Padova, ultima fermata per il banchiere di Lodi di Francesco Manacorda

Padova, ultima fermata per il banchiere di Lodi NELLA NOTTE IL CDA DELLA POPOLARE ITALIANA HA UFFICIALIZZATO L'USCITA DI FIORANI, AL SUO POSTO GIORGIO OLMO Padova, ultima fermata per il banchiere di Lodi personaggio Francesco Manacorda MILANO IL finale - per ora provvisorio di partita, va in scena ieri a tarda sera a Bipitaliacity, il quartier generale dell'appena ribattezzata Bpi tutto mattoni rossi vetro e metallo firmati da Renzo Piano a due passi dalla stazione dì Lodi. Nella sala del consigho al quarto piano - teck e marmi bianchi a profusione - dove troneggiano i due grandi schermi al plasma che servono per i collegamenti in videoconferenza, i consiglieri della Bpi firmano gli atti che mettono fuori dalla banca per almeno due mesi Gianpiero Fiorani e assicurano comunque la «continuità gestionale» dell'istituto. È quasi l'una di notte quando il vice presidente Giorgio Olmo viene nominato amministratore delegato dell' istituto al posto di Fiorani. Dopo sei anni all'insegna di una crescita fatta a colpi di acquisizioni senza limiti e spesso senza spiegazioni razionali che ha porta¬ to la Lodi da 300 a mille sportelli sempre sotto l'occhio assai benevolo della Banca d'Italia - l'ex amministratore delegato che nella sua ultima apparizione pubblica spiegava che l'operazione su Antonveneta «è un successo già segnato», deve imboccare per ordine della magistratura la porta d'uscita. Quello che il Financial Times ha definito «il bacio della morte» di Fiorani al governatore Antonio Fazio si rivela adesso un bacio fatale prima di tutto per il banchiere lodigiano. Già oggi, cosi, Fiorani non sarà in Banca d'Italia, dove era stato convocato assieme al presidente Giovanni Benevento e al presidente del collegio sindacale. Senza più una carica sociale la sua presenza non avrebbe senso, spiegano adesso a Lodi. Sei anni sotto il segno di Fiorani con acquisizioni effettuate a ritmi da bulimia finanziaria - dodici banche dal '99 al 2004 più alcune società attive nel risparmio gestito - e una rete di rapporti fittissima e omnicomprensiva; ci sono le ottime e doverose relazioni con la Curia lodigiana, ma anche l'accordo firmato nel 2001 per finanziare le iniziative culturali della Coi; c'è il repentino salvataggio della Credieuronord, la banca nella Lega, che frutta a Fiorani - e per proprietà transitiva a Fazio - la gratitudine di Umberto Bossi e dei suoi uomini. E poi, naturalmente, quel rapporto privilegiato con lo stesso Governatore che viene illustrato in modo lampante dalle fotografie che, un anno dopo l'altro, ritraggono Fazio al Forex, l'appuntamento annuale con la comunità finanziaria: nel 2002 il Governatore, proprio a Lodi, ritratto tra l'astro nascente Fiorani e la stella fìssa che è il presidente di Capitalia Cesare Geronzi. Tre anni dopo, nel 2005, la costellazione è cambiata: Fazio passeggia a Modena assieme a Fiorami e a Chicco Gnutti. Tutto dissolto in tre mesi e una manciata di giorni. Dal 30 aprile scorso a ieri, una serie di eventi e soprattutto i provvedimenti della Consob e della magistratura rovesciano completamente le ?orti dello scontro su Antonveneta e adesso colpiscono frontalmente anche la Lodi, evidenziando le ipotesi di reato compiute nella scalata alla banca padovana. Il 30 aprile, a Padova le truppe di Fiorani conquistano senza colpo ferire l'intero consiglio d'amministrazione dell'Antonveneta, insediando tra gli altri al vertice della banca lo stesso banchiere lodigiano, l'ex sindaco di Forza Italia Giustina Destro, il patron della Geox Mario Moretti Polegato, e poi a tarda sera si lanciano festosi nelle sale della banca conquistata collegandosi in videoconferenza con Fiorani che nelle stesse ore, a Lodi, ha appena finito di galvanizzare il pubblico all'assemblea di quella che era ancora la Bnl. Ma anche il nome sta stretto al banchiere. In giugno, ormai sicuro di inghiottire quella preda che pure è grossa due volte il cacciatore, Fiorani ribattezza la sua banca. E in fondo proprio la festa per presentare il nuovo logo della Banca popolare italiana, è la rappresentazione massima della «diversità» del banchiere lodigiano - violazioni del codice penale a parte, come ritiene la magistratura - rispetto al resto del mondo bancario. Le hostess non in camicetta, ma con la maghetta della banca, un volto delle reti Mediaset come Luisa Coma a fare gli onori di casa, lo stand con la tradizionale «raspadura» di Grana padano, affiancato dagli altri stand che offrono ciascuno una specialità gastronomica di ima regione italiana. Una grande festa di piazza, insomma, contrapposta ai salotti buoni della finanza. Ma una festa, dicono adesso i magistrati, dove si giocava con le carte truccate. Gianpiero Fiorani

Luoghi citati: Lodi, Milano, Modena, Padova