Iran, il nuovo leader minaccia subito di riavviare i reattori

Iran, il nuovo leader minaccia subito di riavviare i reattori IERI LA CERIMONIA DI INVESTITURA DI MAHMUD AHMADINEJAD Iran, il nuovo leader minaccia subito di riavviare i reattori Gli europei: fermi oppure si cancellano due anni di negoziati Il governo iraniano fa marcia indietro e rinvia la scadenza a sabato TEHERAN Ha baciato la mano alla «Guida suprema», all'ayatollah Ah Khamenei, durante la sua cerimonia dì insediamento alla presidenza dell'Iran. Mahmud Ahmadinejad è il primo presidente iraniano in 20 anni a non appartenere al clero sdita, ma ì timori sul suo orientamento ultraconservatore e poco flessibile hanno avuto conferma già nella sua prima giornata in carica, quando ieri ha annunciato che il suo Paese continuerà a sviluppare quel programma nucleare sul quale la Repubblica islamica rischia in questi giorni una seria crisi con l'Occidente. Dopo aver ricevuto dalle mani dì Khamenei e dell'ex presidente Mohammed Khatami il documento che attesta la sua vittoria alle elezioni del 24 giugno scorso, il nuovo leader iraniano ha auspicato un mondo senza più armi di distrazione di massa, da «smantellare». Ma subito dopo ha promesso che il suo Paese «non sopporte- rà la discriminazione», imposta da nazioni che «godono dì privilegi politici, scientifici e tecnologici». Un'allusione più che chiara al problema nucleare, proprio nei giorni cruciali in cui Francia, Germania e Gran Bretagna cercano di concludere un accordo con Teheran per dissuadere gh ayatollah dall'avvio dì proceduro per l'arricchimento dell'uranio, passo necessario per dotarsi dì ima bomba atomica, a rincarare la dose subito dopo è arrivato Khamenei: «Tutte le potenze anoganti, e specialmente il Grande Satana (gh Usa, come normalmente vengono definiti nella retorica iraniana, ndr) devono sapere che non ci lasceremo ricattare da alcuno». Dalle parole si è poi passati ai fatti: appena un paio d'ore dopo la cerimonia di investitura presidenziale un portavoce del governo di Teheran ha annunciato l'intenzione di rompere subito i sigilli posti alla centrale nucleare dì Isfahan. Un gesto che avrebbe minacciato di silurare dopo due anni il negoziato con gh europei, hanno ammonito subito da Bruxelles, mentre da Vienna l'Agenzia intemazionale per l'energìa atomica lanciava il suo veto, ricordando che in ogni caso ci vorrebbero alcuni giorni per rimettere le apparecchiature dì controllo che la comunità internazionale impone agli impianti iraniani. Anche Kofi Annan ha chiesto a Teheran di astenersi da passi avventati. Quello fatto in concomitanza con l'investitura di Ahmadinejad è un annuncio a sorpresa, proprio mentre è atteso il pacchetto di proposte europeo, che dovrebbe contenere incentivi (come la costruzione dì centrali e forniture dì uranio già arricchito) e garanzie di sicurezza per Teheran. Che forse in occasione della salita al potere del nuovo presidente ha voluto alzare la posta, riportando la tensione. Dapprima il portavoce del Supremo consigho per la sicurezza nazionale dcIVL'an, Ah Agha Mohammadi, ha infatti giudicato «inaccettabile» qualunque ulteriore ritardo, affermando che entro la serata di mercoledì ì sigilli di Isfahan dovevano essere tolti. Ma in serata il capo dei negoziatori iraniani con l'Europa, Hassan Rohanì, ha parlato della possibilità di rinviare ogni decisione all'inizio della settimana prossima (che nell'islamico Iran comincia sabato). Ciò che permetterà probabilmente a Teheran dì ricevere l'ulti-mo pacchetto dì proposte dì Francia, Germania e Gran Bretagna nel tentativo di arrivare a una soluziov ne negoziata dell^ crisi. Da Bruxelles, il portavoce della Commissione europea, Stefaan De Rynck, ha ribadito la gravità della situazione: «Per quanto riguarda le relazioni Iron-Ue abbiamo toccato una fase critica e questa settimana sarà cruciale per il futuro dei rapporti». Paradossalmente, proprio dagli Usa - che da anni minacciano Teheran se non chiuderà il suo programma nucleare - è giunta ieri l'apertura maggiore al nuovo presidente: per il New York Times potrebbe trattarsi dell'uomo giusto. «Sarebbe una sorpresa benvenuta se un ultraconservatore come Ahmadinejad siglasse un accordo sul nucleare, proprio come Richard Nixon, accanitamente anti-comunista, riusci con la Cina», ha scritto ieri il giornale, [e. st.j I sigilli all'impianto di Isfahan dovevano venire tolti già ieri sera La Commissione europea «Settimana cruciale» A Washington molti chiedono che si intervenga anche sulle libertà e sui diritti umani dando un sostegno ai dissidenti A sinistra, il neo presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad bacia la mano all'ayatollah Ali Khamenei durante la cerimonia di investitura di ieri. Sopra, la centrale atomica di Isfahan