«Missione segreta»: stoppare Fazio e Celentano

«Missione segreta»: stoppare Fazio e Celentano L'AGENDA DEL NUOVO VERTICE DI VIALE MAZZINI COMPRENDE ANCHE IL RIDIMENSIONAMENTO DELLA TERZA RETE «Missione segreta»: stoppare Fazio e Celentano Paolo Martini BLOCCARE Fazio, mettere la museruola a Celentano, tappare la falla del calcio e, in gran silenzio, ridimensionare Raitre. L'agenda segreta del nuovo vertice della tv di Stato, messa a punto tra i piani alti di viale Mazzini e i palazzi del potere, non lascia mai^ini di dubbio: l'unica scommessa che resta aperta è sull'intensità di un inevitabile scontro tra il nuovo numero uno operativo della Rai e il nuovo presidente Claudio Petruccioli, sulle questioni chiave. IL CASO FAZIO-TEOCOLI. D primo guaio da risolvere è «Affari tuoi»: quello dei pacchi bonolisiani è un programma davvero strategico, ormai non solo per gli indici d'ascolto e )er i conti. Si sa che nelle corti dei jerluficoniani l'ingaggio di Fabio Fazio non va giù per motivi politici: troppo ulivista, troppo ironico e scaltro, meglio non fidarsi. L'ultima stagione di Fazio a Raitre, con «Che tempo che fa», il piacevole talkshow di meteorologia e varia umanità, parla del resto da sola. Ci sono state persino due ospitate di cjuel vecchio sovversivo di Enzo Biagi! E però come può saltare una candidatura così autorevole per ((Affari tuoi»? Fazio è stato scelto dalla casa di produzione del format, fEnde- mol. Ma la sera del 1 ' agosto, alla prima prova formale del nuovo ((Affari tuoi», ci sarebbe stato un curioso minuetto tra il candidato conduttore e Teo Teocoli, che era stato precipitosamente ingaggiato dal direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce proprio per stoppare l'ipotesi Fazio. Contratti alla mano si è scoperto che Teocoli non figura come semplice spalla di Fazio, secondo lo schema che tutti s'aspettano: entrambi gli artisti reclamano per sé il ruolo da leader. Risultato: a condurre il numero zero Sarebbe stato addirittura un autore del format, per evitare ulteriori imbarazzanti discussioni. LA FALLA DEL CALCIO. Domenica sera la solita replica di una puntata di «Un medico in famìglia» ha travolto la partita amichevole Mìlan-Chelsea, che pure era fresca fresca su Canale 5. Questo semplice dato fa riflettere sulle strategie di una Rai che ha perso il campionato italiano ma si è appena svenata, impegnando 55 milioni di euro per 13 partite della Champions League e qualcosa come 350 milioni ai euro per i prossimi due Mondiali. Per avere un tennine di paragone, intere strutture come Raicinema o Raifiction non hanno risorse di una tale entità: le 180 serie di telefilm di prima serata che la Rai si produce, con annessi e connessi, costano, per esempio, 226 milioni di euro. Con la folle lievitazione dei costi televisivi del pallone e la perdita dell'appuntamento più appetibile il prossimo direttore generale si trova altri due snodi da affrontare. Il primo è dove andare a tagliare le risorse per recuperare questi costi, visto che mai e poi mai partite comprate così a peso d'oro possono ripagarsi. Il secondo, e forse più delicato risvolto è che Cattaneo non solo ha dato un segnale di rottura nei confronti della scelta di contenimento dei costì dei diritti sportivi, cominciata già in era Zaccana e proseguita nell'oculata gestione Sacca, ma ha scatenato anche la reazione di Mediaset sul campionato di serie A e fatto riaprire quelle gare al rialzo tra le due aziende della tv italiana che non si vedevano più da molte stagioni. Anche su questo il nuovo vertice è chiamato a intervenire. IMBAVAGLIARE CELENTANO. Già fatto slittare di una stagione, con le elezioni regionali in ballo, è ormai alla vigilia del debutto il nuovo varietà-mina vagante del solito Adriano Celentano. Imprevedibile e sempre sopra le righe, il fu Molleggiato non ha nessuna intenzione di mostrarsi molle: ha voluto fermamente il titolo «Rockpolitik» perché vuole parlare di politica. Perciò ha messo in squadra anche l'epurato Cai'lo Freccerò, che nasce come creativo della prim'ora di Canale 5, Italia I e La Cinq francese, ed è poi diventato un uomo simbolo delle battaglie mediatiche antiberlusconiane. «Sarà una rivoluzione, fidatevi. E fa bene Berlusconi ad avere paura!»: le grida d'entusiasmo di Freccerò nelle riunioni notturne di villa Celentano a Galbiate, sono già arrivate alla vicina Arcore, e per ora hanno fatto semplicemente slittare «Rockpolitik». RAITRE DA RIDIMENSIONARE. L'ultima spinosissima questione riguarda Raitre: sono in molti, anche secondo inoppugnabili logiche pubblicitarie, che vorrebbero vederla ridimensionata, soprattutto rispetto a Raidue, la rete in condominio tra Lega e Forza Italia che è al tracollo sul piano dell'immagine e degli ascolti. Per capire che aria tira basterebbe piazzarsi alle riunioni settimanali del mercoledì tra i direttori di rete e i vertici aziendali, dove i tre manager responsabili del marketing, del palinsesto e delle risorse artistiche (di stretta osservanza berlusconiana), hanno aziendalmente il pallino in mano e discutono tutti i dettagli delle programmazioni con i direttori di rete. C'è chi giura di aver visto uscire più volte furibondo, da questi incontri, il direttore di Raitre Paolo Ruffini. E naturalmente la battaglia decisiva sarà su risorse e programmazione di «Ballarò», il programma con Giovanni Floris che si è ormai consolidato come il crocevia della politica italiana in tv, al punto da costringere Berlusconi in persona a presentarsi in studio a sorpresa. Fazio, il calcio e la pax televisiva con Mediaset, Celentano e Raitre da rimettere in riga: un'agenda di cambiamento radicale, che si riassume spostando una sola consonante del gergo aziendale: per direttore generale l'intestazione burocratica sarebbe "dirgen", ma ormai in tanti la traducono con "disgen". Il "distruttore generale", personaggio cardine dello scontro politico che come di consueto si terrà intorno alla televisione pubblica. Il problema più assillante è «Affari tuoi» dove Teocoli contende il ruolo di leader all'ex conduttore di «Chetempo chéta»

Luoghi citati: Arcore, Galbiate, Italia