che gli Usa negarono il visto di entrata ad un leader atteso da impegni all'Onu fu nel 1988 e riguardò l'allora capo dell'Olp Yasser Arafat per via della sua compromissione con gruppi terroristi palestinesi, [mau. mol.] Gli Usa potrebbero negare ad Ahmadinejad il visto per il suo coinvolgimento in un attentato anti-curdo Martedì sarà convocato il vertice dell'Agenzia atomica internazionale per decidere se deferire il caso alle Nazioni Unite - ISFAHAN Lo Yellowcake viene trasformato in gas (tetrafluoruro o esafluorurp di uranio) NATANZ L'uranio gassificato viene arricchito attraverso apposite centrifughe mésse inserie. A seconda della percentuale di arricchimento può essere utilizzato per scopi civili b^militari MINIERA DI SAGHAND Inprogel un impianto di acqui pesante per alimentare un reattore nucleare per fini scientifici. Secondo l'Aiea, la Uè e gli Usa il reattore sarà in gr-ido di produrre 8-10 kg di plutonio, sufficienti per la costruzione di una bomba atomica Qui si estrae minerale ricco di uranio che viene macinato e trasformato in ossido di uranio ?iallo chiamato eliowcake ARABIA SAUDITA BUSHEHR In costruzione una centrale nucleare per la produzione di energia E.A.U IL CICLO .DELL'URANIO 1 DI TEHERAN \ .aio; an/ .|«» ■-,: - '• Il neopresidente Iraniano Ahmadinejad