Mozart, massone musicale progressista e rivoluzionario

Mozart, massone musicale progressista e rivoluzionario Mozart, massone musicale progressista e rivoluzionario Sandra Cappelletto RIVOLUZIONARIO rispetto a che cosa? Che sia stato massone, è ormai arcinoto e, come anche nei libri di Alberto Basso, ben raccontato. Ma Lidia Bramani, raccogliendo qui almeno dieci anni di ricerca e di progressive acquisizioni critiche, va oltre: l'adesione di Mozart alla massoneria non solo è convinta, maturata attraverso molte letture e influenti contatti sociali e professionali, ma sta alla radice di un pensiero musicale complesso, di ima scelta di argomenti, di situazioni da trasformare in opera lirica altrimenti impossibile, prima ancora che da realizzare, perfino da pensare: "L'adesione era totale, come avveniva e avviene, nella storia, quando si sviluppano movimenti dal marcato carattere etico, con forti istanze di aggregazione religiosa, politica o semplicemente ideale". Essere massoni, nella fine Settecento di Vierma, significa condividere, oltre i riti di iniziazione, una visione e un progetto del mondo che si configurano come fortemente progressisti,, appunto perfino rivoluzionari. A motivare il peso delle sue parole, l'autrice - milanese, diplomata in pianoforte, impegnata anche nel gruppo di lavoro che sta curando la prima edizione integrale italiana dell'immenso epistolario mozartiano dedica i primi due capitoli ad una radiografìa dinamica delle frequentazioni mozartiane, sin da ragazzo. Ci racconta, quasi titolo per titolo, la sua biblioteca, dove molto spazio è concesso anche ai classici; descrive con caratteri vivi e precisi professionisti e artisti fondamentali per lo sviluppo della sua biografia intellettuale: il "protocomunista" Franz Heinrich Ziegenhagen; il medico, quasi un fondatore della moderna psichiatria, Anton Mesmer; Christoph Martin Wieland, poeta e animatore di riviste/ discussioni; Joseph Sònnenfels, membro degh Illuminati di Baviera, una sorte di super-lobby massonica: duemila in tutta Europa, ìntimamente clandestini, fatalmente perseguitati dalla "pohzia segreta austriaca". Non meteore, piuttosto assidui compagni di strada. Del resto, come scrive da Vienna nel 1784 lo scienziato tedesco Johann Forster: "La Massoneria è qui in gran voga. Tutto è Magon". La quantità straordinaria dei documenti, dei luoghi, delle date, della letteratura critica citati - con pignola precisione: note su note, rimandi e richiami, talvolta affaticando il personale respiro stilistico della narrazione - sotterra per sempre l'immagine di un Mozart genio distratto e svagato, grande musicista, ma uomo ignorantello. No, invece: leggeva Shakespeare e Voltaire, parlava quattro lingue - tedesco, itahano, francese e un po' l'inglese, e leggeva il latino - e la generosità indefettibile dei suoi princìpi è la strada mae- stra cui sempre sì ispira, nella vita come nella musica. Obiettivo dell'autrice è esattamente questo: riunire pensieri, scritti, creazioni, in un vìvo e complesso sistema qui articolato in cinque parti e altrettanti capitoU: !!Nozze di Figaro", "Don Giovanni", "Così fan tutte", "Flauto magico", "Clemenza dì Tito". Nei molti altri lavori presi in esame, prevalgono la vocahtà e la teatrahtà, a dìsca- pìto della produzione strumentale, sinfonica e cameristica, che anch'essa certamente da quei principi riceve testa e cuore, risolvendoli in una profondità e in una grazia nuovi, mai prima raggiunti. Ma questo è lo scarto del genio rispetto al proprio tempo. Il percorso intellettuale è seguito e descritto più di quello musicale, perché - è persuasa la Bramani - il secondo non esìsterebbe senza il primo. Musica è cultura: mai, scrivendo dì Mozart, questo legame era apparso così solido e organico. Sì scorge già l'ombra di Beethoven, quando raccomandava a se stesso e ai colleghi: "Non fermarti alla mediocrità, conosci il pensiero degli uomini migliori del tuo tempo". "Bisogna sgombrare il campo dall'equivoco che induce a postulare il disinteresse di Mozart per i risvolti politici della commedia dì Beaumarchais": nelle "Nozze", quale dei due Figaro è più rivoluzionario? Sibila di più la parola del parigino o il canto del viennese? Dare la palma a Mozart è forse una forzatura non essenziale. Più personale, acutamente femminile, la lettura del "Così fan tutte", che ribalta quella tradizionale, tesa a rimarcare l'inaffidabilìtà, l'infedeltà deUe donne - "E' la fede delle femmine/ come l'araba fenice" - e sì specchia nella coscienza polìtica della "Clemenza di Tito": "Congiurano gb astri, 1 cred'io, per obbligarmi' a mio dispetto/ a diventar crudel. No, non avranno questo trionfo...", proclama a se stesso l'imperatore romano minacciato nel suo stesso Campidoglio, ma determinato a non rinnegare ì principi della toheranza e deDa giustizia che sa perdonare. L'etica privata ed erotica degb affetti, ^he deve essere basata sulla fiducia e non sul sospetto, incontra la morale pubblica, quando sappia difendere alcuni inviolabili teritori della persona. "Sanità pubbbca, diritti dei popoh e degb individui, religiosità libera da dottrine e pregiudizi, pene per recuperare e non per punire, femmimsmo, educazione gratuita e uguale per tutti": a queste linee guida del proprio essere uomo Mozart non rinuncia mai, fino alla fine della propria attività compositiva, quando ormai l'onda della Rivoluzione Francese aveva fatto innalzare dighe alle monarchie europee, e a quella viennese, restringendo i margini di azione concessi al pensiero massonico organizzato. Musica e cultura concorrono, in Mozart, a formare un vero e proprio sistema pohtico, "lì dove la politica rivendica il diritto di ritrovare se stessa - o , di reinventarsi - su basi etiche ed estetiche". Con questa invocazione al regno dell'Utopia sempre necessaria, oggi sideralmente lontana - si conclude il primo importante e originale contributo critico in vista del 2006, quando cadrà il duecentocinquantesìmó anniversario della nascita del più consapevole fanciullo prodigio mai transitato sotto i cieli dell'Occidente e della sua civiltà. LE SUE LINEE GUIDA: SANITÀ' PUBBLICA, PENE PER RECUPERARE E NON PER PUNIRE, FEMMINISMO, EDUCAZIONE GRATUITA PER TUTTI, RELIGIOSITÀ UBERA DA DOTTRINE E PREGIUDIZI Il saggio biografico di Lidia Bramani sotterra per sempre l'immagine di un genio distratto e svagato, grande musicista, ma uomo ignorantello. No, invece: leggeva Shakespeare e Voltaire, parlava quattro lingue: tedesco, italiano, francese e un po' d'inglese, e leggeva il latino Wolfgang Amadeus Mozart: nel 2006 cadrà il duecentocinquantesimo anniversario della nascita Lidia Bramani Mozart massone e rivoluzionario S. Mondadori, pp. 465,230 BIOGRAFIA

Luoghi citati: Baviera, Europa, Vienna