Il gip di Milano interdice Fiorani, Gnutti e Rìcuccì di Paolo Colonnello

Il gip di Milano interdice Fiorani, Gnutti e Rìcuccì SPUNTA UN «PENTITO», LICENZIATO DALLA FILIALE SVIZZERA DELLA POPOLARE ITALIANA. I FINANZIERI D'ASSALTO NON POTRANNO OPERARE PER DUE MESI Il gip di Milano interdice Fiorani, Gnutti e Rìcuccì Confermato il sequestro delle azioni Antonveneta. Dubbi anche su Rcs Paolo Colonnello MILANO «....Già dal tenore delle prime intercettazioni emerge chiaro che sia nelle operazioni finanziarie concementi Antonveneta sia quelle Bnl e Rcs, venivano concertate e occultate ulteriori iniziative di rastrellamento di azioni di dette società. Emergeva innanzitutto che il Fioram risultava in stretto contatto in ordine alle attività incriminate sia con Gnutti che con Ricucci, sia con altri personaggi emersi in indagini parallele re ative al rastrellamento di azioni di altre società, quali Consorte Giovanni...» È una bomba che sconquassa il mondo politico finanziario l'ordinanza di 90 pagine con la quale il gip Clementina Forleo risponde alle istanze della Procura milanese sul sequestro d'urgenza, operato settimana scorsa, di quasi il 50 per cento delle azioni Antonveneta. Ed è una bomba che miete immediatamente delle vittime e scopre nuove carte, rivelando, ad esempio ma non solo, l'esistenza di «indagini parallele» anche sulla scalata del Corriere oltre che di Bnl. E non solo perchè viene confermato il sequestro, richiesto dai pm Fusco e Perrotti, delle azioni Antonveneta conquistate dalla cordata di Bpi. E nemmeno perchè contestualmente il giudice sequestra anche le plusvalenze, oltre 100 milioni di euro, ovvero il capitale guadagnato dai «concertisti» per acquistare e rivendere fittiziamente alla banca di Lodi le azioni dell'istituto di credito padovano. A colpire duro è infatti un provvedimento che va al di là delle più nere previsioni dei protagonisti della vicenda: il gip Forleo ordina, fatto senza precedenti nel mondo bancario, l'interdizione per due mesi da tutti gli incarichi ricoperti per quattro degli indagati: l'amministratore delegato della Banca Popolare Itahana Gianpiero Fioram, il suo braccio destro, nonché direttore finanziario dell'istituto Gianfranco Boni, l'immobiliarista e azionista del Corriere, Stefano Ricucci, e il finanziere bresciano Emilio Gnutti. Insorgono gli avvocati che parlano di «provvedimento abnorme», ben sapendo però che difficilmente potrà essere impugnato prima di settembre, quando cioè sarà terminata la pausa feriale del tribunale. Ma nel provvedimento del gip con il quale si azzera di fatto il vertice di Bpi e si pone ima pietra tombale sulla conquista, per altro ormai dubbia, di Antonveneta, emergono altri aspetti sconcertanti. False comunicazioni al mercato, pressioni indebite sugli organismi di controllo, inquinamento delle indagini. E un ruolo sempre più dubbio del governatore di Bankitalia Antonio Fazio che in alcune intercettazioni smette completamente gli abiti di arbitro super partes per indossare quelli di tifoso a senso unico di Fiorani. «Non bisogna sbagliare una mossa», si raccomanda il governatore a Fiorani in una telefonata del 24 giugno. In un'altra invece, da un cellulare intestato al Senato della Repubblica, Fiorani parla prima con tale «Gigi» (verosimilmente il senatore Luigi Grillo, ndr) il quale a un certo punto passa il telefono a Cristina Rosati, moglie di Fazio. E con lei Fiorani si lamenta «del fatto che il marito non abbia ancora firmato l'autorizzazione e venendo tranquillizzato dalia stessa». L'autorizzazione è quella che poi darà Bankitalia, contro il parere dei suoi stessi ispettori, alle Opas di Bpi su Antonveneta. Dice la donna: «Guarda qui non è solo la reputazione di mio marito, diquarant'annidivita...». Risponde Fiorani: «Ma lo fanno fuori, Cristina, lo fanno, c'è qualcuno che vuole farlo fuor;...». Gli inquirenti si sono avvalsi non solo delle intercettazioni, alcune davvero imbarazzanti, tra i vari personaggi dell'inchiesta ma anche, e soprattutto di un lavoro paziente della Guardia di Finanza e di alcune «gole profonde» inteme alla ex Bpi che, previa verifica, sembrano inchiodare a un destino scontato Fiorani e soci. Non c'è soltanto il funzionario Giuseppe Del Miglio, responsabile dell'unità preposta alle segnalazioni istituzionali che, all'inizio in maniera anonima e poi a verbale davanti ai pm, permette agli azionisti di Abn Amro di presentare il primo esposto. Anche se proprio Del Miglio, raccontando dei 18 prestanome utilizzati da Fioram per la scalata di Antonveneta e dei finanziamenti a tassi ridicoli versati agli stessi per realizzare plusvalenze da capogiro, dirà ai pm «che aveva segnalato già il tutto a Bankitalia» ricevendone in cambio la telefonata di tale dottor Sapoleo che gli consiglierà di verificare la correttezza del tasso. No. C'è anche un certo Egidio Menclossi, ex vicedirettore generale della Bpi Suisse, che si presenta spontaneamente il 5 maggio ai pm e racconta di essere stato licenziato da Fiorani per «un atteggiamento troppo intransigente assunto in occasione del rilievo di varie iiregolarità nella gestione delle operazioni bancarie». E Menclossi rivela come Fiorani utilizzasse la filiale svizzera «per operazioni esterovestite, riservate, condotte dalla casa madre allo scopo di effettuare scalate finanziarie o favorire comun¬ que interessi riconducibili a soggetti utili alle strategie di Fiorani». Aggiunge l'ex manager di aver appreso che «la Garlsson (di Ricucci, ndr) l'S aprile aveva acquistato 5 milioni e 100 mila azioni Antonveneta, valore 100 milioni di euro, con una semplice fidejussione». Così come aveva fatto la Maryland Group Holding di Ignazio Caltagirone (1 milione e 100 mila azioni), Danilo Coppola con la Tracklyn e uno sconosciuto Giuseppe Besozzi, agricoltore del Lodigiano, definito «uomo di fiducia» di Fiorani: a lui andrà un finanziamento di 200 milioni di euro. C'è poi il ruolo di un personaggio come Gianfranco Boni, direttore dell'area finanza di Bpi, che nottetempo cancella i file compromettenti sulla scalata dai computer della sede centrale. C'è di tutto e di più. Il ballo è appena cominciato.

Luoghi citati: Antonveneta, Maryland, Milano