I templari erranti del Corano in cerca di proseliti sui bus

I templari erranti del Corano in cerca di proseliti sui bus UNA FORMA DI RELIGIOSITÀ' ITINERANTE DEI «MISSIONARI DI ALLAH» CHE USA I TONI MISTICI DELLE «MADRASSE» DI PAKISTAN, INDIA E BANGLADESH I templari erranti del Corano in cerca di proseliti sui bus Bloccati e espulsi otto imam che giravano da un mese in Umbria Il Viminale teme che possano raccogliere nuove leve per attentati retroscena Francesco Grignetti ROMA LI hanno impacchettati e espulsi su due piedi perché viaggiavano privi di permesso di soggiorno: otto imam itineranti, di cittadinanza palestinese, a bordo di due scassati pullmini, nella quieta Città di Castello sono stati considerati come immigrati clandestini e perciò riaccompagnati alla frontiera. S'è scoperto die battevano segretamente paesi e contrade delTUmbria da almeno un mese. E c'è stato un certo trambusto, a sera, quando gli otto predicatori, camicione bianco e barba incolta, sono stati visti arrivare all'aeroporto di Perugia con una nutrita scorta di polizia. H ricorso all'espulsione amministrativa è stato un espediente per liberarsene alla svelta. La predicazione degli imam itineranti, infatti, questa sorta di templari del Corano, è l'ultima frontiera dell'islamismo radicale a cui sono bene attenti l'Antiterrorismo e l'intelligence. Ne scrive anche l'ultima Relazione del Cesis sull'attività dei senrizi segreti: «II movimento mostra caratteri di compartimentazione e segretezza affini a quelli delle sette e figura spesso quale "prima affiliazione" di diversi estremisti». Il movimento dei missionari dell'Islam ha un nome: Tabligh Eddawa. Nato in India negh anni Venti, è composto da predicatori che ripudiano la politica, fanno voto di povertà e viaggiano dì moschea in moschea, predicando ai musulmani il ritomo al «vero Islam» e cereando nel contempo di fare proselitismo. Il Sisde (non a caso c'è un artìcolo che li riguarda nell'ultimo numero della rivista dell'agenzìa, «Gnosis») si occupa assiduamente della loro presenza in Italia. «Nel corso di recenti incontri - sì legge nella Relazione - sarebbero stati costituiti a livello regionale e nazionale nuovi gruppi di predicatori itineranti, all'interno dei quali verrebbero selezionati elementi da inviare nelle "madrasse" (le scuole coraniche, JVdr) del subcontinente indiano. In ragione del citato raccordo con contesti e strutture a forte connotazione radicale, il gruppo resta alla particolare attenzione». Potrebbe essere folklore, il movimento degli imam viaggianti. Invece è diventato un problema dell'intelligence italiana, in quanto «possibile veicolo per la cooptazione di militanti». Già, perché negli ultimi anni, attraverso le maghe del Tabligh Eddawa, sono passati l'americano di buona famiglia John Walker Lindh, rìbat- tezzato Johnny il Talebano, che fu scovato dai marines in Afghanistan tra le fila dei combattenti islamici; ma anche il londinese Richard Reid che voleva farsi esplodere sul volo Parigi-Miami con dell'esplosivo nascosto nella suola delle scarpe; e persino il marocchino Mohammed Aouzar, un ex idraulico cresciuto nell'hinterland di Torino, oggi detenuto a Guantanamo dopo aver combattuto in Afghanistan nell'intemazionale islamica. I nostri 007 sono preoccupati del fondamentalismo dì questa predicazione itinerante. I missionari del Corano, infatti, non soltanto sono impegnati a convertire alla fede musulmana i non-credenti e a riconvertire i cattivi credenti, ma, al pari dei missionari cattolici, si dedicano soprattutto agli sbandati, ai diseredati e agli Illetterati. La loro predicazione, dai forti connotati mistici, ha avuto un enorme successo nell'area Afghanìstan-Pakistan-Banjladesh. Ora gh imam da viaggio '. lanno preso a dedicarsi all'Occidente. E cmì, tra giovani in crisi di identità e immigrati che si sentono emarginati, trovano un certo ascolto. (d responsabili del movimento non perdono occasione per professarsi estranei all'uso della violenza», annotano gh analisti. Ma il carattere settario della loro predicazione e «il continuo lavaggio del cervello sulla necessità di tracciare una rigida demarcazione tra la vera religione e l'empietà», può aprire, soprattutto nelle comunità degli islamici immigrati, una frattura tra imam stanziali (moderati, più disposti all'integrazione con il Paese ospitante) e imam itineranti (radicali, contrari a ogni contaminazione). «Il rischio maggiore - scrive ancora la rivista del Sisde - è che il rifiuto dì ogni "contaminazione" occidentale e il senso del "jihad interiore" possono essere sfruttati dal network terroristico islamico come un mix di base per indurre gh adepti psicologicamente più fragili e suggestionabili al salto di qualità». Peggio ancora in tempi di terrorismo fai-da-te. Ecco dunque spiegata la velocità nell'espulsione degli otto ordinata dal questore di Perugia, due giorni fa. Il Viminale è molto attento nel seguire e, per quanto possibile, frenare la predicazione degli imam itineranti in Italia. Tanto più dopo ì fatti dì Londra, dove le scuole coraniche del Pakistan hanno giocato un ruolo fondamentale nell'indottrinamento dei terroristi. Ora, siccome i predicatori del Tabligh Eddawa usano inviare i loro fedeh in Pakistan, è facile comprendere le preoccupazioni del Viminale. Erano privi di permesso di soggiorno e sono stati riaccompagnati subito alla frontiera Una preoccupata relazione del Sisde Bambini in una scuola coranica in Bangladesh: si pensa che possano essere centrali di arruolamento per l'estremismo

Persone citate: Francesco Grignetti, John Walker Lindh, Mohammed Aouzar, Richard Reid